2024-11-13
Alla Statale lo scrittore pro Hamas
L’ateneo milanese ospita oggi un incontro conFilippo Kalomenìdis, che nel suo libro esalta gli attacchi del 7 ottobre e inneggia al defunto Sinwar. Dall’università bocche cucite. Se non ci saranno ripensamenti dell’ultimo momento, oggi alle 16 all’Università Statale di Milano in via Festa del Perdono 7 - su iniziativa di «Giovani palestinesi», «Intifada studentesca» e Panetteria occupata, un centro sociale milanese - si terrà la presentazione di un libro intitolato La rivoluzione palestinese del 7 ottobre, di Filippo Kalomenìdis che si definisce «scrittore, poeta e militante politico», ed è docente alla Scuola di cinema di Roma. Cosa scrive Kalomenìdis? Ad esempio che quella tragica mattina dove morirono 1.200 israeliani non è stata una pagina oscura dell’umanità ma una giornata di festa: «I guerriglieri di Gaza sui deltaplani sono diventati folate di vento e grida che hanno sovvertito il tempo, hanno dipinto un’immagine di liberazione tra le più elevate della recente storia dell’umanità. Un quadro immortale di gioia che nessun palestinese, nessuna donna, nessun uomo schiavizzato dal totalitarismo liberale, si leverà mai dallo sguardo». Per capire come la pensi l’autore sul conflitto in corso e sugli ebrei in generale basta guardare il suo profilo Facebook dove campeggia una foto dell’ex leader di Hamas Yahya Sinwar (morto qualche settimana fa) con un passaggio tratto dal libro: «Nella gioia creatrice di un futuro imprevedibile senza catene né limiti il luminoso incantevole sorriso dei rivoluzionari traspare dalla kefia arrotolata sul viso, e invita alla danza sopra i carrarmati nemici». Per la Statale di Milano ospitare eventi nei quali si inneggia al terrorismo palestinese e dove si sparge l’odio per gli ebrei sta diventando una triste consuetudine. Avremmo voluto conoscere l’opinione del rettore Marina Marzia Brambilla, ma dalla sua segreteria ci hanno riferito che «è in Senato accademico e non può rispondere, e comunque non rilasciamo dichiarazioni». Poi, ci viene dato il numero dell’ufficio stampa, che però non risponde ai nostri numerosi tentativi. Ieri lo «scrittore, poeta e militante politico» Kalomenìdis si è molto adirato perché alcuni colleghi prontamente definiti «squadristi sionisti e censori neofascisti» lo hanno criticato. La sua risposta, sempre via Facebook: «Come diceva un filosofo di Nola: avete paura voi. Soprattutto di chi affronta i vostri padroni e porta verità. Avete così paura che otterrete il risultato di aizzare le vostre blatte da combattimento, come sempre quando vi mascherate da agnelli sacrificali». Poi, forse gasato da quanto accaduto ad Amsterdam, ha aggiunto: «Avete una paura sconfinata perché sapete di non poter fermare in alcun modo il mio impegno di scrittore e militante per il Popolo e la Resistenza Palestinese. Così come quello di tutto il movimento». Secondo Davide Riccardo Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano, «da Milano arriva l’ennesimo brutto segno con la presentazione di un libro delirante intitolato La rivoluzione palestinese del 7 ottobre di Filippo Kalomenìdis, ennesimo capitolo del festival dell’apologia del terrorismo che troppo spesso vediamo nella nostra città, oltre che nel nostro Paese. Con l’aggravante che se per una volta lo scorso 7 maggio l’Università Statale di Milano aveva deciso di tenere un convegno su Israele, è poi mancata la forza di mantenere l’impegno, arrivando addirittura a cancellarlo per paura. Dove è finita la libertà di espressione e di insegnamento? Amsterdam è dietro l’angolo, se perfino le istituzioni più importanti - come le nostre università - già si arrendono a minoranze fanatiche cancellando alcuni eventi e ospitando solo quelli che piacciono ai fanatici». Quelli come Filippo Kalomenìdis, aggiungiamo noi.