2022-02-13
La virostar fa politica e si ritiene intoccabile
Secondo l’immunologa Antonella Viola nessuno «può mettere in discussione ciò che dicono i medici», depositari della conoscenza segreta malgrado sfondoni, errori e uscite improvvide. Fanno da megafoni al potere e chiunque abbia dubbi viene subito insultato.Gli esperti, le virostar, fanno politica, stanno accanto ai politici o addirittura li sostituiscono. Si ritengono intoccabili e nessuno può «mettere in discussione quello che dicono i medici», come sostenuto in tv da Antonella Viola.Scriveva il filosofo Paul Virilio, citando Albert Einstein, che «non c’è verità scientifica perché la verità e la scienza non sono della stessa natura». Purtroppo, da un po’ di tempo a questa parte, la scienza ama presentarsi come una nuova gnosi, veicolando l’idea secondo cui un ristretto gruppo di individui illuminati da una scintilla divina possieda la conoscenza segreta in grado di garantire all’uomo la salvezza eterna. La gnosi sancisce l’esistenza di tre tipi umani. Sul gradino più alto svettano gli «spirituali», cioè gli eletti, i prescelti a cui è stata donata la gnosis. Essi soli possono alleviare le sofferenze dell’umanità e condurre il gregge alla salvezza. Poi ci sono gli «psichici», cioè coloro che - seguendo pedissequamente le indicazioni degli spirituali - possono sperare di elevarsi, anche se non potranno mai giungere alla perfezione. Infine ci sono gli «ilici», massa degradata e perduta. Venerdì sera una spirituale, la dottoressa Antonella Viola, si è presentata nello studio di Otto e mezzo per istruire un gruppo di psichici, fedeli convinti della gnosi scientifica, e ne ha approfittato per attaccare colei che evidentemente ritiene essere una rappresentante degli sciagurati ilici, ovvero Giorgia Meloni. «L’onorevole Meloni può tranquillamente esercitare il suo diritto di madre di non vaccinare la figlia perché non c’è l’obbligo per quella categoria, ma non può dare notizie false», ha tuonato la Viola. «La società di pediatria ha detto ripetutamente che i bambini devono essere protetti e vaccinati. Né Salvini, né Meloni, ma nessun politico può dire nulla in merito, può fare la sua scelta, ma non possono mettere in discussione quello che dicono i medici». Chiaro? I politici non possono mettere in discussione ciò che dicono i medici, depositari della conoscenza segreta. E se l’élite illuminata non può essere contraddetta o criticata dai rappresentanti del popolo, figuriamoci se il popolo può anche solo sognare di mettere in discussione le direttive che giungono dall’alto. Ecco il punto a cui siamo giunti: senza esagerare nemmeno troppo potremmo dire di trovarci fra le pagine de I prigionieri del caduceo, romanzo di Ward Moore che immagina un’America governata da medici (la «medarchia») pronti a far fuori gli «anormali» che rifiutano di sottomettersi. Pure chi trovasse esagerati i toni distopici non dovrebbe avere difficoltà ad ammettere che, ultimamente, circolino pensieri distorti riguardo al ruolo da attribuire agli scienziati. Nonostante i clamorosi sfondoni, gli errori e le uscite improvvide dei medici, si tende ancora a dipingerli come autorità super partes, non corrotte da umane passioni. La scienza e la medicina sono presentate come entità slegate dalla politica, dalla contingenza, dall’interesse. Tale visione ingenuamente positivista, purtroppo, è ripetutamente smentita dai fatti. Che i medici siano esseri umani come tutti gli altri - con le loro passioni, le loro idee e convinzioni politiche, le loro debolezze e mancanze - dovrebbe essere evidente a chiunque, anche a tutela degli stessi dottori, dai quali non si possono pretendere miracoli. Soprattutto, però, non può non risultare chiara l’influenza della politica - del Potere - sulle scelte e le esternazioni dei vari «esperti», i quali non sono e non possono essere neutrali. Anche trascurando le influenze che possono subire da parte di finanziatori e aziende, le varie società scientifiche, tra cui quelle dei pediatri, sono per definizione «politiche». Svolgono un compito di mediazione, si rapportano con il governo, partecipano e condividono le scelte compiute dall’esecutivo. E infatti, in tutti questi mesi, mai si è udita da loro una parola anche lievemente stonata rispetto allo spartito ministeriale. I nostri pediatri continuano a battere da mesi sulla necessità del vaccino per i piccini, però i loro colleghi di altre nazioni europee e non hanno idee molto diverse (a proposito di voce monolitica de «Lascienza»...). A maggior ragione i politici - anche e soprattutto quelli di opposizione - non hanno soltanto il diritto, ma addirittura il dovere di mettere in discussione ciò che queste congreghe di luminari affermano. Gli esperti - e non da oggi - fanno politica, stanno accanto ai politici o addirittura li sostituiscono. Quindi, sul terreno della politica, chiunque può confrontarsi con loro. Chi, come Giorgia Meloni, ha dubbi sulla vaccinazione al di sotto dei 12 anni, non sta esprimendo una valutazione tecnica ma, sulla base dei dati, sviluppa una valutazione del rapporto costi/ benefici differente rispetto a quella fornita dal governo.Che ciò avvenga non è delitto di lesa maestà, bensì un bene. Tanto più ora che è diventato così difficile distinguere tra le valutazioni strettamente sanitarie e le posizioni partigiane. È inutile nascondersi: persino fra gli scienziati, chi osa mettere in dubbio la «versione ufficiale» rischia grosso, viene insultato e vilipeso, attaccato o oscurato. Piccolo esempio? Francesco Broccolo, studioso autorevole, spesso presentato in passato come «la voce della Scienza», ha osato esprimere in una trasmissione televisiva alcune valutazioni sull’efficacia della terza dose nella fascia 12-39 anni. Immediatamente è stato preso di mira dai sedicenti divulgatori del Web, che l’hanno trattato come fosse un pericoloso sovversivo o un ciarlatano qualunque. Poco male, dato che le opinioni di costoro valgono nulla. Il problema è che l’ateneo di Broccolo, l’università Bicocca di Milano, si è affrettato a pubblicare il seguente tweet: «Le opinioni espresse dal dottor Broccolo non rappresentano il pensiero dell’istituzione. Nostre ulteriori azioni e considerazioni a riguardo saranno tenute al di fuori del contesto social. Grazie della comprensione». Questa secondo voi è scienza o politica? La Meloni non può «discutere ciò che dicono i medici». Ma un ufficio stampa o un responsabile della comunicazione possono redarguire un medico colpevole di aver espresso una valutazione sgradita a un paio di «cacciatori di bufale», il cui compito è sostanzialmente quello di fare da megafoni del governo. Certo che è politica, e della peggior specie. Piaccia o meno, i medici non sono eletti dotati di una scintilla di gnosi divina. È sacrosanto che siano liberi di dire ciò che pensano, e persino di amoreggiare col potere per ottenere benefici. Noi però siamo liberi di contestarli o, eventualmente, di non fidarci. Soprattutto di quanti continuano a confondere l’autorevolezza con l’arroganza e il dibattito con l’intimidazione.