2022-09-01
Arriva il voto domiciliare col trucco
Il titolare del dicastero della Salute invita gli italiani in quarantena il 25 settembre a usare le modalità degli infermi. Peccato che chi non la richiede subito resti escluso.Il 25 settembre migliaia, anzi in realtà molte migliaia di italiani - quelli positivi asintomatici al Covid-19 - rischiano di non poter esercitare il loro fondamentale diritto di voto. Questo a causa dell’isolamento e della quarantena che tutt’ora sono regole alle quali non sono ammesse eccezioni. Il punto è che, benché l’appuntamento con le urne giorno dopo giorno si avvicini, il governo non è stato per ora in grado di dare chiarimenti su come si possa affrontare e risolvere questa situazione; di sicuro, tanto per cambiare, non li ha al momento offerti il ministro della Salute, Roberto Speranza, che pure, nelle scorse ore, è stato interpellato proprio su tale aspetto. L’occasione è venuta nel corso d’un confronto sulle frequenze di Radio Capital, con il segretario di Articolo Uno che, anzitutto, se da un lato non ha fatto sconti in tema di quarantena («se una persona è positiva deve restare a casa, questa indicazione è molto netta e chiara»), dall’altro ha fatto sapere che qualcosa, a breve, potrebbe cambiare (con il passaggio da 7 a 5 giorni): «C’è un parere del Consiglio superiore di sanità (Css) che è in arrivo e appena sarà formalizzato faremo le opportune valutazioni». Ciò detto, Speranza non ha però saputo dire granché rispetto alle modalità con cui i cittadini in quarantena potranno o meno, tra meno di un mese, esercitare il loro diritto di voto.Il ministro si è limitato infatti ad affermare che, «come fatto nelle ultime elezioni, c’è la possibilità del voto domiciliare, cosi come per le persone inferme. Anche per queste elezioni il voto domiciliare c’è e lo si può usare anche in questo caso». Sfortunatamente, queste parole non solo non chiariscono molto, ma lasciano irrisolti almeno due nodi a dir poco centrali. Il primo è, banalmente, quello relativo all’informazione: quando e come si pensa di rendere edotti i cittadini, se saranno in quarantena causa Covid il 25 di settembre, della possibilità del «voto domiciliare»? Con tutto il rispetto per Radio Capital, e per le altre testate ed emittenti, su questo aspetto tutti dovrebbero essere informati direttamente dalle istituzioni attraverso canali ufficiali, e non interviste.In secondo luogo, ed è forse la nota più grave, il richiamo di Speranza al «voto domiciliare» sembra trascurare un aspetto: le tempistiche. Quella cui allude il ministro è infatti un’opzione della quale possono già avvalersi gli elettori e le elettrici affetti da gravissime infermità, tali da rendere impossibile l’allontanamento dall’abitazione in cui dimorano; in tal senso, il parallelismo con i positivi al Covid-19 e in quarantena tutto sommato regge. Tuttavia, come si diceva poc’anzi, sono le tempistiche e in particolare le scadenze a non tornare. Questo perché, come chiunque può verificare visitando i siti internet dei Comuni italiani, questi si sono attrezzati sì per consentire il «voto domiciliare», ma fissano anche dei requisiti per avervi accesso; tra questi, la presentazione di una documentazione che deve pervenire tassativamente entro il 5 settembre. Il che è comprensibile per chi versi in condizioni di grave infermità, naturalmente. Ma quanti invece dovessero essere contagiati, e quindi costretti a casa, dopo quella data? Speranza, o il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese se non lo stesso premier, Mario Draghi, dovrebbero offrire dei chiarimenti. Tempus fugit. E centinaia di migliaia di italiani senza diritto di voto non sono esattamente una questione di lana caprina.
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Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)