Il Paese dipende dall'export: le società tagliano i dividendi e soffrono tutti i settori, dai voli alla birra (-90%). Però alcuni comparti, come l'automotive, erano già in crisi da tempo. Dieci prodotti e titoli per proteggersi.
Il Paese dipende dall'export: le società tagliano i dividendi e soffrono tutti i settori, dai voli alla birra (-90%). Però alcuni comparti, come l'automotive, erano già in crisi da tempo. Dieci prodotti e titoli per proteggersi.Lunedì l'indice Dax ha superato quota 10.000 punti ed è risalito dal minimo di 8.400 che aveva toccato il 18 marzo. Un forte recupero, ma da inizio anno la performance è negativa di oltre il 21%. Anche la Germania sta vivendo il flagello Covid-19 . Essendo una nazione basata molto sull'export l'impatto è stato fortissimo come le preoccupazioni su come e soprattutto quando se ne uscirà. Nonostante gli aiuti poderosi messi in campo dall'esecutivo tedesco. Il governo di Angela Merkel ha previsto, infatti, un fondo di salvataggio per le imprese da 600 miliardi, oltre alla capacità di garanzia della banca pubblica Kfw che è stata innalzata a 450 miliardi. Un insieme di provvedimenti che insieme formano uno scudo per l'economia di oltre 1.000 miliardi di euro.«Al momento il governo tedesco calcola che andranno persi 1.500.000 posti di lavoro a causa della crisi e che l'economia rallenterà di circa il 5,4%», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti Soldiexpert scf, «Le preoccupazioni di molte imprese piccole e grandi restano comunque fortissime e già due settimane fa il colosso dell'abbigliamento sportivo Adidas ha dato lo stop al pagamento degli affitti dei propri negozi, approfittando di una norma varata dal governo concepita in realtà per agevolare i piccoli negozi. E tutte le categorie di imprenditori vedono nero, compresi i birrai che hanno subito in queste settimane un crollo delle vendite di oltre il 90%. Fraport, l'operatore che gestisce l'infrastruttura aeroportuale, ha visto un calo del traffico aereo del -95%, mentre il traffico merci è sceso del 25%».Come in Italia, inoltre, anche in Germania molte società hanno deciso di tagliare il dividendo e si stima che le cedole saranno del -14% rispetto all'anno precedente e più di quarto delle società non ha in programma una distribuzione per l'esercizio passato.Ma non tutte le diminuzioni sono direttamente correlate alle conseguenze della pandemia virale. «Le due case automobilistiche Bmw e Daimler avevano già potato pesantemente i loro pagamenti prima della crisi. E le ragioni sono le conseguenze dello scandalo delle emissioni diesel, delle difficoltà di vendita soprattutto in Cina e degli elevati investimenti nella mobilità elettrica», ricorda Gaziano.La situazione a Francoforte è dunque complessa. Ci sono alcuni fondi ed Etf che, purtroppo, con l'arrivo del coronavirus hanno iniziato a crollare (ma che con tutta probabilità torneranno a salire): è il caso, ad esempio, del Fresenius medical care che in tre anni ha perso il 21,34% o del Lyxor dax ucits etf (-18,7% in 36 mesi). Ma ci sono titoli che, sulla scia della crisi, hanno iniziato a salire molto. Basti dare uno sguardo all'andamento del titolo Deutsche börse, cresciuto del 52,6% in tre anni, o a quello di E.on, in salita del 6,8% in 36 mesi. Bene anche alcuni prodotti che puntano sui titoli tedeschi che stanno andando bene: è il caso dell'Aberdeen standard life german equity, in salita del 12%, o del Lyxor dax ucits etf, in crescita del 28,5% in tre anni.
Il neo sindaco di New York Zohran Mamdani (Ansa)
Il sindaco di New York non è un paladino dei poveri e porta idee che allontanano sempre più i colletti blu. E spaccano l’Asinello.
La vulgata giornalistica italiana sta ripetendo che, oltre a essere uno «schiaffo» a Donald Trump, la vittoria di Zohran Mamdani a New York rappresenterebbe una buona notizia per i diritti sociali. Ieri, Avvenire ha, per esempio, parlato in prima pagina di una «svolta sociale», per poi sottolineare le proposte programmatiche del vincitore: dagli autobus gratuiti al congelamento degli affitti. In un editoriale, la stessa testata ha preconizzato un «laboratorio politico interessante», sempre enfatizzando la questione sociale che Mamdani incarnerebbe.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 7 novembre con Carlo Cambi
Il luogo dell'accoltellamento a Milano. Nel riquadro, Vincenzo Lanni (Ansa)
Nei principali Paesi europei, per essere riconosciuto «pericoloso» basta la segnalazione di un medico. Qui invece devi prima commettere un delitto. E pure in questo caso non è detto che una struttura ti accolga.
Vincenzo Lanni, l’accoltellatore di Milano, aveva già colpito. Da condannato era stato messo alla Rems, la residenza per le misure di sicurezza, poi si era sottoposto a un percorso in comunità. Nella comunità però avevano giudicato che era violento, pericoloso. E lo avevano allontanato. Ma allontanato dove? Forse che qualcuno si è preso cura di Lanni, una volta saputo che l’uomo era in uno stato di abbandono, libero e evidentemente pericoloso (perché se era pericoloso in un contesto protetto e familiare come quello della comunità, tanto più lo sarebbe stato una volta lasciato libero e senza un riparo)?
Ansa
Dimenticata la «sensibilità istituzionale» che mise al riparo l’Expo dalle inchieste: ora non c’è Renzi ma Meloni e il gip vuole mettere sotto accusa Milano-Cortina. Mentre i colleghi danno l’assalto finale al progetto Albania.
Non siamo più nel 2015, quando Matteo Renzi poteva ringraziare la Procura di Milano per «aver gestito la vicenda dell’Expo con sensibilità istituzionale», ovvero per aver evitato che le indagini sull’esposizione lombarda creassero problemi o ritardi alla manifestazione. All’epoca, con una mossa a sorpresa dall’effetto immediato, in Procura fu creata l’Area omogenea Expo 2015, un’avocazione che tagliò fuori tutti i pm, riservando al titolare dell’ufficio ogni decisione in materia.






