La produzione continua a calare a causa di inflazione, crisi dei semiconduttori e riduzione dell’export in Cina L’esperto: «Marchi come Porsche, Ferrari e Lamborghini però corrono in un campionato a parte».
La produzione continua a calare a causa di inflazione, crisi dei semiconduttori e riduzione dell’export in Cina L’esperto: «Marchi come Porsche, Ferrari e Lamborghini però corrono in un campionato a parte».Per il settore automobilistico il 2022 in Borsa si sta rivelando un anno molto difficile, con un andamento peggiore rispetto a un mercato già in negativo. D’altronde, l’industria automobilistica sta attraversando una transizione complicata verso l’elettrico con seri problemi di approvvigionamento di componenti essenziali come i semiconduttori. E il balzo dell’inflazione nell’ultimo anno ha ulteriormente complicato il quadro. In Europa il numero di auto prodotte è diminuito del 28% dall’inizio del 2020. Molte case automobilistiche sono riuscite comunque a mostrare una redditività eccellente grazie al fatto che il valore medio del venduto si è nettamente innalzato sui nuovi modelli. I preziosi semiconduttori sono stati installati principalmente negli autoveicoli con più alto margine e questa strategia ha pagato, ma non sarà facile continuare anche in futuro su questa strada.Il nuovo campione borsistico del settore emerso in questi anni, Tesla, la cui capitalizzazione (oltre 780 milioni di euro) supera la somma di tutte le altre case automobilistiche nel mondo, continua a aumentare le consegne (343.830 contro 254.695 del trimestre precedente) pur restando sotto le attese e sottolineando con l’ultima trimestrale come il costo della logistica e delle spedizioni stia diventando sempre più sfidante. In particolar modo, gli ultimi due anni sono stati per il settore i più difficili, anche perché il mercato cinese che assorbiva buona parte della produzione europea - soprattutto di fascia alta - si è mostrato in flessione. Nel secondo trimestre 2022, poi, le vendite dei giganti del settore sono crollate del 24%. Bmw, Volkswagen e Mercedes-Benz in totale hanno registrato un calo del 19%. La buona notizia è che da qualche mese il mercato cinese, il più importante nel mondo, sta dando segnali di forte risveglio. Il problema, però, è che i produttori cinesi stanno crescendo sempre più come vendite a scapito di quelli stranieri e alcuni di questi come Byd stanno pensando di espandersi in Europa.«Quello automobilistico oggi è un mercato molto competitivo, dove i margini di errore nelle strategie dei “car guy” saranno sempre meno perdonate, ma dove il posizionamento resta importante», dice Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. «Non a caso i marchi super premium come Ferrari, Porsche e Lamborghini continuano a correre un campionato a parte anche nelle valutazioni», conclude l’esperto.In effetti, in questo momento i segni meno non mancano se si dà uno sguardo ai titoli del mondo delle quattro ruote. Le opportunità, però, sono sempre presenti. Chi ha iniziato a investire, ad esempio, su Tesla tre anni fa, oggi avrebbe un rendimento del 1.745%. Allettanti, sebbene non così alti, anche i valori di Stellantis (+75%) e Ferrari (+44%). In luce Bmw, con una crescita triennale del 30%. Tra gli Etf, c’è il Legal & General battery value chain etf che in 36 mesi è salito del 116%.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





