2025-07-17
Altri 100 miliardi dei nostri soldi a Kiev
Ursula Von der Leyen (Ansa)
Ursula Von der Leyen durante la presentazione del Bilancio Ue: «Servono ad alimentare il Fondo per l’Ucraina, in via di esaurimento». La Slovacchia blocca ancora le nuove misure contro Mosca. Berlino smentisce Trump sui Patriot: «Non risulta alcun invio».Il piano della triangolazione delle armi destinate a Kiev, con la fornitura coordinata dalla Nato, sembra non far presa sugli alleati: alcuni hanno già deciso di svincolarsi dalla proposta.Stando a quanto comunicato da Politico Europe, infatti, la Francia ha deciso di non aderire al progetto avanzato dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, e dal presidente americano, Donald Trump, convinta che l’Europa debba acquistare armi da produttori europei. Sulla stessa linea si trova anche la Repubblica Ceca. A renderlo noto è direttamente il premier ceco, Petr Fiala, che ha dichiarato che Praga «sta concentrando i propri sforzi proseguendo l’iniziativa sulle munizioni. Per questo motivo non intendiamo aderire a nuovi progetti». E a unirsi alla scelta di non comprare armi americane per poi inviarle a Kiev pare esserci anche l’Italia, che si limiterà all’acquisto già programmato degli F-35 per il proprio esercito. Chi invece ha accolto la proposta potrebbe incontrarsi la prossima settimana: si apre la possibilità di una riunione tra chi detiene i Patriot e i Paesi disposti ad assumersi la responsabilità economica. E proprio riguardo ai sistemi di difesa aerea, non tornano i conti tra Washington e Berlino. Da una parte, il tycoon ha affermato che i Patriot sono già stati inviati dalla Germania in Ucraina. Dall’altra, poco dopo, è arrivata la risposta tedesca: «Non ne sono a conoscenza», ha spiegato un portavoce del ministero della Difesa tedesco. Di certo gli occhi di Mosca sono puntati su questo tema. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha avvertito che la Russia «monitora attentamente» ogni presa di posizione sull’invio delle armi occidentali a Kiev. Non stupiscono quindi le affermazioni del segretario del Consiglio di sicurezza russo, Sergey Shoigu, secondo cui Mosca «non deve dimenticare che la Nato rappresenta ancora una delle principali minacce alla sicurezza nazionale» del Paese. Tra l’altro, Trump dopo aver lanciato un ultimatum di 50 giorni alla Russia, ha sottolineato che non esclude che il presidente russo, Vladimir Putin, possa cambiare idea prima della scadenza. Di certo, il presidente americano non sarà contento delle dichiarazioni rilasciate dall’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, a Newsmax. Il leader di Kiev si è detto rammaricato per l’assistenza militare fornita dall’attuale amministrazione americana, comparandola a quella più efficace ricevuta da Joe Biden. «Ricordo che avevamo un potente pacchetto di deterrenza prima che Trump diventasse presidente. Volevo che l’America ci vendesse un pacchetto del genere. Ma non è stato fatto», ha detto. Intanto il parlamento ucraino, oltre ad aver approvato lo scioglimento del governo dell’ex premier Denys Shmyhal (candidato da Zelensky come ministro della Difesa), ha dato il via libera per aumentare di 9,8 miliardi di dollari la spesa destinata alla difesa.Ma chi non indietreggia nell’aumentare il sostegno a Kiev è Bruxelles, che ha proposto un fondo di 100 miliardi di euro per l’Ucraina per il periodo 2028-2034. A confermarlo è stato il commissario europeo responsabile del bilancio, Piotr Serafin. «Stiamo riservando fino a 100 miliardi di euro al di fuori dei massimali del quadro finanziario pluriennale (Qfp) per l’Ucraina», ha dichiarato. Sulla questione è intervenuta anche il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: è convinta che i fondi possano dare una mano a Kiev «nel suo percorso verso l’adesione all’Unione europea». Ma soprattutto ha spiegato che il Fondo per la ricostruzione dell’Ucraina sta inesorabilmente calando e, dunque, va rimpolpato. A criticare le posizioni di Bruxelles è stato il primo ministro ungherese, Viktor Orbán: «L’Ucraina otterrebbe un massiccio aumento dei finanziamenti, a discapito degli agricoltori europei». Niente da fare invece riguardo alle misure per punire la Russia: non è ancora arrivata la fumata bianca sul diciottesimo pacchetto di sanzioni promosso dall’Ue. La Slovacchia continua a remare contro. Lo stesso premier slovacco, Robert Fico, ha ribadito che non sosterrà le sanzioni senza aver risolto prima la questione del gas russo.Tornando ai protagonisti diretti della guerra, la Russia si auspica che l’Ucraina venga convinta a tornare al tavolo dei negoziati. Nel comunicarlo, Peskov ha ribadito che «gli sforzi di mediazione degli Stati Uniti, del presidente Trump e del suo team sono cruciali», invitando a «esercitare pressione anche sulla parte ucraina». D’altro canto, il ministro degli esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha sostenuto: «Siamo pronti per tali negoziati in qualsiasi formato, in qualsiasi luogo». Spostandoci sul campo, continua l’ondata di raid russi: sarebbero stati lanciati quasi 400 droni su vaste aree dell’Ucraina, incluse Kiev, Zaporizhzhia, Dnipro e Kharkiv. Ma tra i target di Mosca sarebbe rientrata anche una fabbrica polacca stanziata in Ucraina, a Vinnytsia. A commentare l’accaduto è stato il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski: «La guerra criminale di Putin si sta avvicinando ai nostri confini». E vicino a Odessa, un missile russo Iskander ha distrutto un sistema di difesa aerea ucraino. Intanto Mosca ha rivendicato di aver conquistato Novokhatsk, nel Donetsk, mentre Kiev parla di un bombardamento russo nella città di Dobropillia, sempre nella stessa regione.