2024-05-15
Volontaria danneggiata dai trial Astrazeneca
Nel riquadro, Brianne «Bri» Dressen (Ansa)
La docente Usa si sottopose ai test del vaccino e ora è disabile. Dopo la denuncia, il colosso ha provato a liquidarla con 1.200 dollari. Riconosciuti, invece, gli indennizzi a una donna marocchina e alla moglie di Paternò, il militare morto a 43 anni dopo la prima dose.Tra i danneggiati da vaccino anti Covid ci si dimentica dei volontari nelle sperimentazioni, che riportarono eventi avversi anche gravi. A ricordarci il dramma di chi si mise a disposizione per aiutare la ricerca e ora ha perso la salute, c’è una denuncia presentata lunedì alla Corte distrettuale dello Utah da una giovane insegnante americana. Brianne «Bri» Dressen afferma che era «l’immagine della buona salute» quando il 6 novembre 2020, a 39 anni, si offrì per lo studio clinico di Astrazeneca nella contea di Salt Lake. Mamma di due bambini, sportivissima, poche ore dopo l’inoculo fu colpita da parestesia: ora è disabile e non può più lavorare. Nel 2021, i neurologi del National Institutes of Health le hanno diagnosticato una «neuropatia post vaccino», ma l’azienda ha continuato per mesi a ignorare le sue richieste di assistenza. Uno studio di fase 3 «negli Stati Uniti e altrove» arruolerà «6.000 adulti per la prevenzione del Covid-19», faceva sapere a ottobre 2020 il colosso farmaceutico anglo svedese. Vaxzevria, che Astrazeneca sta ritirando dal mercato dopo aver chiesto e ottenuto la revoca l’autorizzazione all’immissione in commercio dall’Agenzia europea del farmaco (Ema), non è mai stato approvato per l’uso dalla Fda americana, però il governo Usa aveva contribuito con 486 milioni di dollari allo sviluppo e alla distribuzione di 100.000 dosi entro la fine del 2020. Bri sostiene che l’azienda non ha rispettato gli obblighi contrattuali di coprire le spese mediche, e di risarcire per un «danno dovuto alla ricerca» durante i trial, come era indicato nel modulo di consenso sottoscritto da tutti i volontari. L’ex insegnante, che non riesce più ad andare in classe, a occuparsi dei figli, a guidare un’auto, afferma di aver deciso per la causa dopo che il colosso, sordo per mesi alle continue richieste di sostegno, ha aggiunto al danno la beffa offrendo appena 1.243,30 dollari di risarcimento. Per di più, condizionando la sua offerta al fatto che Bri accettasse di liberare Astrazeneca da ogni ulteriore responsabilità finanziaria per le sue cure. «Quando avevano bisogno di me, ero lì, ho collaborato. Quando ho avuto bisogno io, non si facevano trovare da nessuna parte», si legge nella denuncia. Il solo trattamento per via sottocutanea di immunoglobulina umana normale (SCIg), parte fondamentale delle cure di Bri, costa oltre 36.000 dollari al mese. La Dressen e i suoi avvocati sanno bene che i produttori di vaccino sono intoccabili. Il Public readiness and emergency preparedness act (Prep) entrato in vigore negli Stati Uniti il 4 febbraio 2020, prevede l’immunità di responsabilità per «produttori, distributori, pianificatori di programmi e persone qualificate, nonché i loro funzionari, agenti e dipendenti, e gli Stati Uniti», relativamente a contromisure contro il Covid quali un farmaco o un dispositivo autorizzato per l’uso di emergenza. La fine della dichiarazione di emergenza sanitaria pubblica Covid-19 non pone automaticamente fine alla copertura del Prep Act, che infatti si applica fino al 31 dicembre 2024.Ma l’azione legale non è per la responsabilità di Astrazeneca circa il vaccino, è per la violazione degli obblighi contrattuali, che gli imputati hanno consapevolmente e volontariamente stipulato, per indurre Bri e altri a partecipare alla sperimentazione clinica. Qualsiasi immunità che gli imputati avrebbero potuto avere ai sensi della legge Prep è stata revocata, quando hanno assunto volontariamente obblighi contrattuali. Ecco perché l’azione di Brianne «Bri» Dressen è una novità assoluta per gli Stati Uniti, e forse riuscirà a inchiodare Astrazeneca per aver violato le disposizioni e non essersi occupata della salute dei volontari nei trial. Un anno fa, sul numero di maggio dell’International Journal of Risk & Safety in Medicine venne pubblicato il paper «La copertura delle lesioni mediche nei moduli di consenso informato delle sperimentazioni aziendali». Era riportato il caso della Dressen e quello dell’avvocato argentino Augusto German Roux, danneggiato al cuore e al fegato durante le sperimentazioni di Pfizer nell’estate 2020 e poi «scomparso dal monitoraggio», malgrado i danni pesanti di cui La Verità aveva scritto.In merito alla causa della docente americana, l’azienda si è limitata a ribadire che «dall’insieme delle prove contenute negli studi clinici e nei dati del mondo reale, è stato continuamente dimostrato che il vaccino AstraZeneca-Oxford ha un profilo di sicurezza accettabile». Intanto, un tribunale amministrativo di Rabat ha ordinato al governo marocchino di risarcire con 24.964 dollari una professoressa universitaria colpita dalla sindrome di Guillain-Barré, una polineuropatia infiammatoria acuta, dopo la somministrazione di Astrazeneca. Mentre in Italia Caterina Arena, che ha perso il marito Stefano Paternò, sottoufficiale della Marina militare, deceduto a 43 anni dopo una dose di Vaxzevria, ha ottenuto l’indennizzo dallo Stato, così come è avvenuto nei giorni scorsi per un cittadino di Genova di cui è stato riconosciuto il danno causale post vaccino Astrazeneca. Però la signora spera sempre chi si possa fare una class action contro il colosso farmaceutico, così come sta accadendo nel Regno Unito, per ottenere il risarcimento danni.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.