2018-08-10
A Bologna regalo del Pd ai musulmani Salvini: «Nuova legge sulle moschee»
Il Comune guidato da Virginio Merola fa uno sconto del 91,3% sull'affitto al centro islamico e concede la possibilità di ampliarlo a dismisura. Il ministro dell'Interno: «Vogliamo chiarezza sui finanziamenti».Matteo Salvini appare più che mai deciso: «Stiamo lavorando», dice alla Verità, «a nuove norme per l'apertura di luoghi di culto». Laddove i luoghi di culto sono, come è facile immaginare, quelli islamici: le moschee. «Vogliamo chiarezza sui finanziamenti, sul rispetto delle regole, sul rispetto delle nostre tradizioni, delle nostre libertà e dei nostri valori», spiega il ministro dell'Interno. E aggiunge: «A Bologna, come in nessuna altra città, ci possono essere sconti o vie privilegiate». La situazione a cui il leader leghista fa riferimento è piuttosto spinosa, e da qualche giorno infiamma una polemica feroce nel capoluogo emiliano. Il Comune felsineo, guidato da Virginio Merola del Pd, ha fatto un bel favore alla comunità musulmana locale. La Giunta ha da poco approvato una delibera per cedere ai fedeli di Allah il terreno su cui oggi sorge il centro islamico di via Pallavicini. Il diritto di superficie durerà ben 99 anni, un'infinità. Per giustificare l'operazione, la Giunta ha spiegato che sarà effettuata una «permuta alla pari», 305.000 euro contro 305.000 euro. In sostanza, in cambio della cessione del terreno su cui sorge la moschea, il Comune otterrà dai musulmani un altro terreno, un'area di 6.587 metri quadri in via Felsina. Tale appezzamento è di proprietà dell'Ente gestione beni islamici d'Italia, con sede a Segrate. Di che si tratta? Scoprirlo è facile, basta farsi un giro sul Web. Stiamo parlando di una associazione il cui nome arabo è Al Waqf Al Islami fi Italiya. È stata fondata nel 1989, e tra gli ideatori c'è Ali Abu Shwaima, ovvero il capo del centro islamico di Segrate, a Milano. Costui, tanto per intendersi, è il signore che, nel 2016, dichiarò: «È più decoroso e di rispetto per una donna che non vada in bicicletta». Insomma, non stiamo parlando esattamente di un progressista. Sul sito del centro islamico di Milano si legge che l'obiettivo dell'Ente di gestione dei beni islamici è quello di «sottrarre i luoghi di culto ai condizionamenti dei contratti di locazione nelle diverse località di maggiore concentrazione islamica», e si spiega che Shwaima fu il primo presidente dell'associazione. L'Ente islamico non solo potrà gestire il terreno su cui sorge il centro bolognese, ma avrà presto la possibilità di acquistarlo totalmente a prezzo scontato. Come ha spiegato il Resto del Carlino, infatti, l'associazione «potrà riscattare anticipatamente il diritto di superficie acquisendo la completa proprietà dell'area: con 250.000 euro dopo dieci anni, con 110.000 dopo 60 anni». In pratica, più passeranno gli anni meno gli islamici spenderanno per riscattare l'area. Ma c'è di più. La delibera della Giunta contiene un passaggio sorprendente. Essa prevede «la possibilità, a fronte di documentata esigenza e nel rispetto delle prestazioni richieste [...] interventi di nuova costruzione per volume totale non superiore a 7000 metri cubi». Tradotto, significa che i musulmani potranno godere di circa 2.200 o 2.300 metri quadrati edificabili. Volendo, potrebbero non solo ampliare il centro culturale, ma anche dotarlo di foresteria, spazi commerciali... Insomma, diventerebbe una gigantesca moschea. Secondo il sindaco Merola, «si tratta di un passo in avanti, la permuta e quindi la delibera non pongono ostacoli a progetti futuri. Si tratta di un accordo con la comunità islamica che è frutto di una convivenza che ha dato ottimi risultati». Molto soddisfatto, chiaramente, anche Yassine Lafram, presidente dell'associazione Comunità islamica bolognese, il quale esclude che sarà costruita una grande moschea, ma dichiara: «Interverremo per dare ai locali di via Pallavicini un'identità più dignitosa, tutta l'area ha bisogno di una riqualificazione, anche con più illuminazione». La cessione del terreno non è l'unica gentilezza che il Comune di Bologna ha riservato ai musulmani. Come ha denunciato Galeazzo Bignami, parlamentare di Forza Italia, a questi signori viene già applicato uno sconto sul canone d'affitto dell'immobile utilizzato dal centro islamico. Dal 2014, infatti, una convenzione tra l'amministrazione bolognese e il centro islamico stabilisce che «il canone annuo di concessione è determinato in euro 4.000, con una riduzione del 91,30% del canone stimato dal Settore patrimonio pari a 46.000 euro». Come si giustifica questo sconto mostruoso? Secondo il Comune, «in ragione del rilevante valore sociale e culturale delle attività promosse e svolte». Risulta evidente che, in tutta questa storia, ci siano fin troppi punti oscuri. Proviamo a riepilogarli. 1 Il Comune di Bologna, da anni, dà in affitto un immobile alla comunità islamica con uno sconto del 91,3%: i musulmani pagano 4.000 euro all'anno invece di 46.000.2 Ora la Giunta, con una delibera, ha fatto un ulteriore passo avanti. I musulmani godranno per 99 anni del diritto di superficie del terreno su cui sorge il loro centro. E, ovviamente, smetteranno di pagare anche il poco di affitto che versano ora. 3 Oltre al diritto sul terreno, i musulmani otterranno anche la possibilità di svolgere nuovi interventi di edilizia su una superficie di 7.000 metri cubi, cioè 2.200-2.300 metri quadri. Uno spazio enorme, in cui in effetti potrebbe sorgere una nuova grande moschea. 4 In cambio di tutto questo, che cosa offre la comunità islamica? Un terreno in via Felsina. Un'area verde che, attualmente, non è edificabile. Ma davvero conviene scambiarla alla pari, per soli 305.000 euro, con un terreno su cui sorge un immobile che potrebbe anche essere ampliato? Non è un po' assurdo? 5 Per altro, a occuparsi della faccenda è l'Ente di gestione dei beni islamici d'Italia, con sede a Segrate, e non direttamente la comunità islamica bolognese. Questo ente è, in realtà, un'associazione che fa parte dell'Ucoii, ovvero l'Unione delle comunità islamiche d'Italia, il cui nuovo presidente nazionale, dalla metà di luglio, è proprio Yassine Lafram, cioè il responsabile del centro islamico di Bologna. Il ruolo dei musulmani di Segrate è interessante. Prima delle elezioni del 4 marzo, i responsabili del centro islamico milanese hanno invitato i propri fedeli a votare «per chi ha sostenuto lo ius soli», ovvero il Partito democratico. Sempre sul sito del centro islamico è ancora ben visibile il ringraziamento al governo a trazione Pd per «la fermezza mostrata» all'Onu, votando «contro il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e la sua dichiarazione di nominare Gerusalemme capitale dello Stato ebraico». Insomma, ancora una volta si conferma il legame fra un bella fetta della comunità islamica e gli esponenti dem. Ecco perché la Lega, sulla vicenda bolognese, vuole andare fino in fondo. A settembre la delibera dell'amministrazione felsinea sulla cessione del terreno ai musulmani sarà votata (e quasi sicuramente approvata) dal Consiglio comunale. La leghista Lucia Borgonzoni promette che impugnerà l'atto e chiederà «una perizia sul reale valore del terreno, già oggetto di tentata permuta sempre da parte dello stesso Merola, in funzione della costruzione di una grande moschea cittadina ormai più di dieci anni fa». In ogni caso, questa storia dimostra che, riguardo i centri culturali islamici e le moschee presenti sul territorio italiano, c'è ancora molto da fare. Ora Salvini promette che metterà mano alla pratica, studiando «nuove norme» che garantiscano chiarezza. Ecco, è esattamente questo che serve: un po' di chiarezza, finalmente.
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