2021-09-25
«Non torno indietro nemmeno di un passo sul mio pensiero»
Giorgio Armani alla Fashion week di Milano: «Tengo duro nel tempo a mia disposizione». Cavalli veste i sogni delle donne.«Tengo duro, finché mi sarà concesso. Non recedo dalle mie idee e dal mio modo di pensare sulla moda e soprattutto sul mio pensiero, non voglio retrocedere di un passo». Giorgio Armani, al termine della sfilata di Emporio, sorridente e soddisfatto, parla con i giornalisti dei 40 anni di Emporio Armani, il brand nato nel 1981. «Sono stati 40 anni duri, durissimi però belli, bellissimi. Rivedere questi ragazzi come li ho visti 40 anni fa, più o meno, ragazzi così puliti, così semplici, così carini e carine le ragazze soprattutto, mi ha fatto piacere». La collezione è celestiale in tutte le declinazioni dell'azzurro. «Sono colori belli, rasserenanti, avrete una sorpresa pure dal brand Giorgio Armani. Presenterò una piccola storia che aiuta a capire la moda di Armani degli anni Duemila e più». A raccogliere gli applausi per la sfilata «celebrativa», escono, per la prima volta, in tre: lui, Silvana Armani (responsabile donna) e Leo Dell'Orco (responsabile uomo). «Se lo meritano». Tante le tentazioni viste sulla sua passerella. Come «quei pagliaccetti con le paillettes tagliate a frange, una cosa un po' fuori tema nel panorama Emporio Armani però mi sembrava necessario dare un colpo di allegria, mi fanno molto gioire». Sono quegli oggetti del desiderio che la moda, sapientemente, sa sfornare nei giusti tempi, comprese le attese. Le sfilate milanesi di questa settimana (fino al 27 settembre), rappresentano la voglia più estrema di potersi infilare in quel vestito, di possedere quella borsa o quelle scarpe. Conosce bene la lezione Fausto Puglisi, direttore creativo di Roberto Cavalli, che porta in passerella i sogni femminili ma anche una sensualità consapevole, libera da vincoli maschili, usata per piacere a sé stesse. «Questa donna non ha assolutamente voglia di sedurre un uomo ma solo di divertirsi. I tempi sono cambiati, per fortuna», dice lo stilista siciliano. «Non ho mai amato la donna solo sexy, solo magra, solo star. Questa donna è ora in salsa Cavalli». Quarantasette le uscite in pedana, abiti che scavano nell'archivio di Roberto Cavalli con le sue straordinarie sperimentazioni di stampa degli anni Settanta. Anche Alessandro Dell'Acqua per N°21 ama mettersi sempre alla prova con novità che, però, trovano spunto dalla sua storia personale. «Ci sono tutti i miei codici», spiega, «ci vuole coerenza di stile». E continua. «Non ho mai pensato che cedere a una tentazione significasse fare qualcosa che non si dovrebbe». La partenza è la maglieria lavorata con tecniche tradizionali che si mescola con dettagli tipici della couture. Tailleur color carne in sei strati di tulle uniti a laser; piccoli top di piume, corde da trekking e cristalli sono portati con pantaloni di cotone super casual molto lunghi che quasi si trascinano; abiti corti corti in chiffon maglieria e piume o con frange di paillettes indossati con piccole felpe. Sulla passerella di N°21 anche due capsule di otto pezzi l'una firmate Nansi Dojaka e A.C.9 di Alfredo Cortese, due giovani ai quali Alessandro Dell'Acqua ha dato la possibilità di esprimersi. «Sono stato giovane anch'io e non è stato facile emergere», ha detto Dell'Acqua, «ho dato i due elementi fondamentali, la possibilità di produrre e di vendere». A.C.9 ha presentato anche la sua bella collezione dedicata a una moderna Alice nel paese delle meraviglie, in un mix di pizzi, trasparenze, jersey arricchito con piume. Per fortuna di giovani ce ne sono tanti. Come il team di Bianca Gervasio, sei straordinarie ragazze che hanno dato nuova linfa a un marchio storico come quello di Mila Schön traendo spunti dall'archivio e rivisitandolo in chiave contemporanea e colorata. E se i colori accesi sono il leit motiv della prossima stagione, Brunello Cucinelli li ha espressi in tutto il loro splendore: rossi vibranti, gialli vitaminici e verde bamboo ma anche tutte le tinte nelle corde del brand come chiarissimi beige, blu e grigi. È una couture informale dove l'attenzione al più piccolo dettaglio è la normalità. Forme essenziali, morbide, rilassate nei pantaloni; pence, bretelle e fantasie dall'eleganza maschile si mischiano alle linee fluide che mettono il punto sulla vita. Maglie a intarsio, filati cordonetto e rustici, nobili fibre naturali e materiali moderni sono valorizzati al massimo da punti allargati e decorazioni ultrabrillanti. Antonio Marras, come sempre pensa alla sua terra di Sardegna, questa volta martoriata dal fuoco. Ma guarda anche alla rinascita iniziando dai suoi capi: dalle camice incrostate di pizzi, ritagli, sangallo, ricami e tulli. La prima sfilata di Missoni con il nuovo direttore creativo, Alberto Caliri, fa riemergere il dna Missoni: un heritage fatto di estro artistico e leggerezza, audacia rivoluzionaria ed eleganza borghese. Lavorazioni patchwork che evocano gli estrosi arazzi di Tai Missoni, amato fondatore, costruiscono piccoli pezzi che avvolgono il corpo con una preziosa leggerezza. Gli abiti in maglieria svelano un seducente effetto sfrangiato che rivela una lavorazione artigianale.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)