2021-02-24
Sequestrati 11 milioni dal forziere del broker accusato di truffa a Conte
Antonio Conte (C.Villa/Getty Images)
Massimo Bochicchio gestiva fondi per 2 miliardi. Spunta la denuncia del fratello dell'allenatore.Massimo Bochicchio, il broker di Capua che avrebbe truffato l'allenatore dell'Inter, Antonio Conte, per 30 milioni di euro, è indagato per riciclaggio dalla Procura di Milano. Nei giorni scorsi la Guardia di finanza ha ricevuto mandato per sequestrare al manager della Tiber Capital 10 milioni e 900.000 euro. Potrebbe essere solo la punta dell'iceberg. Il tesoro infatti sarebbe stato spostato su un trust su cui la magistratura sta ancora indagando.Nel decreto di sequestro preventivo si parla poi di un'altra denuncia, presentata da Daniele Conte, fratello di Antonio, a Roma, dove Bochicchio è indagato per appropriazione indebita e truffa aggravata. Quindi le Procure che indagano su Bochicchio sono due. E si aggiungono alla sentenza della corte di Londra che aveva già disposto lo scorso anno il congelamento di 61,4 milioni di dollari, tra proprietà di lusso a Miami, in Italia e Londra, tra cui anche la lussuosa casa di Holland Park, dove aveva vissuto il mister dell'Inter ai tempi del Chelsea. Bochicchio è irreperibile. A quanto pare si trova a Dubai, ma in questi mesi sarebbe stato anche a Hong Kong e Madrid, alla disperata di ricerca di trovare i soldi per tappare i buchi che si è lasciato indietro in questi anni da consulente finanziario. Le fiamme gialle cercano. Le cifre su cui sta lavorando la Procura di Milano sono impressionanti. Il 25 agosto del 2020, pochi giorni dopo l'esplosione del caso sui giornali, è proprio Bochicchio, intercettato, a parlarne al telefono con «tale Bruno». Gli spiega che rispetto alla vicenda che vede coinvolto Conte starebbe gestendo un investimento da 1 miliardo e 800 milioni. «Quando tu fai una scelta di un investimento su un billion e otto di investimento, 106 milioni, perché poi non lo dicono ma non sono 30 di Antonio Conte, in realtà l'investimento è di 106 milioni, però chiaramente l'unica cosa che risulta è solo la posizione di Antonio, perché le altre sono state tutte quante settled», spiega l'ex banchiere di Hsbc a Milano.Bochicchio avrebbe convinto in questi anni manager e Vip ad affidargli i loro patrimoni, con la promessa di investire all'estero, spesso in paradisi fiscali, con rendimenti molto alti. In realtà faceva trading sulla piattaforma Interactiv Brokers, investendo su derivati, futures e comodities. Ma i clienti, questo, non lo sapevano. Avrebbe anche fatto sottoscrivere azioni false di Facebook e Alibaba. Nel decreto viene citato anche lo studio Arienti di Bologna, commercialista dell'ex patron di Cisa, Rodolfo Errani, uno dei tre fondatori della Tiber. La Guarda di finanza ha anche scoperto che alcuni clienti del broker campano avevano investito soldi mai dichiarati al fisco: potrebbero essere indagati per evasione fiscale. Ma non ci sarebbero stati solo calciatori, agenti del mondo del pallone e imprenditori. Ci sarebbe stata anche gente «brutta, brutta», come si legge nelle telefonate che Arianna Iacomelli, moglie di Bochicchio, si è ritrovata a ricevere nel periodo della fuga all'estero del marito. A dare una svolta alle indagini è stato il fratello di Antonio Conte, Daniele. Che il 22 ottobre scorso dopo aver sporto denuncia alla Procura di Roma, ha spiegato come nel 2017 «avessero aderito alla proposta di Bochicchio di investire 24 milioni di euro nel fondo Kidman con sede nelle Virgin Island. Lo avrebbero fatto perché da garante ci sarebbe stata anche Hsbc, con conti correnti in Svizzera e Inghilterra. È proprio il fratello di Conte, che ha lavorato anche per la Tiber, a spiegare che Bochicchio, dopo aver raccolto il denaro dagli investitori, utilizzava i soldi per il suo «elevato tenore di vita». Si parla di case a Londra, Roma, Capalbio, jet privati, opere d'arte, tra cui sette Mario Schifano, due litografie di Marilyn Monroe di Andy Warhol, Picasso e Balla e una Mercedes da 200.000 euro.
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.