
Dopo la gavetta con Greenpeace, Carola Rackete, generazione Erasmus e animalista convinta, s'è guadagnata i gradi nelle Ong. La nipote del Corsaro Nero ha deciso di passare all'attacco. La diplomazia non fa parte delle doti di Carola Rackete, la comandante bambina della Sea Watch 3, che con questo gesto di rottura sta ottenendo ciò che non le era riuscito dalla nascita: oscurare il mondo attorno a sé ed essere protagonista assoluta per un quarto d'ora, cavalcare le onde per avvicinarsi ai marinai mitici e pasticcioni dei romanzi di Joseph Conrad.Tedesca di Hambühren in Bassa Sassonia, 31 anni, è nata con i piedi ben piantati per terra in un distretto agricolo tra foreste e ginepri ma ha sempre prediletto gli infiniti orizzonti del mare dentro i quali far galleggiare sogni e frustrazioni. Attivista, ecologista, movimentista, animalista, guevarista. Da giovane benestante con l'impegno di salvare il mondo, non si è mai lasciata scappare un «ismo» alla moda, ma si è ben guardata dall'andare a esercitare la sua generosità in luoghi pericolosi, in mezzo a guerre e carestie, dove il volto della sofferenza sa di polvere e mette paura. Più facile stare dalla parte giusta osservando il respiro degli oceani, srotolando la bandiera arcobaleno ai cortei e alimentando una narrazione pop con colonna sonora degli U2.«L'unico porto sicuro è Lampedusa, Italia». Lo aveva deciso unilateralmente dal primo giorno, dopo aver raccolto i 43 disperati in uscita dalla Libia, oggi ostaggi fra chiglia e pennone, vittime inermi di una prova di forza fra la donna del mare e un Paese sovrano. Aveva da subito modificato mentalmente le cartine geografiche del Mediterraneo cancellando la Tunisia, la sponda africana e tutto ciò che non fosse tricolore. Conoscendo le regole d'ingaggio avrebbe potuto chiedere il supporto diplomatico dell'Olanda (paese di bandiera della nave) o della Germania (base della Ong che ha sede a Berlino), ma negoziare non le è mai interessato. Dai tempi delle scorribande artiche con Greenpeace, per lei non esiste il pareggio.Generazione Erasmus e animalista convinta, Carola Rackete si laurea con una tesi sugli albatros in Gran Bretagna, alla Edge Hill University nel Lancashire. Sul curriculum scrive di conoscere cinque lingue. Nel 2011 viene ingaggiata per tre anni dall'Alfred Wegener Institute, uno dei maggiori istituti oceanografici tedeschi, per una missione artica a bordo di un rompighiaccio; l'obiettivo è studiare foche e narvali. Per lei è troppo poco, prende il brevetto nautico e s'imbarca come secondo ufficiale sulla Ocean Diamond, nave per crociere e spedizioni antartiche pagate da viaggiatori molto ricchi e molto cool. Ancora poca adrenalina, quindi ecco l'esperienza con Greenpeace sulla Arctic Sunrise, una delle navi pirata orgoglio dell'organizzazione, quella che lottava contro la caccia ai merluzzi antartici e fu speronata da una baleniera giapponese. Greenpeace non scherza, forgia teste dure e insegna i trucchi della marineria. Alla Rackete ispira curiosamente anche la pettinatura rasta, neanche fosse una polena. Fra beccheggi e rollii, la sua è ancora irrimediabilmente la storia di una figlia di papà. Ma lei la pensa diversamente: «La mia vita è stata facile, ho potuto frequentare tre università, sono bianca, tedesca, nata in un paese ricco e con il passaporto giusto. Quando me ne sono resa conto ho sentito un obbligo morale: aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità». Nel 2016 scopre il Mediterraneo e il palcoscenico del migrante, scenario giusto per fare il salto di qualità. Fa apprendistato coordinando Moonbird e Colibrì, gli aerei di avvistamento scafisti e disperati della Sea Watch, poi entra trionfalmente sulla tolda del natante preferito da Matteo Salvini per aumentare i voti.Teutonica e caparbia («O aprono il porto o sfondo»), la Schettino della diplomazia è esattamente dove voleva. Ora ha un'occasione unica, costruita in tre tappe con un'escalation da crisi internazionale come da manuale corsaro. 1 Ha raccolto i profughi respingendo la rotta per Tripoli. 2 Ha mostrato a tutti le 14.000 miglia di ghirigoro attorno a Lampedusa, la stessa distanza che le avrebbe consentito di approdare ovunque, anche oltre lo stretto di Gibilterra. 3 Beffata dalla sentenza della Corte europea dei diritti umani, ha forzato il blocco per vedere l'effetto che fa. Dimenticandosi del carico umano e delle due regole primarie di un vero comandante: la saggezza e la legge del Bounty. Come diceva Fletcher Christian: «Una nave è un posto troppo piccolo, se ci mettiamo anche l'odio non ci stiamo più noi».
Un modello Keqiao SS 2026 durante la Milano Fashion Week. Nel riquadro, Ruan Chuping
La direttrice del Centro per i servizi delle industrie creative del distretto cinese di Keqiao, che ha stretto un accordo triennale con la Camera nazionale della moda: «La collaborazione porta opportunità. Uniamo artigianalità e un forte sistema industriale».
Brunello Cucinelli (Imagoeconomica)
Il gruppo nega: a Mosca solo il 2% dei ricavi, adesso valutiamo azioni legali. Dopo la sospensione, il tracollo a Piazza Affari.
Plastico del Ponte sullo Stretto (Imagoeconomica)
Un documento della Corte dei conti esce dal piano della legittimità e avanza valutazioni di merito su una delibera del Cipes. La toga che lo ha firmato è Valeria Franchi, un ex membro dello staff di Bellanova (e poi di Patuanelli) nel governo Conte 2.
Nel riquadro, Andrea Baccarelli, preside della T.H. Chan school of public health di Harvard. (IStock)
Il messaggio del 2017 sul Tylenol darebbe ragione all’amministrazione Usa, che l’ha sconsigliato alle gestanti Intanto, la stampa progressista prova a screditare lo scienziato italiano che ha trovato nessi farmaco-autismo.