2020-08-09
Al ministro Speranza basta un tweet per dare il via libera all’aborto fai da te
Annullato l'obbligo di ricovero voluto in Umbria dal Carroccio La Ru486 si assumerà in ospedale tornando subito dopo a casa.Da Laura Boldrini a Nicola Fratoianni, fino ai senatori grillini: parte la caccia a chi non si allinea.Lo speciale contiene due articoli.Strillata come una grande vittoria, la notizia delle nuove linee guida sulla somministrazione della pillola abortiva Ru486 che la permettono fino alla nona settimana e con eliminazione del feto a casa, senza obbligo di ricovero, era filtrata ieri grazie a un paio di quotidiani che l'hanno avuta in anteprima e con un post sui social del ministro della Salute. «È un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194», ha scritto Roberto Speranza, che lo scorso giugno aveva chiesto un parere al Consiglio superiore della sanità «in merito all'interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico». Dopo dieci anni il Css si è dunque pronunciato, cambiando la direttiva sull'utilizzo della pillola a base di mifepristone, utilizzata per abortire in alternativa all'opzione chirurgica. Adesso si potrà assumerlo in regime di day hospital e dopo poche ore tornarsene a casa. L'utilizzo è concesso non più fino a sette settimane di gravidanza ma fino alla nona, con buona pace del bambino che sarà nel frattempo cresciuto nel grembo materno. Il blitz, messo in atto dalla sinistra, ha dunque ottenuto il risultato voluto, quello di allungare i tempi per poter abortire farmacologicamente e insieme di annullare quei provvedimenti, che imponevano il ricovero nell'interesse della salute della donna. Come aveva fatto il presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, abrogando lo scorso giugno la delibera della precedente giunta di centrosinistra che permetteva l'aborto con Ru486 in day hospital e poi a domicilio. Per la leghista Tesei, la nuova scelta di tre giorni di ricovero ospedaliero era dettata solo dallo «spirito di voler stare accanto alla donna in un momento complesso, dandole massima considerazione, assistenza e supporto». Il governatore umbro aveva anche scritto al ministro della Salute, spiegando che «non vi sono intenti oscurantisti come, da alcune parti, si è voluto far credere», però la sinistra e le femministe si erano scatenate contro una decisione giudicata «sbagliata e retriva». Così, dopo pochi giorni si era svolta a Perugia la manifestazione Libere di scegliere, organizzata dalla Rete umbra per l'autodeterminazione. A protestare c'erano sindacati, associazioni varie e i democratici dell'Umbria che avevano lanciato una petizione online per combattere lo «scempio» del provvedimento, proposto dall'assessore alla Sanità della Regione, Luca Coletto, e approvato dalla giunta Tesei che «avrà la responsabilità storica di aver riportato indietro le lancette della storia ai tempi in cui venivano negati i diritti delle donne», sentenziavano i dem. Curiosamente solo 47.000 persone su 50.000 hanno firmato, ma le contestazioni anti governatore della Lega hanno varcato i confini umbri per invadere le solite piazze della sinistra pro choice. Già in aprile, con una lettera sempre al ministro, era stata chiesta una deroga alla legge 194 che permettesse l'aborto entro la nona settimana, anziché la settima, e con procedure «semplificate» per eliminare la creatura indesiderata. Tra i primi firmatari non potevano mancare Roberto Saviano, Laura Boldrini, il radicale Marco Cappato, poi a seguite tanti altri, anche l'Arcygay che non c'entra un fico secco con le tematiche sull'aborto. I sottoscrittori dell'appello sono fermi a quota 6.060, ma la pressione esercitata sul ministero della Salute è stata enorme, lamentando le difficoltà ad abortire nell'emergenza Covid-19 e indicando l'Ivg a domicilio come una soluzione per alleggerire il lavoro dei medici. Tragicamente per la donna, però, l'assunzione del mifepristone in ambulatorio e la somministrazione a domicilio delle prostaglandine, che provocano in poche ore l'espulsione dell'embrione, non sono affatto una sicurezza. «L'aborto può essere accompagnato da un'emorragia non prevedibile e può non giungere a termine, richiedendo comunque un'ospedalizzazione rapida», aveva spiegato alla Verità Bruno Mozzanega, ginecologo e presidente della Sipre, la Società italiana di procreazione responsabile, aggiungendo che «le coliche da espulsione sono dolori forti che a casa difficilmente possono essere controllati». Infatti, nelle linee guida che erano state approvate dal ministero della Salute, si diceva che «i rischi connessi all'interruzione farmacologica della gravidanza si possono considerare equivalenti all'interruzione chirurgica solo se l'interruzione di gravidanza avviene in ambito ospedaliero». Che cosa può essere cambiato oggi, per non temere più pericolose complicanze in un aborto solitario, tra le pareti domestiche? Ieri, su Repubblica un articolo esaltava l'Ru486: «È, quella pillola, l'ultima battaglia vinta dalle donne nella difesa del proprio corpo». Ma di quale difesa stiamo parlando? Un concentrato di ormoni da assumersi a forti dosi, così da bloccare l'azione del progesterone sul rivestimento interno e la muscolatura dell'utero, provocando la morte dell'embrione, ma che è sconsigliato per le donne con ipertensione, con problemi cardiologici, aritmie, che assumono anticoagulanti o cortisonici e con altre problematiche. Quindi può far male, se la paziente non viene controllata dal medico, senza contare che l'aborto farmacologico è un meccanismo in progressione e se la donna, spaventata o dolorante, lo volesse interrompere, da sola non può farlo. «Le linee guida del ministero mettono fine a una forzatura terribile voluta dalla Lega e stabiliscono una vittoria di civiltà e dei diritti», ha commentato Barbara Mischianti, segretaria regionale della Cgil Umbria. Tremendo che sia una donna a parlare di un diritto di soffrire da sole, mentre tra dolori fisici si vede il proprio figlio sparire nello scarico domestico.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/al-ministro-speranza-basta-un-tweet-per-dare-il-via-libera-allaborto-fai-da-te-2646928066.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="sinistri-e-5-stelle-festeggiano-uniti-e-adesso-aboliamo-gli-obiettori" data-post-id="2646928066" data-published-at="1596917299" data-use-pagination="False"> Sinistri e 5 stelle festeggiano uniti. «E adesso aboliamo gli obiettori»
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
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