2024-10-01
Berlino, blitz degli avversari per bandire Afd
I leader di Afd, Tino Chrupalla e Alice Weidel (Ansa)
Mozione bipartisan al Bundestag contro i sovranisti. Chiesto, in alternativa, lo stop ai finanziamenti pubblici.Il Bundestag si è rivolto alla Corte costituzionale tedesca per mettere al bando Alternativa per la Germania (Afd), dopo averla dichiarata «anticostituzionale». L’Afd, lo ricordiamo, è la seconda forza politica della Repubblica federale, dietro solo alla Cdu. Per capire la gravità di una richiesta del genere, proviamo a fare un semplicissimo gioco di fantasia: che cosa succederebbe, qui in Italia, se l’attuale Parlamento chiedesse di sciogliere il Pd, cioè la seconda forza politica del Paese e il primo partito d’opposizione? Come minimo, si parlerebbe di dittatura, democrazia in pericolo, ritorno del fascismo e invasione delle cavallette. Del resto, già adesso i media di sinistra dicono esattamente le stesse cose: figurarsi con il Pd dichiarato fuorilegge… Insomma, la contraddizione è lampante: si pretende di salvare la democrazia mettendo al bando un partito che si candida regolarmente alle elezioni e - sondaggi alla mano - riscuote il consenso di circa il 20% degli elettori.La notizia, in ogni caso, è stata data dalla Welt, che ha ricostruito così i contorni della vicenda: un gruppo di parlamentari, afferenti a diversi partiti del Bundestag, ha trovato i numeri necessari per richiedere ufficialmente all’Alta Corte tedesca di deliberare sulla costituzionalità dell’Afd. Per presentare una mozione trasversale di questo tipo, occorre il 5% dei deputati, ossia almeno 37 firme. La petizione ha avuto una lunga gestazione (si parla di circa un anno) ed è stata partorita da Marco Wanderwitz, esponente dei conservatori della Cdu, il quale ha appunto annunciato di aver raccolto le adesioni necessarie, che provengono da membri di Spd, Unione (Cdu-Csu), Verdi e Linke. Secondo i promotori della petizione, il partito sovranista mirerebbe - «in maniera attiva e aggressiva» - ad abolire l’ordine democratico della Repubblica federale. E pertanto, in linea con l’articolo 21 della Costituzione tedesca, chiedono all’Alta Corte di dichiarare l’Afd anticostituzionale. Cosa che, ovviamente, non sarà affatto semplice, visto che deve essere provato - con solidi argomenti - che il partito guidato da Alice Weidel e Tino Chrupalla rappresenti una minaccia concreta all’ordine democratico. Basti pensare che, in passato, petizioni simili sono naufragate anche quando si tentò di bandire l’Npd (oggi Heimat), il partito neonazista tedesco, proprio perché i giudici non ravvisarono alcuna minaccia potenziale alla Costituzione.Ma il diavolo, come spesso si dice, si nasconde nei dettagli: i promotori della mozione hanno chiesto in via subordinata che, qualora l’Alta Corte rifiuti di dichiarare incostituzionale il partito sovranista, perlomeno «escluda l’Afd dal finanziamento pubblico dei partiti». Il che, peraltro, è proprio una misura che, secondo la Costituzione, deve conseguire dalla dichiarazione di incostituzionalità di un partito. Tradotto: cari giudici, fate fuori l’Afd; ma, se proprio non riuscite a trovare neanche l’ombra di un cavillo, almeno toglietele i fondi. La storia è sempre la stessa: se non si riesce a battere il nemico per via politica (e democratica), allora si cerca di eliminarlo per via giudiziaria, con misure da governo di salute pubblica. La mossa di questo drappello di deputati (si parla di almeno dieci esponenti per gruppo parlamentare), tuttavia, ha lasciato perplessi diversi compagni di partito. Come per esempio Gesine Schwan, una dei notabili della Spd, che al Tagesspiegel ha dichiarato: «Una richiesta di divieto sarebbe ora politicamente controproducente, perché spingerebbe ancora più cittadini tra le braccia dell’Afd». E, come lei, ce ne sono molti altri che hanno espresso dubbi simili. Contraria alla petizione, poi, è anche Sahra Wagenknecht che, in un’intervista a T-Online, l’ha definita «la proposta più stupida dell’anno» e un «regalo del Bundestag alla campagna elettorale dell’Afd». Secondo la populista di sinistra, fuoriuscita dalla Linke, la Cdu e i partiti della coalizione semaforo «non prendono sul serio gli interessi degli elettori» e «tentano di eliminare l’avversario politico usando la clava dello scioglimento e del divieto». In effetti, è quantomeno curioso che una mozione del genere sia stata presentata proprio dopo le elezioni in Sassonia, Turingia e Brandeburgo, dove l’Afd ha raccolto circa il 30% dei suffragi. Ma i compagni tedeschi, in quanto a incapacità di confrontarsi politicamente con gli avversari, non sono messi peggio dei compagni italiani. Basti leggere un’articolessa di Milena Gabanelli, pubblicata ieri sul Corriere della Sera, in cui la conduttrice ci spiega che gli elettori dell’Afd, votando il partito sovranista, starebbero in realtà agendo contro i loro interessi - da veri allocchi - in quanto vittime di un’«errata valutazione individuale e collettiva». Che fare allora? Togliere il voto agli allocchi? Di certo non lo dicono ma forse, sotto sotto, lo pensano.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)