2025-10-17
«Abolire la Cartabia», ovazione degli avvocati
Marta Cartabia (Imagoeconomica)
Francesco Greco, presidente del Consiglio nazionale forense, ha aperto il congresso della categoria bollando la riforma licenziata dal governo Draghi come «la peggiore: ha snaturato il rito civile». L’attacco: «Introdotte norme spaventose nel processo penale».Che Marta Cartabia non fosse l’erede di Giustiniano, un po’ si era capito. Ma la giurista lombarda, cara a Mario Draghi e a Sergio Mattarella, rischia di essere il primo ministro della Giustizia ad aver firmato una riforma dei processi che l’avvocatura italiana chiede di buttare tutta nel cestino. Dopo soli quattro anni e nonostante una prima revisione sul civile. «Sono stati smantellati i pilastri fondamentali del diritto: dietro ogni causa ci sono persone, diritti, progetti di vita», ha denunciato ieri Francesco Greco, penalista palermitano che presiede il Consiglio nazionale forense. Un giudizio che pesa come un macigno sulle capacità tecniche dell’ex presidente della Consulta, ritenuta uno dei nomi forti nel caso, per il dopo-Mattarella, si optasse per una donna.Ieri mattina, al congresso dell’avvocatura in corso a Torino, quando Greco ha detto «aboliamo la riforma Cartabia», è venuto giù mezzo Lingotto. Quella riforma varata durante il governo Draghi, con il sogno di snellire i processi e accorciare i tempi della giustizia, non è mai piaciuta a chi ogni giorno combatte nelle aule di tribunale. Ma quel pacchetto di norme dal sembiante efficentista era necessarie per acchiappare i miliardi del Pnnr. Adesso il termine finale per il raggiungimento degli obiettivi del Pnnr (giugno 2026) comincia ad avvicinarsi e allora ecco la proposta che il Consiglio nazionale forense lancia a tutte le forze politiche: aboliamo l’odiata riforma appena siamo fuori dal piano straordinario Ue.Per Greco, la riforma Cartabia è «la peggiore che il nostro sistema giudiziario abbia subito», perché «ha snaturato il rito civile, trasformandolo in un processo senza il processo, prevedendo un contraddittorio senza contraddittori, un dibattimento senza alcuno che dibatte, con un sistema che consente un abuso della trattazione scritta». Quanto al penale, il giudizio dell’avvocatura associata è fin peggio. Sempre Greco, nella sua relazione introduttiva, ha affermato che nel «processo penale sono state introdotte norme che possono essere definite solo spaventose, come quella che prevede che per interporre appello al difensore deve essere rinnovata la procura, dimenticando o forse nella consapevolezza che i meno abbienti, ai quali in udienza viene nominato il difensore d’ufficio, mai si recheranno a conferire il mandato di fiducia al difensore per proporre appello». Insomma, i cittadini con meno mezzi rischiano di avere, di fatto, accesso a un solo grado di giudizio. Non male per una riforma firmata da una giurista di matrice cattolica progressista.Da mesi, per non dire anni, l’Unione camere penali segnala che la parte della riforma Cartabia, che sognava di ridurre il numero dei processi intervenendo sull’obbligo di eleggere domicilio presso l’avvocato e che riguardano le impugnazioni in appello, non ha fatto altro che dare vita a una ridda di sentenze creative. Ma, soprattutto, riduce l’imputato un mero numero. Mentre sul civile, a novembre dello scarso anno, si è provato a mettere una pezza con una sorta di «riforma della riforma», intervenendo su notifiche e digitalizzazioni. Ma resta il problema di un processo che, secondo gli avvocati, è diventato un non processo. Forse qualcosa già pronto per essere risolto dall’Intelligenza artificiale.E a proposito di Ia, il Consiglio nazionale forense ha appena pubblicato online una consultazione per l’acquisizione di un servizio di Intelligenza artificiale dedicato all’avvocatura, che prevede un «servizio di ricerca giurisprudenziale e normativa; un servizio di redazione documenti legali; un servizio di analisi documentale con funzionalità complete di elaborazione contenuti multimediali; garanzie sulla protezione dei dati con il divieto assoluto di training sui dati degli utenti; localizzazione del trattamento dati; segregazione dei dati; conformità normativa». In ballo con il governo c’è anche la riforma della professione, con il testo degli avvocati già recepito dal governo come testo base. Greco ha anche ribadito l’importanza del segreto professionale e ha criticato «lo scempio di avvocati che in televisione parlano dei processi che hanno in corso, dando una immagine pessima del ruolo del difensore». Per ultimo, ha annunciato norme professionali per impedire che chi non fa più l’avvocato si fregi del titolo di avvocato. Detto nella città che fu di Gianni Agnelli non è banale.La proposta degli avvocati di abolire la riforma Cartabia per meglio tutelare i cittadini adesso è lì, affidata a partiti e governo. Il particolare bizzarro è che la giurista Cartabia può sopravvivere politicamente alla sua stessa riforma e succedere a Mattarella, proprio là dove le leggi non le si scrive, ma le si promulga.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.