2024-08-07
        Bangladesh in mano a un banchiere
    
 
Sciolto il Parlamento, gli studenti ribelli «eleggono» il premio Nobel Muhammad Yunus, promotore del microcredito moderno, a capo del governo di transizione. Torna libera l’ex premier.Sono ore concitate quelle che sta attraversando il Bangladesh. Nell’arco di circa 24 ore ci sono state le dimissioni e la fuga della premier Sheikh Hasina, lo scioglimento del Parlamento e la nomina come capo del governo di transizione di un premio Nobel per la pace, con la comunità internazionale che guarda lo svolgersi degli eventi con preoccupazione. Questo, insomma, è l’epilogo delle manifestazioni avvenute nelle scorse settimane e capitanate dagli studenti, che protestavano contro le quote di lavoro nel settore pubblico riservate alle famiglie dei veterani che avevano lottato nella guerra d’indipendenza del 1971. Ne è seguita un’escalation di violenze, che ha lasciato una scia di 300 morti e di migliaia di feriti. Riavvolgendo il nastro degli ultimi giorni, l’altro ieri è diventata di dominio pubblico la notizia che la (ex) premier bengalese Hasina aveva dato le dimissioni, trovando rifugio in India. Circostanza confermata alla televisione di Stato dal capo delle forze armate bengalesi, il generale Waker-Uz-Zaman, che ha inoltre dichiarato che l’esercito avrebbe formato un governo provvisorio. Nella giornata di ieri, il presidente del Bangladesh Mohammed Shahabuddin, su spinta degli studenti, ha sciolto il Parlamento e, come chief advisor, cioè nelle vesti di capo di governo di transizione per 90 giorni, è stato nominato il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus. L’annuncio è stato comunicato dal principale leader di Students against discrimination (Sad) Nahid Islam. Yunus è stato insignito del premio Nobel per la pace nel 2006: la motivazione del riconoscimento è stato il suo impegno nel creare sviluppo economico e sociale partendo dal basso. Yunus, soprannominato «il banchiere dei poveri», ha fondato la Grameen bank, banca del microcredito moderno, fornendo piccoli prestiti a persone povere non in grado di ricevere credito dai circuiti bancari tradizionali. Yunus viene ritenuto da sempre dalla parte degli ultimi: sostiene che il microcredito sia non solo uno strumento per uscire da una condizione di povertà, ma anche un diritto umano. Principi che si sposano con le istanze rivendicate dagli studenti del Paese. Yunus ha quindi accettato di guidare il Bangladesh per tutto il periodo del governo di transizione, dicendosi «onorato della fiducia» del popolo e chiedendo libere elezioni. Intanto, sempre nella giornata di ieri, è giunta la notizia della liberazione dell’ex primo ministro e leader dell’opposizione Khaleda Zia, che si trovava da anni agli arresti domiciliari dopo decenni di faida con la Hasina.Ma a livello internazionale emergono preoccupazione e cautela. Volker Türk, l’Alto commissario Onu per i diritti umani, rivolgendosi a Dacca, ha richiesto una transizione pacifica, la tutela dei diritti umani e la richiesta di un’indagine a 360 gradi, imparziale e trasparente inerente alle presunte violazioni dei diritti umani avvenute durante la repressione delle manifestazioni. La vicina India si è detta preoccupata soprattutto per le comunità minoritarie presenti in Bangladesh. E il ministro degli Affari esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar ha aggiunto che l’arrivo della Hasina vicino a Delhi è stato comunicato e approvato con breve preavviso dall’ex premier. Pechino, in quanto «Paese vicino amico e partner cooperativo strategico globale», come spiega un portavoce del ministero degli Affari esteri cinese, spera che Dacca possa tornare in una situazione di stabilità sociale. Clima disteso e di festa invece a Roma, dove in piazza Malatesta decine di bengalesi hanno suonato il clacson delle loro auto, esponendo dai finestrini la bandiera del loro Paese, un segno inequivocabile di entusiasmo e gioia per la fine dell’era Hasina.
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