2025-04-04
Barbara Cammarata: la sua arte (fanta)scientifica in mostra a Catania
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Sino all’8 giugno 2025, alla Fondazione Brodbeck di Catania, è allestita la bella mostra An interspecies Journey, dell’artista visiva siciliana Barbara Cammarata. Esposti oltre 60 dipinti, sculture tessili e installazioni, che conducono il visitatore in un mondo fantastico, popolato da bizzarre creature, profonda riflessione sull’evoluzione contemporanea dell'antropocentrismo. Catanese, classe 1977, parecchi anni trascorsi in Inghilterra, Barbara Cammarata non è solo una pittrice , ma un’artista visiva «a tuttotondo », che spazia dalla scultura alla performance, passando per le installazioni tecnologiche e l’arte tessile. La sua è una ricerca artistica complessa e interdisciplinare, che se da una parte colpisce per l’uso particolare del colore e dei materiali, dall’altra appassiona per gli argomenti trattati: «Antropocentrismo, specismo e postumano sono i punti di partenza della mia ricerca stilistica», ha dichiarato l’artista nel discorso inaugurale della sua mostra ( o forse è meglio definirla «accadimento», per usare la stessa definizione della Cammarata) alla Fondazione Brodbeck di Catania, uno spazio artistico all’avanguardia, interamente dedicato ai giovani artisti contemporanei emergenti.La Mostra e la Fondazione BrodbeckOltre 60 dipinti, 6 sculture tessili e alcune installazioni ambientali eseguitie da Barbara Cammarata tra il 2018 e il 2025, accompagnano il visitatore in un percorso espositivo che si snoda attraverso due padiglioni monumentali, che raccontano di un mondo sciamanico e ultra-mondano, abitato da una natura (fanta)scientifica e da strani esseri viventi dal corpo umano e dalle teste animali, perché «L’uomo, che da tempo, troppo tempo, si è attribuito una posizione centrale e superiore rispetto alle altre specie – sostiene l’artista - oggi si ritrova a discutere la sua posizione rispetto a tutto il resto». Una filosofia (e una cifra stilistica), quella della Cammarata, che mette in discussione la visione antropocentrica del mondo per una prospettiva «orizzontale » e egualitaria, in cui l’umano, la pianta e il vegetale convivono sullo stesso piano, in una sorta di patto sociale interspecie, « dove il simile e il diverso - come affermano Cesare Biasini Selvaggi e Patrizia Monterosso, curatori della mostra - sono compresenti in una dimensione simbiotica di vitalità e crescita; dove la condivisione significa trasformazione etica, morale, filosofica, religiosa, in grado di generare un nuovo ordine di speranza».In un allestimento in cui l’ assenza di pareti tradizionali fa sì che opera e pubblico interagiscanao in un rapporto bi-direzionale, grande è l’impatto delle opere pittoriche sullo spettatore, letteralmente catturato da queste figure bislacche, in cui teste di cervi, pappagalli e pavoni dallo sguardo umano si ergono su busti femminili, stagliandosi su sfondi monocolori o di una lussureggiante natura dal sapore esotico. Ma ad attrarre sono anche le sculture tessili, che l’artista ha realizzato con gli abiti della figlia Frida: creazioni che, al pari di Frida, continueranno ad evolversi e perq uesto non saranno mai finite, ma in una continua metamorfosi, esteriore e interiore. Un rapporto stretto quello dell’artista etnea con la figlia, che si riflette anche nel tema della maternità e del femmineo, tematiche rappresentate in varie installazioni, in cui Barbara Cammarata si rappresenta nella duplice veste di madre e di figlia. A completare il profilo di questa interessante artista contemporanea, il suo incontro con il Buddismo e i suoi studi sul colore e sulla luce: quella calda, avvolgente e gialla della sua Sicilia e quella inglese, più nitida, ma anche più fredda e tendente al blu.Valore aggiunto della mostra, gli spazi della Fondazione Brodbeck che la ospia, un’istituzione no profit per la produzione e la diffusione dell’arte contemporanea, costituita da Paolo Brodbeck a Catania il 30 novembre 2007. La sede si sviluppa nel cuore dello storico quartiere di San Cristoforo, su un’area di circa 6 mila metri quadrati, all’interno di un complesso postindustriale adibito, nel XIX secolo, alla produzione di liquirizia e alla lavorazione della frutta secca. Cittadella-polo di riferimento per l’arte contemporanea, la Fondazione è impegnata anche sul territorio con iniziative varie, che in questi anni hanno dato un grande impulso alla riqualificazione del quartiere e ospitato nei suoi spazi eventi culturali e laboratori didattici sull’arte.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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