2025-08-13
Boccata d’ossigeno per l’Ilva: c’è intesa sull’acciaio «pulito». Ma non si sa quando
Adolfo Urso al tavolo Ilva (Imagoeconomica)
Accordo sulla decarbonizzazione degli impianti. Nessuna decisione sui tempi e sul polo dove produrre il preridotto.La giornata della «responsabilità» come l’ha definita il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, è arrivata. Dopo una trattativa di oltre sei ore, cominciata la mattina, l’accordo per dare un futuro all’ex Ilva è stato raggiunto. Un’intesa sofferta che rischiava di saltare anche questa volta per come si era messa la situazione alla vigilia, con posizioni distanti tra le parti. Sul tavolo del ministero l’accordo di programma per la piena decarbonizzazione dello stabilimento e al tempo stesso misure per il sostegno occupazionale e sociale. Una riunione fiume a cui hanno partecipato le organizzazioni sindacali e le associazioni di impresa, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e una ampia delegazione istituzionale e tecnica.La bozza di intesa sulla decarbonizzazione degli impianti, rappresenta una boccata d’ossigeno per Taranto anche se alcuni punti vanno approfonditi. Il documento non indica i tempi per il passaggio alla produzione con forni elettrici né la decisione su dove localizzare il polo Dri per produrre il preridotto necessario ad alimentarli. Nel documento si legge che le parti firmatarie «condividono la necessità che l’acquirente» degli asset industriali presenti, «nel rispetto dei tempi che saranno indicati in fase di aggiudicazione, le dovute istanze autorizzative sul versante ambientale e sanitario, che tengano conto della progressiva e completa decarbonizzazione dello stabilimento attraverso la realizzazione di forni elettrici in sostituzione degli altoforni che saranno gradualmente dismessi in un tempo certo».Le parti si impegnano a convocare una nuova riunione del tavolo in data successiva al 15 settembre (termine ultimo per la presentazione di offerte vincolanti della nuova gara) «per esaminare le prime evidenze della Procedura e valutare la possibile localizzazione degli impianti di preridotto». Saranno anche esaminate nuove prospettive per la reindustrializzazione delle aree libere, secondo gli indirizzi del «tavolo Taranto» tenendo presente il principio della valorizzazione dell’indotto, da attuarsi mediante una procedura di avviso per manifestazione di interesse agli investimenti industriali e produttivi, con la nomina di un commissario. Inoltre si favorirà l’incremento del Fondo sanitario regionale in misura che tenga conto dei dati epidemiologici, anche in funzione preventiva e di screening sanitario, nonché a favorire l’incremento delle risorse per il potenziamento del monitoraggio ambientale, il potenziamento delle attività di ricerca e studio attraverso «l’istituto di ricerche mediterraneo per lo sviluppo sostenibile». In questo quadro, si favorirà, c’è scritto nell’accordo, «la nascita di un polo tecnologico che possa operare in diversi ambiti industriali a supporto dello sviluppo produttivo sostenibile del territorio tarantino, salve le competenze dell’Arpa e il potenziamento delle infrastrutture, anche portuali. Saranno altresì valutate possibili misure in favore dei proprietari degli immobili nel quartiere Tamburi, anche attraverso lo snellimento delle procedure e il rifinanziamento del fondo». Per quanto riguarda i lavoratori dell’ex Ilva, si indica che, per «scongiurare o attenuare riflessi negativi sul versante occupazionale della transizione green dell’acciaieria saranno inoltre valutate misure di politica attiva e passiva del lavoro».Le parti, infine, si impegnano a sottoscrivere un accordo di Programma per predisporre misure adeguate in favore dello sviluppo del territorio, e per individuare strutture organizzative che monitorino le tempistiche dei procedimenti amministrativi ambientali riguardanti gli impianti strategici.L’accordo porta la firma dei ministri del Made in Italy, dell’Ambiente, della Salute, dell’Interno, della Regione Puglia, della Provincia di Taranto e dei comuni di Taranto e Statte, che indicano la collegialità dell’intesa. «Si compie un passo concreto verso quella decarbonizzazione dello stabilimento ex Ilva che per troppo tempo è rimasta solo una promessa. La firma del documento rappresenta un momento politico e istituzionale importante, che traduce finalmente in realtà un principio che per noi è stato sempre centrale: riconvertire senza distruggere, tutelare salute, lavoro e ambiente», ha commentato Gianfranco Palmisano, presidente della Provincia di Taranto sottolineando di aver chiesto «l’incremento del fondo sanitario anche in funzione preventiva e di screening sanitario».Un risultato quasi insperato per come si erano messe le cose alla vigilia con il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, che aveva puntato i piedi, dicendo che non avrebbe firmato il documento perché «così com’è strutturato non ci soddisfa». E anche dopo l’accordo ha specificato che non si tratta di un accordo di programma, bensì della semplice sottoscrizione di un documento che «non recepisce le nostre richieste».Ma alla chiusura di Bitetti si era contrapposto l’atteggiamento positivo del governatore della Puglia, Michele Emiliano. «Siamo qui per trovare un accordo, non per fingere di trovare un accordo. Occorre uscire dal dramma industriale dell’ex Ilva e decarbonizzarla».
Nel riquadro, il fotoreporter Niccolò Celesti (Ansa)
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