2024-11-20
A difendere il lavoro ormai sono rimasti solo i contadini
Mentre i sindacati combattono il «fascismo», gli agricoltori da soli lottano contro scelte economiche distruttive come le tasse del governo laburista inglese e l’accordo di scambio che l’Ue vuol firmare con l’America del Sud.Da qualche mese non si vedevano agricoltori in piazza. Sicuramente impegnati a lavorare nei campi e superare l’estate che è la stagione più delicata per il raccolto. Non si vedevano anche perché né il governo inglese, né il G20 e nemmeno - per il momento - la Commissione avevano dato loro motivi validi come quelli che li hanno portati negli ultimi due inverni a riempire le piazze in Germania, Olanda, Polonia, Francia e Bruxelles. Ieri invece si sono fatti vivi sia a Londra che a Parigi e in altre città francesi. Nel primo caso hanno bloccato la mobilità inglese per dire no alle nuove tasse annunciate dal governo di Keir Starmer. Nel mega piano di prelievo della sinistra inglese c’è anche una quota tutta dedicata ai coltivatori diretti. Si tratta dello stop all’esenzione sulle imposte di successione. Per oltre tre decenni gli agricoltori della Gran Bretagna ne hanno beneficiato per evitare che la situazione patrimoniale delle fattorie (già stressate da una liquidità scarsa) finisse con il degenerare.Ora per mano del ministero dell’Ambiente si applicherà l’imposta al di sopra del milione con un bel 20% di prelievo. La cifra può sembrare alta: non lo è. E lo hanno spiegato benissimo ieri i capi della protesta, tra cui spicca un volto famoso prima della Bbc e poi di Amazon tv, Jeremy Clarkson. Famoso per la longeva trasmissione sulle auto, il presentatore durante il periodo del Covid ha avviato una fattoria e oltre a farci un reality ne ha tratto uno spunto di lotta politica. Dimostrando che in questa stagione di passaggio da un mondo globalizzato a uno di filiera corta i contadini sono rimasti gli unici a fare battaglie di piazza contro la politica per difendere il lavoro e la sostenibilità dell’intera filiera che esso rappresenta. È l’ultima categoria a usare le braccia, a rappresentare quello che molti decenni fa si chiamava proletariato. È l’ultima categoria a simboleggiare i beni e la vera sovranità produttiva. Non a caso gli altri sindacati - e ci riferiamo all’Italia soprattutto - fanno sciopero per motivi politici. Abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni le mosse di Maurizio Landini. Scende in piazza contro il fascismo, per chiedere più soldi da una manovra vincolata dal Patto di stabilità che la Cgil non ha mai avversato prima. Denuncia ora l’austerity, quando per anni è rimasta zitta. Ma se la Cgil è un caso estremo, si può dire chiaramente che i sindacati in Italia e in Europa non difendono le braccia che lavorano. In gran parte per colpa loro, e in parte per colpa della smaterializzazione del lavoro. È difficile porre linee di demarcazione quando il lavoro è online, tratta di sicurezza cyber o si occupa di sviluppare l’Intelligenza artificiale.Invece i campi sono tangibili e il cibo che ne deriva ha un prezzo ben preciso, viaggia su canali altrettanto identificabili e impatta direttamente sulle tasche dei cittadini. Non è dunque un caso se sempre ieri gli agricoltori francesi hanno sfilato con i trattori contro Emmanuel Macron e la sua posizione debole nel consesso del G20. In ballo c’è l’accordo tra Europa e Mercosur. Appena Ursula von der Leyen è stata sicura di conservare il posto, ciò che aveva promesso ai trattori che assediavano Palazzo Berlaymont a Bruxelles lo scorso anno e questa primavera si è dissolto come neve al sole. Così in Brasile sono ripartite le trattative per l’accordo Mercosur di libero scambio tra l’Unione europea e i Paesi latinoamericani: Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay con l’aggiunta della Bolivia.La faccenda è annosa quanto complicata: se ne parla da quasi trent’anni. Il nocciolo della questione è, però, sempre quello: gli agricoltori non ci stanno a essere usati come merce di scambio per favorire la finanza d’Olanda, la meccanica e, in particolare, le auto della Germania e non vogliono portarsi in casa concorrenti che non hanno gli stessi standard né di rispetto dell’ambiente, né qualitativi, ma neanche etici. Il Brasile è il Paese che ha disboscato di più. È quello che ospita Jbs, il colosso mondiale della carne, accusata di spazzare via la foresta amazzonica e di usare lavoro minorile per fatturare 390 miliardi di euro. Nei suoi allevamenti vengono somministrati antibiotici, del tutto vietati in Europa, in massicce dosi. È anche uno dei primi finanziatori della carne sintetica. Il Brasile usa una quantità enorme di fitofarmaci e pesticidi del tutto vietati in Europa, li ha incrementati di quattro volte negli ultimi venti anni. Il presidente brasiliano Lula ha già detto che non intende accettare alcuna limitazione di tipo ambientale o etico, che continuerà a disboscare l’Amazzonia e non intende accettare gli standard europei. Chiudere l’accordo significherebbe tagliare le gambe ai nostri allevatori e agricoltori. Per questo i trattori protestano. Le relazioni con l’Italia sono un caso da letteratura. Nei primi sei mesi del 2024 abbiamo importato dal Brasile per 2 miliardi e 318 milioni. Un miliardo e 437.000 sono costituiti da prodotti agricoli e 449 milioni da prodotti alimentari pari all’81,3% dell’import. Abbiamo esportato per 2 miliardi e 866 milioni; macchinari e autoveicoli fanno 2 miliardi e 335 milioni, in pratica l’81,5% del nostro export. Tra agricoltura e agroalimentare vendiamo poco più di 300 milioni di prodotti. Ma se non si pareggiano gli standard finisce con il cadere qualunque tipo di filtro e barriera. Per di più alla faccia dell’ambientalismo spinto di cui Bruxelles si fa portabandiera proprio per vessare le ultime categorie produttive. Quindi ben vengano i trattori, macchine ancora collegate all’uomo, che sanno fare opposizione politica sui temi della sovranità nazionale. Vale sia dentro i confini Ue sia fuori come in queste ore cruciali. Visto che al G20 il tema Mercosur è in cima all’agenda. Ma c’è da scommettere che le strade di Bruxelles si riempiranno di nuovo di mezzi agricoli e non per spalare la neve. Le battaglie contro la vecchia Commissione purtroppo torneranno a rendersi necessarie. Dal Green deal alla legge Natura. Passando per la Pac fino agli accordi con i Paesi terzi.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.