2021-12-24
L’attacco ai bambini: «Temono il Natale e chiedono il siero»
Pressione ormai senza freni per vaccinare i piccoli, dal bluff sui ricoveri al ricatto psicologico: «Sentono di essere untori».Siamo passati, accorgendocene ormai a cose fatte, dal terrore sanitario all’inferno burocratico. I cittadini che prima temevano per la loro vita e si barricavano dietro maschere invalicabili, oggi atterriscono al pensiero della subdola quarantena fiduciaria, masticano amaro all’idea di dover restare chiusi in casa perché positivi ma senza sintomi, stritolati dai meccanismi delle Asl e dai certificati da scaricare sullo smartphone. La coda fuori dalle farmacie, a Milano, è percorsa dalla stessa sensazione umida di panico che un tempo impestava le classi delle superiori prima delle interrogazioni: speriamo che tocchi al vicino e non a me. Chi la scampa e strappa l’agognato foglio con su scritto «negativo», si sfrena in danze di giubilo. Tutti, giustamente, vogliono evitare di rovinarsi le vacanze.Il sistema politico-mediatico, al solito, contribuisce a rasserenare il clima. La Stampa, ad esempio, titola in prima pagina: «Il dilemma di Natale. O il cenone o la vita», per la serie godetevi le festività. L’autrice, al netto del titolo al limite della legalità, tocca un punto fondamentale: «Il nodo da sciogliere in questo caso sono i bambini». Già, i bambini. Li si guarda da mesi con sospetto, si è nel dubbio se ammetterli alla presenza degli altri parenti, ci si fa lo scrupolo di avvicinarli ai nonni. Sono loro, le piccole bombe umane, a suscitare la maggiore diffidenza in queste ore di delirio immunologico.Ed è più che comprensibile, in effetti. Basta dare un’occhiata ai titoli di giornale per farsi venire un colpo: «I bimbi sono serbatoio del virus insieme ai no vax», dichiarava sicuro Alberto Villani del Bambin Gesù ai primi di dicembre. Titoli di questo tenore, da settimane, appaiono in televisione e sui giornali. I bambini spargono il virus, gridano gli esperti. Il maggiore aumento dei casi è nella fascia 5-11, tuonano i televirologi. Ci sono pure i tre dottori canterini (di Bassetti-Pregliasco-Crisanti, dirige il maestro Pregadio) che intonano radiosi: «Se tranquillo vuoi stare i nonni non baciare». Il messaggio è univoco: i piccoli sono pericolosi. Gli adulti, dopo tanto martellamento, sembrano essersene convinti e, pare, anche gli stessi bambini hanno introiettato la narrazione prevalente. A questo proposito, sull’Huffington Post sono uscite alcune dichiarazioni spaventose di Daniela Chieffo, neuropsicologa presso l’Unità operativa di neuropsichiatria infantile del Policlinico Gemelli di Roma. «I bambini in queste ultime settimane si sentono sempre di più degli untori», ha detto la dottoressa. «Per questo hanno paura di vivere il Natale. Provano un senso di solitudine, abbandono, di minore condivisione delle feste natalizie, che invece sono solitamente il periodo più gioioso per loro». La sensazione immediata, confessiamo, è che queste uscite siano l’ennesimo frutto avvelenato della propaganda. La Chieffo, infatti, sostiene pure che i piccini «chiedono sempre più di poter essere difesi e difendere. E ancora una volta vedo un senso straordinario di responsabilità che si è notato già quando i piccoli portavano la mascherina nelle scuole senza lamentarsi». Curioso: prima viene a dirci che i bambini, poveretti, si sentono untori e si stanno rovinando il Natale e subito dopo sostiene che, in fondo, i piccoli fanno bene a chiedere di essere vaccinati perché così proteggono gli altri. In sostanza, la luminare ci sta spiegando che i piccini stanno male e per non farli sentire untori dobbiamo trattarli da untori e vaccinarli.Comunque sia, il quadro della situazione è piuttosto limpido: come da tempo accade, a fare le spese della follia medicalizzante sono i più vulnerabili, cioè i bambini. Di fronte al diffondersi di Omicron, davanti alla perdita di efficacia dei vaccini e al cospetto della degenerazione burocratica della pandemia l’unica cosa che riusciamo a fare è accanirci sui piccoli. È quello che, con toni allarmati, ha appena fatto la Fiaso, l’associazione che supervisiona i cosiddetti «ospedali sentinella». Nel suo ultimo report scrive che «il dato più significativo della settimana 14-21 dicembre è il boom di ricoveri tra i minori». Già leggendo una frase del genere vengono i brividi. E aspettate di sentire il seguito. «Nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria dei 21 ospedali sentinella», afferma il comunicato della Fiaso, «il numero dei bambini ricoverati è praticamente raddoppiato, passando da 23 a 45, con un incremento pari al 96%. Tra i piccoli degenti il 69% ha tra 0 e 4 anni mentre la restante parte del 31% ha tra 5 e 18 anni. Nessuno dei minori sopra i 5 anni era stato vaccinato con ciclo completo. Da sottolineare, tuttavia, che la metà dei bambini finiti in ospedale, precisamente il 49%, ha un genitore non vaccinato e ben il 38% ha entrambi i genitori no vax». Il testo è terrificante: percentuali da capogiro, cifre da batticuore… Viene persino evocato il puzzo di zolfo dei soliti no vax. Qualcosa, però, non torna. A spanne, le persone attualmente positive in Italia sono 384.000, di cui circa 100.000 minorenni. Tra i minorenni, il 51% sono bambini tra i 5 e gli undici anni. Già così la faccenda assume prospettive un poco più realistiche. Su migliaia di minorenni, avere qualche decina di ricoverati (o persino qualche centinaio) è abbastanza comprensibile. Ma c’è di più. Dei 45 ospedalizzati indicati dalla Fiaso, 31 sono in un’età (0-4 anni) in cui al minimo problema si corre (giustamente) alla struttura sanitaria più vicina. Resta una quindicina di ricoverati nella fascia 5-18: tutti non vaccinati, rimarcano gli espertoni. Ebbene, ci risulta che le inoculazioni per la fascia 5-11 anni siano iniziate il 15 dicembre, quindi un bambino completamente vaccinato, semplicemente, non ci può essere a causa delle tempistiche. Ecco, dunque, la realtà: migliaia di bambini contagiati, pochissimi ricoverati anche senza vaccinazione completa. Però continuiamo a inseguire i piccini, continuiamo a trattarli da untori, insistiamo a presentarli come messaggeri della pestilenza. E perché mai? Per un delirio burocratico.Roviniamo la vita ai bambini nella speranza di non rovinarci la festa. Tanti auguri.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)