2022-08-16
Agosto 1942: la battaglia di Guadalcanal e la storia di un eroe italoamericano
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Marines della 1st Marine Division nella giungla paludosa di Guadalcanal (Us Navy Archives)
L'isola delle Salomone fu teatro di una battaglia lunga sei mesi. La vittoria americana cambiò gli equilibri nel Pacifico. Fu il primo sbarco dei Marines tra i quali si distinse l'italoamericano John Basilone.Dopo le battaglie del Mar dei Coralli e delle Midway, nella tarda primavera del 1942, l'espansione giapponese nel Pacifico si era arrestata. Tuttavia, l'occupazione da parte dei nipponici dell'isola di Guadalcanal nell'arcipelago delle Salomone e la successiva costruzione di un aeroporto nella parte settentrionale dell'isola significarono per gli Americani una seria minaccia per i collegamenti tra l'Australia e le basi alle Hawaii. Nel luglio del 1942 gli Americani optarono per un'invasione anfibia piuttosto che per un attacco dal cielo, in modo da poter occupare stabilmente l'isola e sfruttare l'aeroporto costruito dai Giapponesi. A soli 7 mesi dall'ingresso in guerra degli Usa dopo l'attacco a Pearl Harbour, l'unica forza militare adatta ad una simile operazione erano i Marines della Prima Divisione, che stavano però ancora completando l'addestramento in South Carolina e che non avevano mai visto fino ad allora il campo di battaglia. Di fronte a loro, circa 7.000 soldati giapponesi abituati alla battaglia e al territorio paludoso e inospitale presidiavano l'isola, protetti a Nordest dalla IV flotta della Marina Imperiale nipponica. Comandava i Marines il generale Alexander A. Vandergrift. La data dello sbarco fu fissata per il giorno 7 agosto 1942 coperto da un supporto aeronavale di grandi dimensioni. In 36 ore, senza incontrare grande resistenza da parte nemica i Marines occuparono l'aeroporto, subito ribattezzato Henderson Field in onore di un pilota della Marina scomparso durante la precedente battaglia delle Midway. La reazione giapponese avvenne due giorni dopo, con la IV flotta che ingaggiò una violenta battaglia navale notturna. Per la flotta americana fu un duro colpo, con la perdita di ben 6 unità navali in circa mezz'ora. La sorpresa, che fece presagire la prospettiva di una lunga lotta per Guadalcanal, impose alla Marina americana il supporto di ulteriori forze, che videro l'arrivo delle portaerei USS Saratoga, USS Enterprise e la nave USS North Carolina. Il 24 agosto 1942 le flotte vennero di nuovo in contatto, questa volta con la intera Prima divisione navale giapponese del Contrammiraglio Nagomo Chuichi. La feroce battaglia vide danneggiate entrambe le flotte, con il danneggiamento da parte americana delle portaerei leggere Ryujo e la nave porta idrovolanti Chitose. Dall'altra parte i bombardieri nipponici colpirono seriamente la USS Enterprise al timone che, senza possibilità di essere governata, rischiò di essere affondata dalla successiva ondata di aerei nipponici e si salvò soltanto per un errore di localizzazione da parte della formazione nemica. Subito dopo la battaglia di fine agosto, un tentativo di sortita da parte della forza navale di supporto guidata dal contrammiraglio Tanaka Raizo fallì con gravi perdite e da quel momento la Marina imperiale giapponese cambiò strategia. Fu proprio Raizo a concepire la tattica del supporto navale alle forze di terra con l'impiego di convogli navali notturni attraverso il canale delle isole Salomone, che sarà in seguito chiamato dagli Americani che occupavano Guadalcanal “Tokyo Express”. Nei sei mesi seguenti, vi fu uno stallo operativo durante il quale l'aeroporto Henderson Field fu bombardato ripetutamente dalla flotta navale giapponese contemporaneamente ad azioni lampo dei sottomarini nipponici, che costarono agli Americani la perdita della portaerei USS Wasp, affondata dall'U-19 della Marina imperiale. Le operazioni di terra.I convogli giapponesi “Tokyo express” funzionarono ininterrottamente e con buon esito, fatto che garantì il rifornimento di armi e uomini sull'isola di Guadalcanal, mentre gli scontri navali ripresero vigorosi, con perdite da entrambe le parti. A terra, dopo lo sbarco di agosto 1942, i Marines a difesa dell'aeroporto di Guadalcanal erano saliti a 11.000 unità, protetti dalla forza aerea ribattezzata “Cactus Air Force”, che vide la partecipazione delle forze dell'Esercito, dell'Aviazione di Marina e dell'Usaaf. Gli americani furono così in grado di proteggere la preziosissima pista di aviazione, anche di fronte ad un primo tentativo di assalto via terra attuato dai Giapponesi che avevano sottostimato la forza nemica. Un contingente di 900 soldati nipponici formato prevalentemente da vecchi riservisti fu falciato dalle armi americane a protezione di Henderson Field. Tra il 13 ed il 14 settembre 1942, 800 Marines agli ordini del colonnello Merritt “Red Mike” Edson furono obiettivo di un violentissimo attacco nemico alle difese dell'aeroporto, ma furono tuttavia in grado di resistere tenacemente contro una forza tre volte maggiore. Sempre per gli effetti del “Tokyo express”, gli effettivi Giapponesi durante il mese di ottobre del 1942 passarono alla ragguardevole cifra di 36.000 unità concentrate nella zona Nordoccidentale dell'isola, tanto che il 25 di quel mese un solo battaglione di Marines fu attaccato da due interi reggimenti nemici. Si trattava del 1°battaglione del 7° reggimento Marines guidato dal colonnello Chesty Puller (in seguito insignito della massima onorificenza di Marina, la Navy Cross). In questa occasione si distinguerà particolarmente il sergente di origini italiane John Basilone, di cui si parlerà in seguito. La resistenza americana permise di aumentare la presenza presso Henderson Field ad una forza di 44.000 uomini, di cui facevano parte anche reparti di fanteria venuti in supporto ai Marines. La potenza soverchiante degli Americani portò ad una graduale compressione dei Giapponesi verso la parte Nordoccidentale di Guadalcanal, che portò alla cessazione degli attacchi contro l'aeroporto e alla successiva evacuazione degli ultimi 12.000 soldati giapponesi dopo sei lunghi mesi di combattimenti. I nipponici ebbero gravi perdite, con circa 24mila morti , mentre il successo americano fu evidenziato dalle perdite limitate a 1.600 unità. Tra questi molti furono i decessi dovuti alla malaria, endemica nelle paludi malsane di Guadalcanal. Dal febbraio del 1943 le isole Salomone saranno definitivamente in mano alleata.Storia di John Basilone, detto “Manila John”.John Basilone era nato a Buffalo, stato di New york, il 4 novembre 1916. Figlio di immigrati beneventani crebbe a Raritan, New Jersey, dove nell'infanzia era solito seguire con altri bambini della comunità italiana i carretti di frutta e verdura facendo lo strillone. Ragazzo vivacissimo e di bell'aspetto, caratterizzato da una spiccata socievolezza, John terminò gli studi a 15 anni e dopo un periodo di impiego come garzone e poi autista di una catena di lavanderie, scelse di arruolarsi nell'esercito al compimento dei 18 anni nel 1934. Inviato nelle basi delle Filippine, svolse due turni di impiego operativo in seguito ai quali guadagnò il soprannome di “Manila John” e fu congedato due anni dopo con onore. Tornato a Raritan, lavorò per un periodo presso un'azienda chimica, ma il richiamo delle armi fu più forte. Nel 1940, quando in Europa già la guerra infuriava, scelse di arruolarsi nuovamente, questa volta nel Corpo dei Marines. Fu addestrato a Quantico, Parris Island e New River mentre gli Stati Uniti entravano in guerra alla fine del 1941. Inquarato nella 1st Marine Division fu tra i primi a sbarcare a Guadalcanal nell'agosto del 1942. Il 25 ottobre il sergente John Basilone, mitragliere, si trovò nel più violento attacco giapponese di tutta la battaglia per Guadalcanal. Da una buca acquitrinosa, messo al comando di due nidi di mitraglia compì l'azione più eroica di tutta la battaglia. I compagni di una delle due batterie furono infatti massacrati dal fuoco giapponese poco dopo l'inizio dell'attacco. Fu così che Manila John decise di fare la spola tra le due postazioni, azionando contemporaneamente le due armi e usando la pistola di ordinanza mentre le armi surriscaldavano. Quando le munizioni iniziarono a scarseggiare e il nemico forte di due intere divisioni continuava a premere ai confini dell'aeroporto Henderson Field, Basilone non esitò a uscire a più riprese dalla postazione sotto il fuoco giapponese per recuperare i nastri delle mitragliatrici. Quando i nemici si ritirarono, di fronte a una sola delle due armi automatiche comandate dal sergente italoamericano giacevano 38 corpi. Con la sua azione di sbarramento incessante, aveva impedito che i Giapponesi sfondassero le difese e dilagassero nella zona dell'aeroporto. Per l'azione eroica fu il primo a Guadalcanal a essere insignito di una delle più alte onorificenze per gli Stati Uniti, la Congressional Medal of Honor. Tornò a casa nel settembre 1943 dove fu premiato economicamente e in seguito utilizzato dal Corpo dei Marines per la propaganda a favore delle sottoscrizioni di bond di guerra. Ma ancora una volta il suo carattere lo fece di nuovo pensare all'azione. Chiese ed ottenne di tornare nel teatro del Pacifico e con il 27°reggimento della 5th Marine Division sbarcò ad Iwo Jima. L'obiettivo era anche in questo caso un aeroporto giapponese, quello di Motoyama. Durante l'azione offensiva John Basilone fu colpito mortalmente da una granata giapponese. Era il 19 febbraio 1945. Alla Medal of Honor fu affiancata la massima onorificenza della Marina Usa, la Navy Cross. Il suo corpo riposa nel cimitero degli eroi di Arlington, Virginia. Lasciò la moglie Lena Mae Riggi, anche lei di origini italoamericane e arruolata come John nei Marines durante la guerra. Quando fu falciato dalla granata Manila John aveva 32 anni. A lui sono state dedicate due navi della Marina americana, La USS Basilone (DD-824) in servizio fino al 1977 e la attuale USS John Basilone (DDG-822), varata a ottant'anni dall'impresa eroica di Guadalcanal il 18 giugno 2022.