2025-01-22
Afgano pugnala i passanti: morto un bimbo
La polizia sul luogo dell'attacco ad Aschaffenburg in Baviera (Ansa)
Rifugiato attacca in un parco bavarese. Numerosi feriti gravi, deceduti il piccino di due anni e un uomo. Momenti di terrore ieri mattina nel parco Schöntal, ad Aschaffenburg, nella Bassa Franconia. La città di Aschaffenburg si trova nello Stato della Baviera, circa 40 chilometri a sud-est di Francoforte. La polizia locale ha riferito che alle 11:45, in un’area frequentata da famiglie, scuole e asili nido, un cittadino afgano di 28 anni, richiedente asilo identificato come Enamullah O., ha aggredito diverse persone con un coltello, prendendo di mira un gruppo di bambini. Il bilancio dell’attacco è gravissimo dato che un bimbo di due anni e un uomo di 41 anni sono stati uccisi e ci sono due feriti gravi. Secondo il portale di notizie Main-Echo l’aggressore ha preso di mira specificamente un gruppo di asili nido che passeggiava nel parco con gli insegnanti, che si sono accorti che l’uomo li stava seguendo. Testimoni hanno affermato che l’attacco è avvenuto mentre le classi stavano per lasciare il parco. Uno dei feriti è un insegnante che è stato ricoverato in ospedale e alcuni bambini ricevono assistenza psicologica e perfino gli agenti di polizia arrivati sul posto -secondo Main Echo - hanno avuto bisogno del sostegno psicologico. Lo scorso novembre, una parte del parco di Aschaffenburg è stata designata come «luogo pericoloso»: una misura che conferisce maggiori poteri agli agenti di polizia. Il parco è noto, in alcune zone, come un «punto caldo» per lo spaccio della droga, con frequenti casi di reati legati agli stupefacenti commessi da richiedenti asilo e migranti illegali. Una realtà questa che fino a pochi anni era del tutto sconosciuta nello stato della Baviera, notoriamente sicuro. Poi tra il 2015 e il 2016 con l’arrivo di circa 1,2 milioni di richiedenti asilo è cambiato tutto e se un tempo i tedeschi accoglievano con gioia i migranti oggi il sentimento è ben diverso, tanto che prevale la rabbia. E con essa la crescita dell’estrema destra. Per coloro che sono contro la politica delle «porte aperte a tutti» è stato semplicissimo smontare la favola dell’immigrazione che è stata raccontata ai tedeschi. Basta citare alcuni dei moltissimi fatti di sangue causati da immigrati e rifugiati: il 9 dicembre 2016 a Berlino Anis Amri, richiedente asilo tunisino, ha dirottato un camion e lo ha lanciato contro il mercatino di Natale al Breitscheidplatz, causando 13 morti e 55 feriti; il 24 luglio sempre del 2016, ad Ansbach, Mohammad Daleel, un richiedente asilo siriano, si è fatto esplodere vicino a un festival musicale, causando la sua morte e ferendo 12 persone. L’attacco è stato rivendicato dallo Stato islamico. Successivamente, il 26 giugno 2016, un richiedente asilo somalo di 24 anni armato di coltello ha ucciso tre persone e ne ha ferite altre sei nella città tedesca di Würzburg, in Baviera. Poi Il 27 agosto 2024 Solinge: Issa al-Hasan, un richiedente asilo siriano, ha accoltellato diverse persone durante un festival cittadino, causando 3 morti e 8 feriti. Secondo la stampa locale il richiedente afghano che è stato arrestato dalla polizia mentre tentava la fuga sui binari del treno fino a ieri viveva in un centro di accoglienza nella regione ed era «psicologicamente anormale prima dell’aggressione mortale». Perché ha colpito? L’unica cosa che le autorità locali hanno detto attraverso un portavoce è: «Possiamo quasi certamente escludere il terrorismo», ma sul tema occorre essere prudenti. Infatti, nemmeno il tempo di registrare questa dichiarazione che il cancelliere socialista Olaf Scholz, in una nota sull’attacco, prima ha espresso le sue condoglianze per quanto accaduto poi ha smentito quanto affermato dal portavoce delle autorità locali: «Sono stufo di assistere a simili atti di violenza che si verificano qui ogni settimana. Da parte di persone che in realtà sono venute da noi per trovare protezione. Un falso senso di tolleranza è del tutto fuori luogo. Le autorità devono impegnarsi a fondo per scoprire perché l’aggressore si trovava ancora in Germania. Le conseguenze devono essere immediate dopo le indagini, non basta parlare». Cosa vuol dire «le autorità devono impegnarsi a fondo per scoprire perché l’aggressore si trovava ancora in Germania»? Forse l’afghano che ha colpito degli innocenti era stato espulso ma si trovava ancora in Germania illegalmente? Le prossime ore lo diranno, o almeno è quello che si aspetta l’opinione pubblica. Immediate le polemiche politiche su quanto accaduto, con il leader e candidato alla cancelleria dell’Afd, Alice Weidel, che su X ha scritto: «Remigrazione ora! Nella Baviera governata dalla Csu, un uomo afgano uccide ad Aschaffenburg un bambino piccolo di due anni e un assistente di 41 accorso ad aiutare il bambino. L’afgano aveva precedentemente seguito il gruppo dell’asilo nido del bambino. I miei pensieri vanno ai parenti e ai feriti. Remigrazione ora!».
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