2021-07-16
Loggia Ungheria, due Procure sentono Amara
Ieri è stato interrogato a Firenze alla presenza di Raffaele Cantone, che coordina le indagini a Perugia, forse perché nelle sue chiamate tirava in ballo l'ex toga umbra Luigi de Ficchy. La vicenda si intreccia anche con il caso di Palamara. È stato indagato, arrestato, imputato, pentito, di nuovo indagato e di nuovo arrestato. E in tutte queste vesti ha reso chilometrici verbali di dichiarazioni. Stiamo parlando di Piero Amara, che ieri è stato sentito a Firenze sulla fantomatica Loggia Ungheria in un interrogatorio fiume reso di fronte al procuratore del capoluogo toscano Giuseppe Creazzo e a quello di Perugia Raffaele Cantone. Amara è indagato insieme con alcuni magistrati da lui chiamati in causa in alcuni interrogatori milanesi e perugini come autodichiarato appartenente all'Ungheria e quindi per la violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete. Il fascicolo, o almeno parte di esso, potrebbe essere stato trasmesso a Firenze anche perché nelle sue infinite chiamate di correo ha coinvolto l'ex procuratore di Perugia Luigi de Ficchy, l'uomo che ha avviato l'inchiesta penale in cui è imputato Luca Palamara. La Procura di Perugia non può svolgere nessun approfondimento investigativo sul suo ex capo e per questo motivo potrebbero essere stati coinvolti i colleghi fiorentini. Ma nell'interrogatorio si sarebbe parlato di molto altro e gli atti istruttori svolti ieri sono considerati di intesse comune dai due uffici giudiziari. Nello stesso fascicolo, come abbiamo già scritto, sono iscritti anche alcuni magistrati romani del Tribunale di Roma, sezione fallimentare per i cui reati è competente proprio Perugia. Ieri in Procura a Firenze vigeva il massimo riserbo. Ma ai frequentatori del Palazzo di giustizia non è stato possibile non notare quel capannello di magistrati eccellenti (era presente anche l'aggiunto Luca Turco) e di avvocati. Infatti, a quanto risulta alla Verità, negli ultimi due giorni sarebbero stati sentiti anche altri indagati, ma di questo non v'è certezza. La vicenda Amara sull'asse Firenze-Perugia si inteccia con quella di Luca Palamara, un caso che si fa sempre più ingarbugliato.L'ex presidente dell'Anm il 4 giugno era stato sentito dall'aggiunto Turco come testimone d'accusa proprio contro de Ficchy. Il 20 settembre 2020 e il 13 gennaio 2021 Palamara aveva reso pesanti dichiarazioni nei confronti dell'ex procuratore perugino davanti a Cantone, che per questo decise di interrompere le esternazioni sul punto e annunciò di voler trasmettere il verbale alla Procura di Firenze competente sui reati dei magistrati di Perugia, anche quelli ormai in pensione, come de Ficchy, a riposo dal giugno del 2019.L'ex procuratore è stato accusato anche da Amara, il quale lo ha collocato all'interno della fantomatica Loggia Ungheria di cui ha parlato sia a Perugia che a Milano.Ma l'argomento clou dell'interrogatorio fiorentino potrebbero essere state le nuove confessioni di Amara a Potenza. L'avvocato siciliano è stato arrestato in Basilicata lo scorso 8 giugno ed è stato rilasciato dopo aver reso alcune dichiarazioni ritenute significative dal Procuratore Francesco Curcio. L'accusa per Amara era di corruzione in atti giudiziari, una contestazione che, negli anni, gli è stata mossa da più uffici giudiziari. Questa volta sotto la lente era finito il suo rapporto con l'ex procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo, che avrebbe ottenuto quella poltrona grazie ai buoni uffici dello stesso Amara. Ma il legale siracusano ha ripetuto che «all'inizio non c'era Taranto». Ovvero Capristo prima di essere nominato procuratore nel capoluogo pugliese «voleva andare a Firenze». Ma qui il candidato di Amara & c. inizialmente era Leonida Primicerio (attuale procuratore generale a Salerno), che avrebbe avuto come primo sponsor il poliziotto Filippo Paradiso, coindagato di Amara e ancora in cella in Basilicata. Sul punto l'avvocato siciliano ha raccontato a Curcio un aneddoto: «Noi, scusate il termine, dicevamo a Lotti (Luca, ex sottosegretario del governo Renzi, ndr): ma tu a Firenze devi nominare uno che ti... scusi la volgarità... che la domenica ti lava la macchina al parcheggio. Non cercare grandi nomi, perché poi non ti rispondono. E siccome questo Primicerio aveva rapporti straordinari con Paradiso e anche con Genzano, abbiamo indicato nell'interesse dei fiorentini un magistrato che poteva avere questo ruolo». Ma Lotti, nel racconto di Amara, avrebbe detto che Vietti (Michele, ex vicepresidente del Csm) si era «imposto» e che era «riuscito a far nominare Creazzo (Giuseppe, Ndr)». La questione, secondo Amara, non preoccupava solo Lotti, ma pure Denis Verdini. «L'interesse» ha spiegato Amara, «era [...] di mettere delle persone di loro gradimento». E quando Curcio gli ha domandato il motivo di tanta attenzione per Firenze, Amara ha ripreso a bombardare i politici toscani, «i fiorentini» come li chiama lui: «Denis Verdini aveva delle pendenze mentre Lotti no. Però, capisce, è la sede che loro gestiscono. Io mi ricordo che quando fu nominato Turco (Luca, procuratore aggiunto a Firenze, Ndr), io ho partecipato alla conversazione e Verdini minacciò di fare... Turco è un magistrato che sta a Firenze, credo di Md, che non so come riuscì a passare, e Verdini minacciò la crisi di governo... perché all'epoca si era già formata Ala (la stampella del governo di Matteo Renzi Ndr). Una conversazione con Renzi, con Lotti e con Cosimo Ferri, dicendo: voi non controllate un cazzo… viene questo a casa mia […]».Turco ha infatti indagato a lungo su Verdini, ma è anche l'inquirente che ha iscritto due volte Renzi sul registro degli indagati, ma anche i suoi genitori, la sorella e il cognato per reati che vanno dal finanziamento illecito, alle false fatture alla truffa, alla bancarotta. Da mesi è diventato il bersaglio preferito di Renzi, il quale lo ha onorato di un velenosissimo capitoletto della sua ultima fatica letteraria, «Controcorrente». Chissà se Amara ieri non ha fatto qualche rivelazione pure sul Giglio magico.
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