2025-01-12
Zuck vuota il sacco. «Biden ci impose censure sui vaccini»
Lunga (e ipocrita) confessione del magnate: «Preteso il silenzio sugli effetti collaterali». E Meta elimina gli assorbenti «da uomo».La via di Damasco, ultimamente, sembra è parecchio affollata. Il vento politico è cambiato, i conservatori e le destre avanzano un po’ ovunque, Elon Musk è diventato il principale regolatore del dibattito politico mondiale. Di conseguenza, il cosiddetto capitalismo woke sta mostrando il suo vero volto: tante grandi aziende che fino a ieri si scapicollavano per mostrarsi sensibili ai temi della diversità, dell’inclusione e dei (presunti) diritti delle minoranze si stanno rapidamente convertendo a un più sano realismo. Confermando così quel che tutti già sapevamo, e cioè che l’impegno progressista era soltanto una risposta a pressioni politiche oltre che un modo per guadagnare segmenti di mercato. Non appena il clima politico è mutato, tutta la paccottiglia woke è stata rapidamente accantonata.In questo quadro la conversione più clamorosa (e ipocrita) è senz’altro quella di Mark Zuckerberg, dominus di Meta che ora appare come un Elon Musk che non ha avuto analogo successo. Giova ricordare che il caro Mark è stato uno dei principali responsabili dell’affermazione del wokismo. Con la rete di sorveglianza globale garantita dalle sue piattaforme tipo Facebook e Instagram ha iniettato nel dibattito pubblico dosi da cavallo di ideologia liberal e ha brigato senza sosta per favorire l’ascesa al potere dei democratici. Per un periodo, si è comportato come se fosse il migliore amico di Barack Obama, e i media di sinistra di mezzo mondo lo celebravano come il nuovo baluardo della democrazia in lotta contro le ingerenze dei regimi autoritari.Se al primo giro di Donald Trump alla Casa Bianca Zuck era rimasto spiazzato, ponendosi quale avversario dell’amministrazione destrorsa, ora ha evidentemente deciso di non farsi trovare impreparato e di passare con armi e bagagli dalla parte di quello che una volta era il suo acerrimo nemico. Il discusso fondatore di Facebook ha cominciato mesi fa a rinnegare il wokismo, a puntare in dito contro la sorveglianza democratica e a prendere le distanze dalle politiche inclusive. Notizia dell’altro giorno, la sua azienda ha deciso di eliminare il fact checking dalle piattaforme a cominciare dagli Stati Uniti. Gesto che ha sconcertato molti politici di sinistra e gettato nella più cupa disperazione l’International Fact Checking Network, congrega di fact checkers che ora (finalmente) rischiano di perdere il posto.Non è tutto. Meta ha optato per un deciso ridimensionamento delle politiche aziendali, ponendo fine ai deliri inclusivi. Joel Kaplan, responsabile degli affari globali di Meta, ha dichiarato a Fox News che la decisione di cancellare i programmi di diversità, equità e inclusione (Dei) garantirà che l’azienda «costruisca team con le persone più talentuose. Significa valutare le persone come individui e selezionarle da una serie di gruppi di candidati, ma non prendere mai decisioni di assunzione basate su caratteristiche protette come razza o genere». Tradotto, vuol dire che finora hanno discriminato le persone più talentuose prediligendo quelle appartenenti a categorie protette.L’inversione a U presenta anche qualche aspetto grottesco. Stando a quanto raccontato dal New York Times, «negli uffici Meta nella Silicon Valley, in Texas e a New York, i responsabili delle strutture hanno ricevuto l’ordine di rimuovere dai bagni maschili gli assorbenti che l’azienda aveva fornito ai dipendenti non binari e transgender che utilizzano quei i bagni». Di fronte a questa roba, da una parte non si può che gioire per il ritorno della realtà sulla scena, dall’altra non si può non trovare patetica la svolta: se possono togliere gli assorbenti con tanta facilità significa che non hanno mai creduto che fossero necessari, e hanno truffato il mondo proponendo consapevolmente mistificazioni e bugie.La ciliegina sulla vergogna è senz’altro la lunghissima conversazione (tre ore) che Zuck ha avuto venerdì con Joe Rogan, il libertario e trumpiano conduttore del podcast più seguito del mondo, The Joe Rogan Experience, di cui Elon Musk è stato gradito ospite ricorrente. Di nuovo, il capo di Meta non ha detto nulla che già non sapessimo. Tuttavia ha fornito dettagli agghiaccianti riguardo alla pressioni subite da parte dell’amministrazione Biden. Mesi fa le aveva svelate pubblicamente con una lettera pubblicata su Facebook, in cui raccontava come il gruppo di potere del presidente democratico gli avesse imposto di occultare le notizie sugli affari sporchi di Hunter Biden e, soprattutto, di esercitare una censura pazzesca su tutto quanto riguardasse il Covid. Davanti a Rogan, Zuckerberg è sceso nei particolari.Ha spiegato che quando l’amministrazione Biden ha lanciato il programma di vaccinazione si è raggiunto il picco. «Ora, in generale, sono piuttosto favorevole all’introduzione dei vaccini, penso che tutto sommato i vaccini siano più positivi che negativi, ma penso che mentre cercavano di promuovere quel programma hanno anche cercato di censurare chiunque si opponesse», ha detto Zuck. «Ci hanno pressato molto forte per eliminare cose che, onestamente, erano vere. Voglio dire, praticamente ci hanno pressato e in sostanza ci hanno detto: tutto ciò che sostiene che i vaccini potrebbero avere effetti collaterali, dovete eliminarlo».Zuckerberg ha affermato che i suoi interlocutori dell’amministrazione Biden gli hanno detto «di eliminare tutto quello che riguardava gli effetti collaterali dei vaccini». Su questi temi, ha aggiunto, «abbiamo prodotto documenti ed è tutto di dominio pubblico. Voglio dire, queste persone dell’amministrazione Biden chiamavano la nostra squadra e ci urlavano contro e imprecavano. Siamo arrivati a un punto in cui ci siamo detti, no, non elimineremo le cose vere. È ridicolo». Pare che sia stata richiesta persino la censura dei meme satirici. Uno in particolare mostrava Leonardo Di Caprio con il dito puntato verso uno schermo tv. La didascalia diceva che nell’arco di dieci anni avremmo visto in tv degli spot informativi su come ottenere risarcimenti per i danni da vaccino. Insomma, un meme pungente per suggerire che sarebbero state portate avanti class action da parte dei danneggiati. Cosa intollerabile, per i democratici americani.Zuckerberg ha raccontato di avere provato, almeno inizialmente, ha rifiutare la censura dei meme. «Ma loro ci dicevano: dovete toglierli. Abbiamo detto no, non elimineremo l’umorismo e la satira. Non elimineremo le cose vere. E poi ad un certo punto, le cose sono cambiate un po’. Voglio dire, Biden ad un certo punto ha rilasciato una dichiarazione, non so se era una conferenza stampa o ad alcuni giornalisti in cui diceva “questi ragazzi stanno uccidendo la gente”. E poi tutte queste diverse agenzie e rami del governo hanno iniziato a indagare per dare la caccia alla nostra azienda. È stato, è stato brutale. È stato brutale».Le affermazioni del patron di Meta sono impressionanti. Ha detto che a un certo punto il fact checking della sua azienda è diventato «qualcosa di simile a 1984» e ha preso «una china scivolosa». Ha detto che il governo, imponendogli censure, ha probabilmente violato il primo emendamento. Insomma, Zuckerberg ha dipinto uno scenario distopico dei peggiori.Ma è proprio qui che sta il punto. Per anni, chiunque si battesse contro la censura operata dalle piattaforme online è stato trattato come un pericoloso complottista. I sinceri democratici di mezzo Occidente festeggiavano quando Facebook chiudeva i profili a loro sgraditi. E intanto il mite Mark continuava a cementare la sua immagine di nerd che ce l’ha fatta, gentile, geniale e sensibile. Adesso vuota il sacco, si strugge per le censure che gli hanno imposto, ma che lui ha accettato di fare. Avesse avuto un pizzico di coraggio e di dignità, con il potere di cui disponeva avrebbe potuto facilmente opporsi, ma ha scelto di obbedire per convenienza, esattamente come ora per convenienza cambia atteggiamento. Nota bene: i furboni nostrani che oggi attaccano Musk sono gli stessi che per anni hanno applaudito questo bel soggetto che prima opprime e poi fa la vittima.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.