2025-10-07
La svolta di Praga con Babis premier: «Sì all’Ue, ma stop a green e riarmo»
Andrej Babis (Getty Images)
Per formare un governo, il partito Ano dovrà ottenere l’appoggio di Spd e Automobilisti. Il senatore Vaclavec: «Vogliamo rimettere i cittadini cechi al centro dell’Europa, troppo interventista nel conflitto con Mosca».Le elezioni parlamentari della Repubblica Ceca hanno visto il trionfo del partito Ano 2011 (Azione per il cittadino scontento), guidato dal miliardario Andrej Babis, proprietario della Agrofert, un conglomerato che va dall’agricoltura alla chimica fino alle costruzioni civili. L’ex primo ministro, già al governo dal 2017 al 2021, ha conquistato il 35,5% dei consensi ottenendo 84 seggi su 200 al Parlamento di Praga, crescendo rispetto al 27,1% del 2021 e staccando Spolu («Insieme), la coalizione guidata dal Partito Civico Democratico del premier uscente Petr Fiala, di ben 13 punti. Babis ha una lunga carriera politica alle spalle e nel 2023 si è anche candidato come presidente della Repubblica venendo sconfitto da Petr Pavel, ex comandante dell’esercito ceco e attuale inquilino del Castello di Praga. Per governare servirà però un accordo necessario a superare i 100 seggi parlamentari e gli unici che si sono detti disposti a collaborare sono due partiti di destra come Libertà e democrazia diretta (Spd), che ha preso quasi l’8% e gli Automobilisti per se stessi (un partito contrario alle politiche ambientali, nato come un movimento per contestare le piste ciclabili), con il 6,8%. Queste due formazioni sono euroscettiche e nel caso della Spd anche favorevoli all’uscita dalla Nato. Un quadro politico piuttosto complesso che però il neovicintore Andrej Babis ha chiarito subito, come racconta alla Verità Ladislav Vaclavec, vicepresidente del Senato e capogruppo dei parlamentari di Ano 2011 che nel partito del nuovo premier ha creduto fin dall’inizio e che smentisce che ci sia un sentimento antieuropeista«Il nostro premier ha ribadito subito la sua posizione respingendo qualsiasi illazione sul futuro del nostro Paese. Siamo fedeli all’Europa, Praga è stato sempre un partner molto affidabile e adesso siamo patrioti per l’Europa. Il nostro partito non vuole vincere le elezioni soltanto perché l’Europa sta soffrendo, vogliamo rimettere la Repubblica Ceca al centro del progetto politico, un progetto che rimane europeo. Andrej Babis, quando è stato primo ministro, ha sempre lavorato per l’Europa, questi sono soltanto attacchi politici. L’unica coalizione che voleva l’uscita dalla Nato e dalla Unione Europea era Stacilo! (Basta), un agglomerato di estrema sinistra che gli elettori hanno punito tenendola fuori dal parlamento». Nelle sue prime dichiarazioni, Andrej Babis sembrava intenzionato a puntare su un governo monocolore con l’appoggio esterno dei due partiti di destra, ma tutto si è subito complicato. «Sono ore, molto complesse, dove stiamo iniziando trattative politiche che possono dare un governo stabile e autorevole alla Repubblica Ceca. Il nostro leader puntava all’appoggio esterno del partito degli automobilisti e di Spd, ma sarà necessario sedersi intorno a un tavolo per trovare una convergenza. Quello che vogliamo creare è un governo basato sui temi e non sugli slogan. Al centro devono tornare i cittadini cechi come europei, ma anche con una forte identità nazionale. Rifiutiamo l’eccessivo interventismo per la guerra in Ucraina, dove siamo fra i più importanti fornitori di armi, questo ruolo deve spettare alla Nato, un’organizzazione nella quale vogliamo restare, ma non vogliamo aderire all’aumento della spesa militare imposto dall’Alleanza Atlantica. Sull’adesione di Kiev all’Unione europea crediamo serva una seria riflessione, siamo 27 nazioni che cercano ancora una vera integrazione. Abbiamo promesso ai nostri elettori che ci occuperemo subito del tema del prezzo dell’energia e riparleremo con l’Ue di migranti e ambiente, dove non vogliamo il Green Deal di Bruxelles. Sarà importante anche parlare dei tanti ucraini che sono sul nostro territorio. L’agenda europea su questi temi non va bene per la Repubblica Ceca». In molti hanno allineato le posizioni di Ano 2011 con quelle dell’ungherese Viktor Orbán, fra i primi a congratularsi con Babis per questa vittoria. «Ringraziamo il primo ministro ungherese per le felicitazioni ma il nostro vero alleato è il popolo ceco che deve tornare a essere protagonista assoluto e non subalterno agli interessi europei. Babis ha fondato il gruppo parlamentare Patrioti per l’Europa con Orbán, ma perché vogliamo migliorare il lavoro dell’Unione restando all’interno. Vogliamo collaborare anche con la Slovacchia e la Polonia, siamo una nazione importante. Ci hanno definito violenti, ma si dimenticano che durante questa campagna elettorale un manifestante di sinistra ha aggredito il nostro leader che è anche finito in ospedale. Il nostro deputato Pavel Ruzicka ha pubblicato sui social una serie di documenti che testimonierebbero un piano nazionale denominato “Progetto Karel”, creato dalle forze armate per contrastare le infiltrazioni russe nel paese, ma che era soltanto una scusa per spiare i politici di opposizione. Adesso cambieremo il paese e sarà un bene per tutti i cittadini, la Repubblica Ceca ha grandi possibilità e lo dimostrerà».
Mario Venditti. Nel riquadro, il maresciallo Antonio Scoppetta (Ansa)
La neo premier giapponese Sanae Takaichi (Ansa)
La Battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 di Andries Van Eertvelt, dipinto del 1640 (Getty Images)
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia in un intervento durante la sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo.