Studio di A2A: la scarsità d’acqua non dipende dal clima, bensì dal tasso di dispersione nella rete idrica. «Migliorarla creerebbe delle ricadute positive per 40 miliardi di euro».
Studio di A2A: la scarsità d’acqua non dipende dal clima, bensì dal tasso di dispersione nella rete idrica. «Migliorarla creerebbe delle ricadute positive per 40 miliardi di euro».In estate capita di frequente di sentir parlare di siccità in Italia. Eppure, uno studio condotto da A2A mostra che il problema non è la mancanza d’acqua nel nostro Paese, quanto piuttosto un difetto infrastrutturale che non permette la corretta distribuzione di una risorsa di cui non si può fare a meno. L’indagine condotta dal gruppo guidato dall’ad, Renato Mazzoncini, non lascia dubbi. Per superare l’emergenza idrica, spiega lo studio, servono investimenti per 48 miliardi di euro in dieci anni, 32,9 di questi solo per rendere più efficiente la rete idrica e tapparne le perdite. Poco meno di un terzo delle risorse viene infatti persa strada facendo, dice lo studio. In particolare, l’analisi riporta una perdita stimata del 31% delle risorse idriche (36 miliardi di metri cubi in meno) nel 2022 rispetto al 2021. Si tratta di volumi equivalenti a quattro volte il lago di Bolsena (9,2 miliardi di metri cubi) o 60 volte il lago Trasimeno (0,6 miliardi). In termini di volumi effettivamente disponibili per i vari utilizzi finali, si stima un calo di 7,1 miliardi di metri cubi in un anno, con impatti negativi sul settore agricolo, civile e industriale. Si tratta del volume totale di acqua consumata da 14 milioni di persone. Come spiega lo studio, insomma, gli operatori del settore dovranno portare avanti una serie di interventi mirati a ridurre gli sprechi rendere più resiliente il sistema ai fenomeni idrici estremi.In particolare, gli operatori dovrebbero favorire il riutilizzo dell’acqua, soprattutto in ambito agricolo, depurandone il più possibile. Questo sbloccherebbe altri 5,4 miliardi di metri cubi raggiungendo un valore totale di 14,4 miliardi. Si dovrebbero, inoltre, ridurre le perdite durante la distribuzione, con l’obiettivo di raggiungere il tasso di dispersione idrica medio europeo del 25%, e il contenimento dei consumi civili, attraverso un’azione di miglioramento della consapevolezza e un maggiore tracciamento di informazioni, anche grazie a una maggiore diffusione degli smart water meter individuali (i misuratori di consumi idrici, oggi in Italia al 4%, contro una media europea del 49%). Questo abiliterebbe complessivamente 1,6 miliardi di metri cubi di volumi idrici, che attualmente vanno perduti. La crescita della capacità di recupero delle acque meteoriche, attraverso l’autorizzazione di volumi aggiuntivi nelle grandi dighe e la costruzione di piccoli bacini di raccolta, permetterebbe un aumento della raccolta di acqua di altri 2,5 miliardi di metri cubi. Tutti questi interventi costerebbero 32,9 miliardi e genererebbero un risparmio idrico totale di 9,5 miliardi di metri cubi. Non solo: la riduzione stimata dei volumi idrici immessi in rete proveniente dall’efficientamento delle perdite e dal contenimento dei consumi porterebbe anche a un beneficio in termini di energia risparmiata pari a 1,4 TWh annui. Investire nel settore idrico significherebbe attivare nuovamente filiere di fornitura e subfornitura: secondo lo studio, ogni euro investito nel settore genera 1,6 euro di ulteriori ricadute economiche positive nei settori contigui. Di conseguenza, l’investimento necessario stimato di 32,9 miliardi di euro genererebbe ulteriori ricadute economiche indirette per il Paese pari a 52 miliardi di euro.In termini di energia elettrica, un efficientamento del sistema idrico permetterebbe il recupero di circa 12,5 TWh (il 73% della produzione idroelettrica persa nel 2022), a fronte di un investimento complessivo di circa 15 miliardi di euro. Insomma, grazie alle ricadute positive indirette sui settori attigui, circa 25 miliardi di euro generati dagli investimenti nella filiera energetica (pari a 1,64 euro ulteriori per ogni euro investito), la ricchezza totale distribuita sul territorio nazionale sarebbe complessivamente di circa 40 miliardi di euro.È lo stesso numero uno di A2A a spiegare che il segreto sta nel miglior utilizzo di acqua. «Sono necessari circa 50 miliardi di investimenti in 10 anni per la salvaguardia del ciclo idrico e della produzione di energia idroelettrica e l’azione congiunta di istituzioni, industria, cittadini», spiega Mazzoncini. «Riuso, riduzione e recupero possono rimettere in circolo 9,5 miliardi di metri cubi di acqua, più di quanto perso nel 2022 a causa della siccità. Inoltre, un miglior utilizzo di accumuli e centrali idroelettriche potrebbe generare 12,5 TWh l’anno di energia pulita, più dei consumi domestici annuali di tutta la Lombardia, un contributo essenziale per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione», conclude l’ad.
Enrico Bracalente (Ansa)
Il fondatore di NeroGiardini Enrico Bracalente: «I tratti vincenti di queste calzature sono lo stile italiano e la comodità. Crediamo che una scarpa debba essere così confortevole da dimenticare di averla ai piedi. La svolta? Investire in pubblicità: un grande brand deve essere noto».
Eugenia Roccella (Getty Images)
I ministri Roccella e Nordio puntano i fari sulle strutture per i minori, una rete di cooperative che fa girare quasi 1 miliardo all’anno per ricollocare i piccini sottratti alle famiglie. Il primo obiettivo è verificare quanti di questi provvedimenti siano sensati.
Carlotta Vagnoli (Getty Images)
Per oltre 23 mesi, Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene (candidata anche con Santoro) avrebbero perseguitato un uomo colpevole di avere una relazione parallela: «Lo dobbiamo mutilare».






