2020-09-03
Atlantia esce da Aspi e la famiglia Benetton incassa 2 miliardi
Luciano Benetton (Igor Petyx, KONTROLAB, LightRocket via Getty Images)
Oggi il cda vara lo scorporo di Autostrade due anni dopo il crollo del Morandi. La società, valutata 11 miliardi, vola in Borsa.Si riunirà oggi il cda di Atlantia che darà il via allo scorporo di Autostrade per l'Italia dal gruppo e che si concluderà, dopo oltre due anni di polemiche seguite al crollo del ponte Morandi, con l'uscita della famiglia Benetton dal capitale sociale di Aspi. I vertici di Atlantia hanno due opzioni per procedere all'operazione. La prima prevedrebbe la vendita tramite un processo competitivo internazionale - gestito da advisor indipendenti - dell'intera quota dell'88% detenuta in Autostrade per l'Italia, al quale potrà partecipare Cdp insieme ad altri investitori istituzionali di suo gradimento. La seconda è la scissione parziale e proporzionale di una quota fino all'88% di Autostrade per l'Italia mediante la creazione di un veicolo beneficiario da quotare in Borsa, creando quindi una public company contendibile.All'inizio le due operazioni potrebbero essere condotte in parallelo, almeno fino ad un certo punto. La seconda opzione, però, è quella che in molti ritengono la più probabile. Lo schema, come reso noto da Bloomberg, dovrebbe prevedere l'uscita di Atlantia dal controllo di Aspi in due tappe. Lo spin-off da Atlantia di un veicolo con il 70% di Aspi, dove sarà effettuato un aumento di capitale da 6 miliardi riservato a Cdp e altri fondi. La liquidità sarà utilizzata per 4 miliardi a riduzione del debito di Aspi e per 2 miliardi (1,98 per la precisione, che andrebbero nelle tasche dei Benetton) per acquisire il 18% nelle mani di Atlantia, con una valutazione di 11 miliardi. Questa soluzione non penalizzerebbe Allianz e Silk road, che hanno il 12% di Aspi.C'è infatti da tener presente che alcuni investitori esteri che si ritrovano nella partita (come il fondo Tci, che ha investito su Atlantia) hanno chiesto l'intervento della Commissione europea denunciando l'attivismo del governo sul dossier e la scelta di abbattere il maxi indennizzo in caso di revoca con un tratto di penna del Milleproroghe, fattore che ha reso la società decisamente meno interessante di prima sotto il profilo finanziario.Secondo gli esperti, l'operazione dovrebbe permettere ad Atlantia di ridurre il debito nella holding (di cinque miliardi) e ai suoi azionisti di poter avere direttamente azioni Aspi, beneficiando teoricamente dell'entrata di Cdp, che permetterà una riduzione del rischio regolatorio. Dovranno essere comunicati dalla società la Rab (la regulatory asset base, la grandezza di riferimento primaria per la determinazione dei ricavi annui, e quindi del conto economico) e le tariffe per poter definire una valutazione accurata di Aspi.Gli analisti di Intesa Sanpaolo (che consigliano di tenere il titolo in portafoglio) sostengono che la soluzione di un aumento di capitale di Aspi una volta quotata assicurano una soluzione gradita al mercato e trasparente, permettendo agli azionisti della stessa Atlantia di avere un mix di azioni Aspi, della Newco e liquidità.In aggiunta, l'aumento di capitale permetterebbe quasi di dimezzare il debito di Aspi, permettendo all'azienda di far fronte meglio al piano investimenti previsto dal governo. In più, gli esperti di Cà de Sass segnalano che considerando una valutazione di Aspi di 11 miliardi nella somma delle parti di Atlantia e assumendo che questa cifra includa già un pacchetto di compensazioni pari a 3,4 miliardi, si otterrebbe un fair value di Atlantia di circa 18 euro per azione, che corrisponde ad un potenziale di crescita del 30% del titolo.Nel frattempo le trattative fra Atlantia e Cdp continuano e oggi i rispettivi ad, Carlo Bertazzo e Fabrizio Palermo, si incontreranno a Roma per parlare dell'operazione. Ma la buona volontà dei due gruppi non basta a chiudere il cerchio. Serve anche che l'esecutivo esca dalla sua fase inerziale. Due gli atti che sono necessari e imprescindibili. Il primo è l'approvazione del piano tariffario, il piano economico finanziario, presentato da Aspi. Le tariffe sono uno dei pilastri su cui si fonda ogni possibile valutazione della società, che è il prodromo imprescindibile sia che si voglia procedere alla quotazione, alla vendita o a un'operazione di aumento di capitale.Infine, ultimo ma non meno importante, il governo dovrà abrogare l'articolo del Dl Milleproproghe, la cui introduzione ha di fatto causato il downgrade a junk (spazzatura) del rating di Aspi. Sullo sfondo rimangono, spettatori estremamente interessati, gli azionisti di minoranza di Aspi e Atlantia che premono per una soluzione di mercato.Se tutto andrà come deve, dunque, questa soluzione farà uscire Atlantia e le altre società coinvolte da uno stallo iniziato a luglio, quando il governo aveva sottoscritto una lettera che scacciava lo spauracchio della revoca della concessione a fronte di impegni precisi che prevedevano la discesa nel capitale dei Benetton con la contestuale salita di Cdp, grazie a un apposito aumento di capitale. Ora, però, potrebbe essere stata trovata la quadra. Il mercato apprezza le indiscrezioni emerse. Ieri il titolo Atlantia ha chiuso le contrattazioni in crescita del 16,23% a 15,65 euro. Con qualche polemica sulla fuga di notizie che potrebbe aver favorito speculazioni.
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