2021-06-25
Dopo il bavaglio Lgbt le opinioni potranno essere punite con il lavoro coatto
L'articolo 5 del ddl Zan prevede pene durissime: sospensione della patente, coprifuoco e prestazioni di attività non retribuite.Come spiega Alfredo Mantovano l'articolo cinque del ddl Zan si compone di tre commi che equiparano la mitica omofobia, termine che include anche le affermazioni non solo di San Paolo ma anche di Gesù Cristo, viene equiparata ai delitti di razzismo e soprattutto ai delitti di genocidio. Sono previste micidiali pene accessorie, sospensione della patente, dei diritti politici del permesso di espatrio, del permesso di caccia, il coprifuoco, e impone il lavoro coatto e gratuito presso le «vittime del reato» vale a dire i movimenti (L)gbtq. La chiave di volta del ddl non sono gli omosessuali, ma i cosiddetti movimenti (L)gbtq, poche centinaia di persone non elette da nessuno, e la loro idea di omosessualità, qualcosa di genetico, irreversibile, raccomandabile e sano, e che le persone siano intercambiabili, e il loro concetto di omofobia, qualsiasi affermazione metta in dubbio che la cosiddetta omosessualità sia genetica, irreversibile, raccomandabile e sana e ribadisca che un bambino ha bisogno di padre e madre. Dei cosiddetti movimenti (L)gbtq teniamo la Q che è fondamentale, ma leviamo la L che è millantato credito: le donne a comportamento lesbico se ne sono già andate sbattendo la porta perché hanno identificato perfettamente e correttamente il sedicente movimento (L)gbtq come una spaventosa forma di arbitrio e violenza maschile contro le donne. La gravidanza per altri è una forma atroce violenza contro le donne. Il fatto che un maschio spesso ancora fornito di pene e testicoli osi dichiararsi donna e distrugga il nostro diritto agli spazi femminili, il diritto a spogliatoi dove nessun pene possa entrare, il diritto a uno sport dove nessuno con patrimonio XY possa frantumare i nostri record e le nostre ossa è annullato. I movimenti (L)gbtq sono costituiti da poche centinaia di persone non elette da nessuno: non rappresenta nessuno e ha in pugno il mondo. Non rappresenta minimamente le donne a comportamento lesbico, ma non rappresentano nemmeno la stragrande maggioranza degli uomini a comportamento omosessuale, che in stragrande maggioranza non si identificano minimamente con le battaglie (L)gbtq, considerano il matrimonio gay una scempiaggine e sono assolutamente certi che un bambino ha bisogno di mamma. I movimenti (L)gbtq hanno come simbolo, come figura iconica, Mario Mieli. Uno dei più importanti circoli italiani e addirittura intitolato al suo nome e lo presenta sul sito come personaggio simbolo e magnifico. Sul sito gay.it è possibile scaricare gratuitamente il suo libro, Elementi di critica omosessuale, in quanto giudicato fondamentale per ogni «gay» conoscere e amare questo libro, che è iconico, come il suo autore. Raccomando a tutti di scaricare questo libro e leggerlo, perché è fondamentale che le persone si rendano conto di cosa sia questo libro, che non è neanche lontanamente il simbolo delle persone a comportamento omoerotico, che ripeto nella stragrande maggioranza non si identifica con i cosiddetti movimenti(L)gbtq. Elementi di critica omosessuale è però il simbolo riconosciuto dei movimenti (L)gbtq. «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l'Edipo, o il futuro Edipo, bensì l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro», si legge nel libroRestiamo sul genocidio. Il genocidio è un atto statale, è la distruzione di una minoranza da parte dello Stato. Stiamo parlando cioè di una minoranza detestata dallo Stato. I movimenti (L)gbtq sono adorati dagli Stati occidentali. Degli omosessuali a nessuno importa un fico, infatti nessuno, a parte me e gli amici miei, sta raccogliendo materiale per un'azione legale che intralci le conseguenze della conferenza del Cairo sulla libertà dell'uomo islamico di seguire la Umma che ha condannato nelle terre dell'Islam apostati, eretici, omosessuali e blasfemi: spesso i cristiani rientrano in quest'ultima categoria. L'Onu, la Comunità europea, tutti giganti della comunicazione, da Google a Facebook alla Disney a Netflix adorano i movimenti (L)gbtq. Non c'è multinazionale degna di questo nome che non si allieti finanziando i cosiddetti Pride. Addirittura il Mes, meccanismo europeo di stabilità, ha finanziato il Pride in Lussemburgo, e il Pride non rappresenta le persone a comportamento omosessuale, ma il movimento (L)gbtq, che è una lobby, come ufficialmente riconosciuto dai suoi stessi fondatori, tra cui Angelo Pezzana, costituita da poche centinaia di persone non elette da nessuno. In un'Italia disastrata ormai in fallimento una parte del Recovery fund, doppia rispetto a quella destinata alla sanità, è destinata ai movimenti (L)gbtq. Le metropolitane si inondano di falsi arcobaleni a sei colori simbolo del movimento (L)gbtq. L'arcobaleno vero ha sette colori: il sette è un colore fondamentale nella Bibbia, un numero pieno magnifico. Se siete credenti l'arcobaleno segnò il patto tra Dio l'umanità, e quindi un simbolo religioso, biblico. Non così il sei. Il cosiddetto arcobaleno a sei colori col rosso in alto sta inondando metropolitane, quindi è a spese dei comuni e imposto a tutti i cittadini. Veramente qualcuno pensa che alle grandi élite politico finanziarie importi qualcosa dei gay? Se così fosse avrebbero da un pezzo fermato le esecuzioni nelle terre dell'islam.Il «lavoro coatto» è un'ulteriore trappola che impone la prigione. Un sacerdote che abbia citato San Paolo potrebbe essere condannato a mettere in scena una nuova crocifissione sodomitica presso il circolo (L)gbtq Il cassero, di Bologna: è evidente che preferirebbe prigione. Un medico che abbia ricordato i tragici dati delle patologie dovute all'omosessualità potrebbe essere condannato a lavare i pavimenti della dark room Mucca Assassina del circolo Mario Mieli, luogo dove si praticano normalmente pratiche erotiche, e così via.Nel frattempo consiglio a tutti ma soprattutto agli uomini politici delle opposizioni di scaricarsi il testo di Mieli e leggerselo accuratamente. Quel testo, se non fermiamo il ddl Zan, entro cinque anni al massimo sarà obbligatorio nei licei. L'orrendo film su di lui fatto con denaro pubblico sta già per essere trasmesso nelle scuole.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Carlo Cambi
iStock
Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
Continua a leggereRiduci
Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?