2021-09-04
Cacciati dall’Italia, arrestati a Lampedusa
Ennesima tegola sulla gestione della Lamorgese. Cinque tunisini e un egiziano beccati sull'isola: erano rientrati nel nostro Paese dopo il decreto di espulsione. Risultato? Finiscono ai domiciliari nell'hotspotL'isoletta scoppia. Lampedusa barcolla. Il premier, Mario Draghi, ha magnanimamente elogiato l'inerte ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese. Eppure, nel paradiso del Mediterraneo diventato eden migratorio, ogni giorno porta con sé la sua ineluttabile pena. Ieri, per dire l'ultima, ne hanno arrestati ( sei durante un'operazione antidroga. Tutti clandestini: cinque tunisini e un egiziano. Li ha acciuffati la squadra mobile. Cacciati dall'Italia, con un decreto di espulsione, erano a zonzo. Sono finiti agli arresti domiciliari nell'hotspot di contrada Imbriacola. A Lampedusa non ci sono celle di sicurezza. Così, il pm di turno della procura di Agrigento è stato costretto a rinchiuderli nello straboccante centro di accoglienza. Adesso chiederà il nullaosta all'espulsione. Poi i sei saranno riaccompagnati, per l'ennesima volta, alla frontiera.L'hotspot, nelle stesse ore, veniva pure ispezionato dai carabinieri: precarie condizioni sanitarie, soprattutto nelle ultime settimane. Proprio mentre esplodeva. Dovrebbe accogliere 250 ospiti. È arrivato ad averne anche 1.200. Intanto, le pompe delle scarichi fognari non funzionavano. Così, la procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta, dopo un esposto di Legambiente, che denunciava «un gravissimo caso di inquinamento ambientale». È passata invece alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo l'indagine sul gigantesco sbarco del 28 agosto scorso. Erano in 539. Tutti stipati su un barcone di legno. Li avevano tenuti per settimane nei lager di detenzione in Libia. Dietro, ci sarebbe una organizzazione criminale. «Record di sbarchi a Lampedusa» commentava Matteo Salvini. «Lamorgese, la persona sbagliata al posto sbagliato». Da giorni, il leader della Lega attacca il suo successore al Viminale: «Un ministro dell'Interno difende i confini: io l'ho fatto e per questo sono andato a processo» ricorda una settimana fa. «Spero che il ministro dell'Interno, se c'è, si svegli. Altrimenti lo faccia fare a qualcun altro».Draghi, durante la conferenza stampa seguita all'ultimo consiglio dei ministri, ha però difeso Lamorgese: «Ha lavorato molto bene. I numeri di quest'anno non sono spaventosi, ci sono stati anni molto peggiori». Poi il premier ha aperto a un possibile incontro tra i due contendenti: «Bisogna chiedere a lei, ma secondo me dovrebbe essere un chiarimento interessante, in cui la ministra e Salvini possono esprimere i loro pareri e ciò che non va. Ma ciò non va raffrontato a quattro o cinque anni fa. Non certo all'anno della pandemia in cui si è fermato tutto, anche i migranti». E dove si terrà l'eventuale e attesissimo colloquio? «Magari non in televisione o in streaming…».Dunque, restiamo in trepida attesa di questo scontro tra titani. Da un lato del ring, lo sfidante, Matteo Salvini, che rivendica i suoi trascorsi al Viminale: ingiustamente funestati a posteri, sostiene l'interessato, da lunari inchieste giudiziarie. Dall'altro lato, la detentrice del titolo, per di più da due governi di fila, l'ex prefetta Lamorgese: anche i più benevoli, per quanto possano spremere le meningi, non ricordano cos'abbia fatto per fermare gli sbarchi a Lampedusa ed evitare il collasso del centro d'accoglienza. Fino all'ultimo paradosso: i domiciliari di sei clandestini nell'hotspot.Ecco, prima o poi, potrebbe esserci questo faccia a faccia. Con Draghi a far da moderatore. Certo, i leghisti non hanno apprezzato la difesa d'ufficio del premier. Anche perché i numeri, a differenza di quanto lascia intendere il presidente del consiglio, restano impietosi. Quest'anno, tra giugno e agosto, sono arrivati sulle coste italiane il 73,8 per cento di immigrati in più rispetto al 2020. Ma il confronto diventa impietoso con lo stesso periodo del 2019, mentre al Viminale regnava Salvini: sbarchi cresciuti del 591,6 per cento.«Lasciamo parlare i numeri» infieriscono difatti i leghisti. «Un incontro con lei e il presidente Draghi è urgente e necessario». Giorgia Meloni, sulle barricate dell'opposizione, non è ovviamente tra gli invitati. Ieri, ospite di Morning news su Canale 5, conferma: Fratelli d'Italia presenterà una mozione di sfiducia contro Lamorgese. «Stiamo raccogliendo le firme, facendo scouting alla camera e al senato» rivela. «Dalla gestione dell'immigrazione al resto, mi pare che il ministro abbia ampiamente dimostrato di non essere all'altezza del compito». Tra le doglianze, non ci sono solo Lampedusa, i barconi e i clandestini ai domiciliari nel centro d'accoglienza. «Ha consentito che, per giorni e giorni, migliaia di scappati bivaccassero a Viterbo, in un rave party illegale nel quale ci sono stati morti, stupri e droga».A spalleggiare la ministra, oltre a Draghi, giunge Enrico Letta. «Attacchi pretestuosi, esclusivamente legati a giochi politici che noi rifiutiamo» controbatte il segretario del Pd. «Sosteniamo la ministra. Sta facendo un buon lavoro in un momento difficile». Soccorso rosso, senza paura di arrossire.
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)
Francesca Albanese (Ansa)