2024-08-04
Arriva la tempesta, occidentali via dal Libano
L’ambasciata americana ha chiesto ai connazionali «di lasciare il Paese in qualsiasi modo» in vista di nuove tensioni. Lo stesso hanno fatto i britannici e la Svezia ha chiuso la propria sede diplomatica. Giro di vite tra i pasdaran: si cercano le talpe del Mossad.Un’ondata di arresti è in corso in Iran a seguito dell’assassinio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran. Secondo quanto riportato dal New York Times, che cita due fonti iraniane informate sulle indagini, per il momento più di 24 persone sono state arrestate, «tra cui numerosi ufficiali dell’intelligence, ufficiali militari e personale» presenti nel luogo dell’assassinio, una residenza gestita dai Guardiani della rivoluzione nel Nord di Teheran. Secondo il quotidiano britannico Daily Telegraph, il Mossad avrebbe ingaggiato agenti iraniani per piazzare esplosivi in tre diverse stanze della residenza dove solitamente alloggiava il leader politico di Hamas. Questi esplosivi sarebbero stati poi fatti detonare a distanza. I Guardiani della rivoluzione in una dichiarazione smentiscono le ricostruzioni dei giornali: «Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, è stato ucciso a Teheran da un proiettile a corto raggio con una testata di circa 7 chilogrammi». Mentre a Tasnim News «una fonte ben informata» ha riferito che «le ultime scoperte indicano che un proiettile, trasportato da un drone o da un altro vettore, è penetrato nell’edificio e ha causato l’esplosione». Ma allora perché stanno arrestando decine di persone? Per il momento è un mistero e l’impressione è che sarà molto difficile sapere come è stato ammazzato Haniyeh. Lo Stato ebraico e gli Stati Uniti si stanno intanto preparando per l’attacco da parte dell’Iran contro Israele, previsto per questo fine settimana o nei primi giorni della prossima, mentre Teheran sta creando ostacoli agli sforzi diplomatici volti a evitare un conflitto regionale in Medio Oriente. I funzionari americani e arabi, che lavorano per prevenire un’escalation di violenza, si stanno scontrando con il silenzio dell’Iran e del suo alleato libanese, Hezbollah, che stanno pianificando la vendetta per le uccisioni avvenute a Teheran e Beirut. Un diplomatico iraniano ha dichiarato che gli sforzi di vari Paesi per convincere Teheran a non aumentare la tensione sono stati e saranno inutili a causa dei recenti attacchi israeliani: «È tutto inutile. Israele ha superato tutte le linee rosse. La nostra risposta sarà rapida e severa». A proposito di Beirut, l’ambasciata americana ha chiesto ai connazionali «di lasciare il Libano in qualsiasi modo possibile» e lo stesso hanno fatto le autorità britanniche mentre la Svezia ha chiuso la propria rappresentanza diplomatica. Venerdì, Israele ha comunicato che il suo esercito è in stato di massima allerta, mentre i funzionari statunitensi stanno predisponendo risorse militari e collaborazioni con partner regionali per prevenire un nuovo attacco, temuto da alcuni come più esteso e complesso rispetto a quello iraniano dell’aprile scorso. Durante quell’attacco l’Iran ha lanciato più di 300 droni e missili contro Israele, ma solo dopo aver anticipato la sua risposta ai diplomatici, dando così a Israele e agli Stati Uniti il tempo di prepararsi. Alla fine, la maggior parte dei proiettili è stata intercettata prima di raggiungere il territorio israeliano ma stavolta non è certo che i partner regionali faranno la loro parte. Secondo quanto riportato da SkyNews Arabia, la rappresentanza iraniana presso l’Onu ha comunicato che Hezbollah in risposta all’uccisione del comandante militare Fouad Shukr - freddato il 30 luglio a Beirut, mentre, secondo alcune fonti, si stava recando dall’amante - «potrebbe colpire obiettivi più ampi e profondi, inclusi i civili, oltre ai bersagli militari all’interno di Israele». In tal senso gli Stati Uniti, come ha dichiarato la portavoce del Pentagono Sabrina Singh, dispiegheranno uno squadrone di caccia da combattimento in Medio Oriente per rafforzare la loro presenza militare nella regione, sottolineando «come si sia continuato a prendere provvedimenti per mitigare la possibilità di un’escalation regionale da parte dell’Iran o dei suoi partner e sostenitori». Ieri le Idf hanno ucciso durante un attacco con droni condotto da Israele a Bazourieh, una città nel Sud del Libano, Ali Abd Ali, descritto come «un terrorista chiave per il fronte meridionale di Hezbollah, coinvolto nella pianificazione e realizzazione di numerosi attacchi». Inoltre, a Tulkarem (Samaria), le Idf hanno eliminato Abdul Jaber, uno degli alti Comandanti sul campo dell’organizzazione terroristica della Jihad Islamica mentre i combattenti delle squadre da battaglia delle Brigate Nahal e Givati, sotto il comando della Divisione 162, hanno continuato a combattere nella zona di Rafah, ed in particolare nel quartiere di Tel Al Sultan. Secondo quanto riferito da Times of Israel, durante la giornata di ieri alcuni caccia israeliani hanno colpito diversi edifici utilizzati da Hezbollah a Tayr Harfa e Kafr Kila, nel Libano meridionale. Raid avvenuti dopo che Hezbollah ha rivendicato diversi attacchi missilistici contro comunità israeliane e postazioni delle Idf lungo il confine, nella Galilea settentrionale e occidentale. Infine, la nomina, anche se a interim, di Khaled Meshal a capo del cosiddetto ufficio politico di Hamas ha lasciato molti scontenti soprattutto tra i mullah iraniani che lo detestano per il suo supporto ai ribelli siriani opposti a Bashar Al Assad, oggi vedono l’organizzazione jihadista spostarsi verso la Turchia, il Qatar e l’Egitto. Per questo faranno di tutto per evitare che la nomina venga ratificata dal Consiglio della Shura e dal Politburo di Hamas. Per far questi gli iraniani hanno già mandato in avanscoperta Bassem Naim, responsabile del dipartimento delle relazioni internazionali di Hamas che ha detto: «Il nuovo leader non è stato selezionato, serve il voto interno».
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