2021-11-10
Terrore in Norvegia scatenato da un ceceno
L'attentato di Oslo (Ansa)
A poche settimane dalla strage di Kongsberg, un islamico ha aggredito e ferito tre persone con un coltello a Oslo. Abbattuto dalla polizia. Aveva precedenti per tentato omicidio e incendio. Ma il Paese del politicamente corretto è cauto nelle accuse.Torna il terrore in Norvegia a poche settimane dalla strage commessa a Kongsberg (a pochi chilometri da Oslo), dove lo scorso 13 ottobre 2021 Espen Andersen Brathen, 37 anni, aveva ucciso cinque persone scelte a caso con un ‹‹oggetto appuntito›› e non da arco e frecce come inizialmente riportato dagli organi di stampa norvegesi. Ieri mattina invece l'attacco si è consumato in una zona centrale della capitale dove un cittadino ceceno già condannato nel 2020 e sottoposto all'assistenza psichiatrica obbligatoria per il tentato omicidio (avvenuto nel 2019) di Lennon Dominguez, un immigrato filippino quarantenne, e successivamente anche condannato per aver dato fuoco all'appartamento dove abitava, ha prima tentato di accoltellare dei passanti, poi si è scagliato contro una pattuglia della polizia che era arrivata sul posto per arrestarlo. Nei video diventati subito virali sui social media, diffusi anche dai media norvegesi, si vede l'uomo a torso nudo armato di un grosso coltello che si scaglia contro l'auto della polizia. Nonostante gli agenti inizialmente fossero riusciti a neutralizzarlo, «l'uomo è stato in grado di liberarsi, aprire la portiera e precipitarsi dentro il veicolo›› e a quel punto ‹‹la polizia ha cercato di investirlo mentre cercava di accoltellare qualcuno e sono stati sparati dei colpi». Infine, «trasportato in ospedale, l'uomo è morto per le ferite riportate» come ha confermato alla stampa il capo dell'operazione, Tore Solberg, che è rimasto molto prudente sulle circostanze: «Non escludiamo alcuna motivazione, ma non ci sono informazioni almeno in questa fase, che indichino un attacco terrorista». Si riparla quindi di un cittadino ceceno proprio a pochi giorni dalla notizia che il padre di Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov, colui che il 16 ottobre 2020 uccise - decapitandolo - il professor Samuel Paty, «reo» di aver mostrato in una classe di liceo delle caricature di Maometto, ha ricordato il figlio come un ‹‹eroe dell'islam››.Le motivazioni per le quali il trentenne ceceno ha agito ieri mattina a Oslo saranno chiarite dalle autorità norvegesi, tuttavia, i precedenti portano dritti al fondamentalismo islamico che in Cecenia è pane quotidiano e che ha prodotto sacche di irriducibili ribelli e un potente movimento separatista: denominato Emirato del Caucaso e guidato inizialmente da Doku Umarov, oggi è la stella polare dei jihadisti ceceni che nel Siraq avevano una vera e propria loro katiba (divisione) guidata dal temutissimo Abu Omar al Shishani, alias di Tarkhan Tayumurazovich Batirashvili, morto in battaglia nel distretto di al-Shirqat ( Iraq) il 14 luglio 2016. Prima della decapitazione del professore francese, gli islamisti ceceni avevano più volte tentato e condotto attacchi terroristici nel Vecchio Continente: come il 12 maggio 2018, quando il ventenne Khamzat Azimov ha accoltellato cinque persone nel centro di Parigi. O come ha chiaramente dimostrato la guerriglia di Digione nel giugno 2020, quando ceceni e arabi hanno scatenato una settimana di disordini e scontri armati per il controllo del territorio (e dei traffici di droga) nel cuore della Borgogna. E ancora come dimostrato in Germania, dove nel gennaio sempre 2020 una massiccia operazione dell'antiterrorismo tedesco in molti lander aveva portato all'arresto di una cellula terroristica composta da cinque ceceni, tutti di età compresa tra 23 e 28 anni: tra gli obiettivi del gruppo, la nuova sinagoga lungo Oranienburger Strasse, cuore storico di Berlino e uno dei centri più importanti dell'ebraismo in Germania.Anche l'Italia ha avuto a che fare con gli estremisti ceceni: l'8 luglio 2017 a Foggia è stato arrestato il trentottenne Eli Bombataliev, foreign fighter dell'Isis in transito attraverso l'Italia per raggiungere il Belgio. Nelle intercettazioni telefoniche faceva esplicito riferimento alla volontà di portare a termine un attentato terroristico, e a riportare in auge il citato Emirato del Caucaso. In Europa, in ogni caso, la più grande comunità è proprio quella di Francia, che ospita oltre 70.000 ceceni; 40.000 sono in Austria e altrettanti in Germania; altri 20.000 nel piccolo Belgio. Senza contare gli oltre 2 milioni fuggiti nelle altre Repubbliche dell'ex Unione Sovietica. A proposito della Germania ed in particolare in alcuni quartieri della capitale Berlino, ad esempio nel distretto centrale di Neukölln oppure nel quartiere di Moabit dove vivono molti immigrati, operano almeno dal 2016 le «pattuglie della sharia», squadre composte da salafiti ceceni che si occupano di chi non rispetta la legge islamica e di chi non si assoggetta a l'adat, il tradizionale codice di condotta ceceno. Queste ronde ricorrono alle minacce e alla violenza come mostrato in alcuni video (da loro diffusi) per scoraggiare i migranti ceceni a integrarsi nella società tedesca e che promuovono anche la creazione di un sistema giuridico islamico parallelo in Germania (vedi le Corti della sharia). E le autorità tedesche paralizzate dal politicamente corretto, così come in Norvegia e altrove, paiono del tutto incapaci di fermarle. Intanto continuiamo a pulire il sangue dalle strade.