
Il gioco estivo del settimanale: le donne rispettabili sono quelle di sinistra; le altre vanno sculacciate, zittite, svegliate.Un tempo le prime pagine dell'Espresso erano note per esibire tette, culi e procaci fanciulle in atteggiamenti lascivi. Ultimamente, specie da quando Marco Damilano è diventato direttore, esibiscono soltanto spocchia e superiorità morale. Si è fatta notare, qualche settimana fa, la cover con il titolone «Uomini e no», il cui senso era: chi tifa accoglienza è un uomo, chi non la fa è un subumano tipo Matteo Salvini. Il nuovo numero batte sempre sullo stesso tasto. Il titolo è «Ferie d'agosto. Caccia all'immigrato. Razzismo mascherato. Salvini dappertutto. Fame di poltrone. Le vacanze degli italiani nell'estate sovranista». L'immagine è eloquente: sotto un ombrellone tricolore è accomodata una famiglia i cui componenti (madre, padre e bimbo piccolo) indossano i cappucci bianchi del Ku Klux Klan. Di nuovo, il messaggio è chiaro: gli italiani che sostengono l'attuale governo sono una manica di razzisti. L'editoriale di Damilano non fa che rincarare la dose. Invoca una grande manifestazione della sinistra contro il razzismo e se la prende con l'esecutivo che nega l'allarme xenofobia perché «la negazione di un fenomeno, o la sua sottovalutazione, è la prima delle giustificazioni». Insomma, L'Espresso per l'ennesima volta ci spiega quanto facciano schifo leghisti e grillini, manica di intolleranti e ignoranti che non sono altro, «bestie» senza dignità. Solo che, sfogliando la rivista, viene il sospetto che l'unico ad andare in ferie sia stato il cervello di qualche redattore. Non si spiega altrimenti il «gioco test» che compare alla pagina 38, protraendosi fino alla 43. Si intitola «Sei Di Maio o Salvini?» e dovrebbe essere un passatempo divertente, una simpatica trovata per far scoprire ai lettori se stiano «già cedendo alle suggestioni del nuovo potere». Rispondendo a 20 domande, si può scoprire se si è più in linea con il leader leghista o con quello pentastellato. Alcuni quesiti sono scontati, altri vorrebbero mostrare una vena polemica. Poi si arriva alla domanda 15, e tutto cambia. Chi l'ha elaborata ha recuperato lo spirito sporcaccione dell'Espresso dei tempi che furono, riuscendo però a peggiorarlo. La richiesta ai lettori è la seguente: «Idee politiche a parte, fareste sesso con...». Seguono i nomi di alcuni politici, divisi in maschi e femmine. Nella categoria maschile, bisogna scegliere se fare sesso con «Roberto Fico perché è ruspante; Emmanuel Macron perché è poliedrico; Davide Casaleggio perché è indecifrabile; Giancarlo Giorgetti perché sa come si fa». Vabbè, di sicuro non si ride, ma nemmeno ci si scandalizza. Ma è la categoria femminile a lasciare allibiti. Bisogna scegliere se fare sesso con «Daniela Santanchè per zittirla; Marine Le Pen per sculacciarla; Chiara Appendino per svegliarla; Giulia Bongiorno per disinnescarla». Cioè: con gli uomini si va a letto perché sono attraenti, esperti o misteriosi. Con le donne, invece, si fa sesso per farle tacere, per sculacciarle o comunque ridurle a più miti consigli. Certo, nella fervida mente del direttore dell'Espresso le varie risposte dovrebbero rappresentare le idee dell'elettore legastellato medio, il cretino con l'anello al naso che odia i migranti e disprezza le donne. In realtà, questo test rappresenta soltanto lo squallore e la doppiezza morale di una rivista che trasuda astio. Tra l'altro, il giochettino estivo ha fatto vorticare le scatole anche a un bel po' di gente di sinistra. Il comitato «Se non ora quando» ha scritto su Facebook: «Dall'Espresso non ce lo aspettavamo proprio: uomini da scegliere per i propri pregi, donne per i correlati difetti». La giornalista-attivista Claudia Sarritzu, su Globalist.it ha definito «squallido» il test, altre sue colleghe impegnatissime e progressiste si sono espresse nello stesso modo. Daniela Santanchè, dal canto suo, ha commentato con grazia: «Nel suo “gioco estivo" L'Espresso chiede ai suoi lettori se farebbero sesso con me per “zittirmi". Femministe, ovviamente, non pervenute... Comunque non s'illuda il direttore Marco Damilano: zittirmi è impresa assai ardua, in qualunque situazione». E, in effetti, non ha tutti i torti: se un test del genere l'avesse proposto un giornale «di destra» o «populista», apriti cielo. Sarebbero fioccati editoriali indignati su Repubblica e pure... sull'Espresso. Nel 2017, per dire, il magazine pubblicò un servizio intitolato: «Donne, oggetti erotici senza cervello. Viaggio negli spot che (dovrebbero) offendere tutti», una intemerata contro le pubblicità sessiste e misogine. Nello stesso anno, ecco il pregevole intervento di Michela Murgia sulla necessità di combattere il patriarcato adottando il termine «matria» al posto di «patria». Più di recente troviamo feroci interventi di Laura Boldrini, articoli contro il machista Donald Trump e via dicendo: un'intera antologia dell'antisessismo militante. A scrivere il test pare sia stata Stefania Rossini, una donna dunque. È stata lei a firmare sul sito del settimanale una letterina di spiegazione rivolta agli innumerevoli lettori che hanno scritto per protestare. «Per non essere riusciti a spiegare bene lo spirito del gioco e per non aver tenuto conto dell'uso che ne avrebbero potuto fare i social», scrive la Rossini, «ci scusiamo volentieri». Chiaro, no? Non hanno spiegato bene «lo spirito», e poi i social hanno fatto il loro, manipolando e fraintendendo... Spiace per la Rossini, ma lo spirito del test è chiarissimo e nessuno lo ha frainteso. Secondo L'Espresso non ci sono solo «Uomini e no», ma pure «Donne e no». Le donne rispettabili sono quelle di sinistra; le non donne sono tutte le altre. Quelle che si possono sculacciare e zittire, quelle con cui si fa sesso per «svegliarle» o «disinnescarle». Se è ironia, non la capiamo. Dopo tutto, siamo gente semplice, ferma al Bagaglino, dove Martufello usava dire: «Fa ride? No, fa schifo».
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