2021-01-08
Abreu e la sinfonia come un recovery plan
José Antonio Abreu (Isaac Brekken/WireImage/ Getty Images)
Il maestro ed ex ministro della Cultura venezuelano riscattò migliaia di giovani delle favelas con l'insegnamento delle composizioni classiche, dimostrando che investire sull'arte è una via per lo sviluppo. L'avevano già intuito i gesuiti che civilizzarono il Sud America.Si chiude un anno terribile sotto ogni punto di vista. Questa pandemia ha messo in luce aspetti tristi del nostro Paese, La mancanza di prospettive economiche e anche culturali.Tanti italiani purtroppo sono stati colpiti nelle loro prime necessità stentando a volte a mettere insieme il pranzo con la cena e questo è un problema che diventerà sempre più impellente.La pandemia però deve dare un'opportunità per riflettere su tanti valori che sono stati troppo trascurati a favore di un materialismo fine a sé stesso e di una sottocultura che ha preso piega privilegiando a volte la superficialità. In questo momento di inattività forzata dobbiamo cogliere l'occasione per costruire quello che di positivo non è ancora stato fatto fino ad ora.Vorrei parlare ora di un'esperienza di un viaggio che feci in Sud America attraverso le valli andine comprendenti Perù, Cile e Bolivia per spiegare il fenomeno di vicinanza tra culture lontane e la nostra tradizione europea che al momento soffre di una decadenza.Decadenza dovuta a una mentalità consumistica della civiltà occidentale che ha trascurato gli aspetti più spirituali. Ricordo questo viaggio in Sud America, attraverso le Ande peruviane. Raggiunsi Cuzco e iniziai a esplorare il territorio viaggiando su un treno che si inerpicava su per le montagne, fino a raggiungere quattromila metri di quota. Tralascio i dettagli non certo piacevoli dovuti all'altitudine.Il migliore toccasana, in ogni caso, era lo scenario: le cime innevate si riflettevano nelle acque azzurre del lago Titicaca, e all'orizzonte apparivano isole simili a miraggi, che poi svanivano senza lasciar traccia. Ma le valli andine serbavano altre sorprese: nel territorio erano sparse maestose basiliche in stile spagnolo, ricche di affreschi, testimonianze della presenza dei missionari gesuiti, giunti nel Seicento a seguito dei conquistadores. La più grande e la più preziosa fra queste architetture sacre è ornata di dipinti e di arredi, ed e nota come ≪la Cappella sistina delle Ande≫.L'opera della Compagnia di Gesù fu importante: i missionari si insediarono nel territorio chaco, fra i nativi guaraní, e fondarono numerose missioni, con l'intento di proteggere e difendere le popolazioni dalla rapacità degli spagnoli che sottraevano terre, libertà e ricchezze. La nascita e la storia dello Stato del Paraguay sono fortemente intrecciate all'azione dei gesuiti, che nella prima metà del Seicento riuscirono a essere parzialmente indipendenti dai governatori spagnoli e portoghesi. A un certo punto arrivarono a formare una sorta di repubblica teocratica, socialista ante litteram, basata sul lavoro collettivo e sul libero scambio, utilizzando le risorse naturali che appartenevano esclusivamente agli indios, ormai convertiti e riuniti nelle varie comunità.Allora i missionari riscontrarono che i nativi erano capaci di assimilare canti religiosi e brani anche polifonici. Favorirono lo sviluppo di quelle naturali qualità artistiche facendo venire dall'Europa strumenti di vario genere, insegnandone l'uso, la pratica e la costruzione, organizzando e realizzando laboratori di liuteria. In breve tempo, si crearono le prime orchestre e i primi cori delle popolazioni indigene delle foreste amazzonica e andina.Ma la situazione finì in tragedia con la cacciata dell'ordine dei gesuiti, accusati di aver favorito l'idolatria e di altri delitti. In realtà, penso che la loro organizzazione e la fiorente economia autoctona recassero danno ai potenti latifondisti portoghesi e spagnoli, i quali imposero ai religiosi e ai nativi di abbandonare le missioni, spingendoli a disperdersi all'interno del territorio. Al rifiuto seguì la reazione delle soldataglie inviate dal marchese di Pombal, potente ministro portoghese e massone, che avviò, nelle colonie dell'America latina, una vera e propria persecuzione dell'ordine gesuita, attuando una rigida politica di recupero e di monopolio delle risorse, con l'avallo complice della Chiesa.Oggi l'ottavo dipartimento della repubblica del Paraguay, con capitale San Juan Bautista, si chiama proprio Misiones. Negli anni passati un uomo straordinario, musicista e ministro della Cultura, José Antonio Abreu, ha creato un grandioso sistema sociale di recupero di centinaia di migliaia di giovani, attraverso lo studio della musica classica andando di persona nei quartieri più poveri delle varie città del Venezuela, portando e regalando a ognuno di essi uno strumento musicale. Per questi ragazzi poverissimi dediti prima alla droga e alla prostituzione, era una specie di riscatto sociale. Da questo straordinario progetto sono nate numerosissime orchestre giovanili, dai 10 anni in su, di sicuro valore e hanno girato il mondo intero risvegliando l'attenzione dei maggiori direttori d'orchestra grazie all'apporto economico del governo che ha beneficiato della genialità di questo progetto e ne ha fatto un motivo di orgoglio e prestigio per il Paese. Similmente a quello che avevano fatto i gesuiti secoli prima sfruttando la musicalità innata dei nativi. Ricordo ancora l'emozione e la commozione di Abreu quando venne invitato a suonare con Gustavo Dudamel e con questi giovani che si impegnavano con una intensità e un entusiasmo veramente straordinari.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)