2025-01-03
Zelensky trova un nuovo alleato: i tagliagole
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Dal presidente ucraino un’apertura verso le milizie islamiche salite al potere in Siria: «Ora Damasco è un partner affidabile». Kiev userà il grano per consolidare i rapporti con il regime. La speranza è avere una carta in più sul tavolo negoziale con Mosca.Se per l’Ucraina una delle ultime spiagge è rappresentata dai ribelli tagliagole che lo scorso 8 dicembre hanno rovesciato il regime di Bashar al-Assad e preso il controllo della Siria, significa che le risorse in mano a Volodymyr Zelensky per continuare il conflitto con la Russia sono sempre più scarse. Il presidente ucraino ieri ha infatti speso parole al miele nei confronti di Damasco e del nuovo corso targato Abu Muhammad al-Jolani sulla cui testa, è giusto ricordare, pendeva fino allo scorso 21 dicembre una taglia di dieci milioni di dollari imposta dagli Stati Uniti che quattro anni fa lo aveva inserito nella lista dei terroristi da catturare. «L’Ucraina sosterrà tutti gli sforzi per stabilizzare la Siria. Istituiremo il programma “Grain from Ukraine” per cooperare con l’amministrazione siriana e con tutti i partner interessati. Ci impegneremo con gli europei e gli americani per garantire il massimo sostegno» ha scritto l’ex comico in un post su X, sottolineando che da quest’anno l’Ucraina può aggiungere alla lista dei partner affidabili altri Paesi, «in particolare la Siria», e che «più stabilità in Medio Oriente significa più pace e commercio per tutti i partner». Nei piani di Zelensky un rapido raggiungimento della stabilità nel Paese mediorentale, che nel corso dell’amministrazione Assad è stata condizionata da interferenze russe, favorirebbe il processo di pace tra Kiev e Mosca. In quale modo è tutto da verificare, ma il rinnovamento delle relazioni diplomatiche e il rafforzamento della cooperazione nelle organizzazioni internazionali con Damasco va letto anche in chiave di necessità sempre più stringenti per Kiev di allacciare nuove alleanze sullo scacchiere internazionale, specie dopo le ultime vicissitudini che hanno riguardato la fornitura di gas all’Europa e l’imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca che, sulla carta, potrebbe significare un drastico taglio degli aiuti militari provenienti da Washington. A tal proposito, ieri ha parlato Mikhail Podolyak. Il consigliere di Zelensky ha confidato alla Bbc che l’Ucraina non intende avviare alcun negoziato di pace con la Russia dopo il 20 gennaio, data in cui il tycoon farà ufficialmente ritorno al potere, in quanto Mosca non ha ancora pagato un prezzo sufficientemente alto per la guerra.Per quanto riguarda appunto il tema del gas, dopo la decisione di Kiev di interrompere dal 1° gennaio il transito del gas russo verso i Paesi europei attraverso la rotta ucraina, ieri sono arrivate le prime reazioni. In primis Slovacchia e Ungheria che insieme all’Austria sono i Paesi maggiormente preoccupati per l’evolversi di questa situazione che potrebbe significare un significativo aumento dei costi energetici. Il premier slovacco Robert Fico ha dichiarato che «l’interruzione del transito del gas attraverso l’Ucraina avrà un impatto drastico su tutta l’Ue, ma non sulla Federazione russa». Il governo di Viktor Orbán, attraverso le parole del ministro degli Esteri Peter Szijjarto, ha addirittura detto che l’Ungheria «non intende affatto staccarsi dal gas russo, perché attualmente non esistono alternative più vantaggiose» e che «anzi, acquisterà quantità ulteriori con prezzi a buon mercato». Tuttavia l’Unione europea, che sostiene di aver lavorato per oltre un anno alla preparazione di questo scenario, mostra sicurezza: «Siamo ben preparati ad affrontare la fine del transito del gas attraverso l’Ucraina grazie agli sforzi di collaborazione della Commissione e degli Stati membri» fanno sapere da Bruxelles, indicando quattro vie alternative per garantire i volumi necessari di approvvigionamento che passano dai terminali di gas naturale liquido in Polonia, Germania, Italia e Grecia. Ma mentre Zelensky esultava affermando che questa rappresenta «una delle più grandi sconfitte di Mosca» e il Cremlino attraverso la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, scaricava la responsabilità «sugli Stati Uniti, sul regime fantoccio di Kiev e sulle autorità degli Stati europei che hanno sacrificato il benessere dei loro cittadini in nome del sostegno finanziario all’economia americana», la prima zona a essere rimasta completamente senza riscaldamento e acqua calda da mercoledì mattina è stata la regione separatista moldava della Transnistria, i cui 450.000 abitanti non possono accedere alle riserve nazionali o importarlo dalla Romania come ha intenzione di fare Chisinau.Nel frattempo sul campo di battaglia si continua a combattere. Ieri le forze armate ucraine hanno condotto un raid aereo nel Kursk, precisamente nell’area di Maryino, dove è stato preso d’assalto un comando dell’esercito russo. «Questi raid aerei hanno principalmente lo scopo di indebolire la capacità e il desiderio della Federazione russa di compiere atti terroristici contro la popolazione civile ucraina innocente» ha spiegato lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino in un post pubblicato su Facebook. L’aeronautica ucraina ha fatto sapere di aver respinto un attacco russo abbattendo 47 dei 72 droni lanciati nelle ultime 24 ore.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.