- Oggi la misura arriva in cdm insieme con il disegno di legge delega sul nucleare. Trovati circa 3 miliardi. Due terzi dei sostegni andranno alle famiglie con Isee fino a 20.000 euro, il resto è destinato alle imprese. Ieri sera vertice di governo a Palazzo Chigi.
- Il piano Ue per energia a basso costo si rivela soltanto una scatola vuota. L’Aeap, parte del Clean industrial deal, contiene sogni ma non affronta i veri nodi.
Oggi la misura arriva in cdm insieme con il disegno di legge delega sul nucleare. Trovati circa 3 miliardi. Due terzi dei sostegni andranno alle famiglie con Isee fino a 20.000 euro, il resto è destinato alle imprese. Ieri sera vertice di governo a Palazzo Chigi.Il piano Ue per energia a basso costo si rivela soltanto una scatola vuota. L’Aeap, parte del Clean industrial deal, contiene sogni ma non affronta i veri nodi.Lo speciale contiene due articoli.Oggi, nel Consiglio dei ministri, il governo scoprirà le carte del decreto Bollette che dovrebbe essere accompagnato anche da un disegno di legge delega per riaprire il tema del nucleare. Ieri ennesima tornata di lavori tra i tecnici dei ministeri dell’Economia e dell’Ambiente e vertice serale a Palazzo Chigi dal quale è emerso che oggi sarà adottato un pacchetto di misure che va incontro alle esigenze delle famiglie e delle imprese garantendo un sostegno concreto in un momento di difficoltà legato all’aumento dei costi energetici. In prospettiva ci sarebbero ulteriori iniziative di medio-lungo periodo. Per il 2025 si stima un rincaro di 251 euro per le utenze domestiche. Le imprese, dal canto loro, pagano l’energia il doppio dei concorrenti francesi, il 70% in più di quelli spagnole e il 30% in più di quelli tedeschi. Il pressing di imprese e associazioni dei consumatori è stato serrato fino a tarda serata. In particolare sono in allerta le aziende energivore. Con il decreto il governo vuole dare un segnale forte alle famiglie in difficoltà ma senza lasciare sole le industrie. Le risorse nel decreto, circa 3 miliardi, dovrebbero essere spartite destinando i due terzi alle famiglie e un terzo alle imprese. L’orientamento è di rafforzare le misure a favore dei più fragili rispetto a quanto previsto inizialmente e bocciato dal premier. Quindi un innalzamento fino a 20.000 euro della soglia di Isee a cui è legato l’accesso al bonus sociale, lo sconto automatico della bolletta per le famiglie in disagio economico con una modulazione per fasce, in modo che l’aiuto sia pieno per i valori Isee più bassi e in percentuali ridotte per gli altri. Una strada che dovrebbe ricalcare quanto fatto nel 2023. I potenziali beneficiari sarebbero circa 7 milioni. Si richiede quindi un impegno finanziario importante e per far quadrare i conti si sta pensando a circoscrivere a tre mesi il potenziamento del bonus. Limitando l’effetto del sostegno bisogna però che questo sia immediatamente percepibile nelle bollette, un tema sul quale sono stati chiamati a dare una risposta i tecnici dell’Arera (l’Autorità di regolazione per l’energia). Sempre a favore delle persone in difficoltà, si agirebbe sull’Acquirente unico che acquisterebbe all’ingrosso sui mercati del giorno prima anziché sui mercati spot.Per le imprese ci sarebbe 1 miliardo a disposizione e sembra più probabile l’ipotesi di anticipare le compensazioni per i costi indiretti dell’Est, la tassa sulle emissioni. Ma sul tavolo potrebbe esserci anche un intervento sul rinnovo delle concessioni per l’idroelettrico. Invece di procedere con le aste, vi sarebbe una proroga delle concessioni che consentono di produrre energia con un costo tra i 20 e i 20 euro a megawattora. Le Regioni dovrebbero concordare con i gestori uscenti una proposta pluriennale di investimenti.Su questo fronte è stato aperto un dialogo con Bruxelles che prevede anche un cambiamento del Pnrr. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha detto che il governo ha allo studio «una nuova via» rispetto alle gare previste dalla legge sulla concorrenza e la norma per il «rinnovo contrattato» potrebbe essere inserita nel prossimo decreto di revisione del Pnrr. Un altro intervento allo studio è di ridurre le differenze tra il prezzo del gas sul mercato di riferimento europeo (l’indice Ttf della Borsa di Amsterdam) e quello sul mercato all’ingrosso italiano. La riduzione di solo 1 euro di questa differenza farebbe risparmiare nelle bollette almeno 2 euro. In Consiglio dei ministri anche il disegno di legge delega sul nucleare. Annunciato più volte negli ultimi mesi, incarica il governo di adottare entro i prossimi 24 mesi i decreti legislativi necessari a definire un quadro normativo organico. Sarebbero così superati i due referendum (del 1987 e del 2011) che avevano decretato la fine dell’energia atomica in Italia. L’obiettivo è arrivare, entro il 2027, a un Testo unico sul nucleare e a un programma nazionale che regolino l’intero ciclo di vita degli impianti, dalla localizzazione alla costruzione, fino allo smantellamento e alla gestione dei rifiuti. Il nuovo quadro normativo si basa sul concetto di «nucleare sostenibile», con standard di sicurezza elevati e soluzioni innovative per la gestione del combustibile nucleare. Un tema in sospeso è quello dell’impegno finanziario: sebbene si preveda che i costi siano a carico degli operatori privati, c’è da chiarire il ruolo dello Stato nel garantire la sostenibilità economica di lungo termine di questi progetti.Nella relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge si spiega che le nuove centrali non hanno nulla a che vedere con quelle sulle quali è stato fatto il referendum poiché «l’evoluzione tecnologica nel campo della ricerca nucleare, ha condotto alla realizzazione di un nucleare di terza generazione avanzata e, si confida, a breve, di quarta generazione e ha assicurato un salto di qualità in termini di sicurezza e di efficienza».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/aiuti-bolletta-sconti-tre-mesi-2671239461.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-piano-ue-per-energia-a-basso-costo-si-rivela-soltanto-una-scatola-vuota" data-post-id="2671239461" data-published-at="1740743957" data-use-pagination="False"> Il piano Ue per energia a basso costo si rivela soltanto una scatola vuota Insieme all’Omnibus di sedicente semplificazione, che ha evidenziato l’eccesso di regolamentazione Ue, nel timore di smentirsi la Commissione ha presentato mercoledì anche l’Affordable energy action plan (Aeap). Si tratta di un nuovo mostro burocratico con 23 azioni che andranno declinate in successivi regolamenti, comunicazioni e altri atti di varia natura. Questo piano si inserisce nel Clean industrial deal, altro treno normativo che prevede una quarantina di azioni. Nell’Aeap vi sono quattro direttrici principali: abbassare i costi dell’energia, completare l’Unione dell’energia, attrarre investimenti e gestire le crisi future. Dei quattro pilastri, tre sono sostanzialmente privi di contenuti. Il primo, l’abbassamento dei costi dell’energia, ha qualche contenuto ma manca il bersaglio. Tra le azioni previste: la revisione delle tariffe di trasporto dell’energia sulle reti elettriche, la detassazione del green e dei consumi elettrici, la sovratassazione dei fossili, riduzione delle barriere al cambio di fornitore nella vendita al cliente finale, incentivi ai Ppa (Power purchase agreement) di lungo termine tra consumatori e produttori di energia rinnovabile. Seguono poi la riduzione dei tempi di autorizzazione di impianti, reti e siti di stoccaggio elettrico, l’estensione delle reti elettriche, incentivi a flessibilità (stoccaggi elettrici, riduzioni consumi), una consultazione pubblica sulle regole del mercato del gas, aiuti all’efficienza energetica. In tema di Unione dell’energia, investimenti e gestione delle crisi non si va oltre l’annuncio di task force, libri bianchi e futuri nuovi piani su nucleare e Ia. Il piano pensato da Bruxelles è come sempre ricchissimo di regole scritte con l’illusione che regolamentare corrisponda a creare la realtà, ed è anche ricco di annunci vuoti di contenuto. Il pacchetto non affronta il nodo vero, ovvero l’attuale paradigma di scarsità dell’energia che l’orientamento al green produce. Si preoccupa soprattutto di creare un quadro futuro favorevole agli investimenti green, nella convinzione che questo farà scendere i prezzi. Ma nulla fa per l’oggi e nulla fa in tema di aumento della liquidità del mercato e di bilanciamento domanda-offerta, che è il vero problema. La domanda di energia è molto rigida, dunque serve abbondanza di offerta per fare scendere i prezzi. Qui l’abbondanza di offerta viene affidata praticamente solo allo sviluppo del green. Ma siamo ancora molto lontani da una situazione in cui le energie rinnovabili creeranno un adeguato surplus di offerta tale da rimettere in equilibrio il sistema (a quale costo, poi?). L’offerta abbondante di energia si genera con ridondanza di infrastrutture (abbondanti gasdotti e terminali Lng, reti elettriche nazionali e transfrontaliere ridondate, maggiore produzione elettrica, maggiore produzione di gas, pluralità di fonti (sia di fonti energetiche che di Paesi di origine). Questo costa e necessita di grandi investimenti. La diversificazione e l’aumento dell’offerta sono le chiavi per evitare nuove crisi energetiche, avere davvero bassi prezzi dell’energia e un mercato equilibrato, pur nella normale fluttuazione ciclica. Nulla di tutto ciò, o quasi, vi è in questo piano; solo un accenno (buono), alle reti transfrontaliere e l’idea (buona) di investire all’estero in impianti di liquefazione gas. Anzi, il commissario Dan Jorgensen nel presentare il piano ha detto che l’Ue intende cessare del tutto l’approvvigionamento di gas dalla Russia, che è ancora determinante per l’Europa intera. Sul gas si mette in piedi una task force e si apre una consultazione pubblica sulle regole di mercato. La stessa cosa, grosso modo, per l’Unione dell’energia, l’araba fenice di cui si parla da 30 anni. I Ppa, poi, sono una buona cosa, certo, ma saltano a piè pari il segmento della vendita, creato a forza con la liberalizzazione. Un altro dietrofront della Commissione? Ormai non si contano più. Per concludere, Jorgensen mercoledì ha snocciolato cifre da capogiro sui risparmi ottenibili dall’Unione dell’energia: 2.500 miliardi di euro nei prossimi 15 anni. L’importante è crederci.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.