2024-02-17
Zelensky crolla nei sondaggi interni e cerca riparo sotto lo scudo tedesco
Volodymyr Zelensky e Olaf Scholz (Ansa)
Il leader ucraino firma un patto sulla sicurezza con Berlino, che vorrebbe dotarsi di un migliaio di testate nucleari e allo stesso tempo non sblocca i suoi aiuti a Kiev. La prossima tappa sarà Parigi.Nel giorno segnato dalla morte di Alexei Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin, e del suo arrivo in Germania, dove oggi a Monaco di Baviera prenderà parte alla Conferenza sulla sicurezza, Volodymyr Zelensky deve fare i conti con diversi grattacapi che gettano più di un’ombra sul suo futuro politico alla guida dell’Ucraina e sulle sorti della guerra che tra una settimana compie due anni.Il presidente ucraino, infatti, dopo aver deciso di mettere alla porta il generale a capo dell’esercito, Valery Zaluzhny, deve fare i conti con un crollo verticale della fiducia nei confronti del popolo. A rilevarlo è stato un sondaggio del Kyiv international institute of sociology, secondo cui il gradimento della gente per l’ex comico è passato dal 77%, registrato a dicembre, al 64% odierno, addirittura al 60% se si considerano le interviste effettuate nell’ultima sessione del sondaggio; mentre proprio Zaluzhny ha ottenuto un consenso del 94%. Numeri allarmanti per il presidente in carica, se consideriamo che il 2024, sulla carta, dovrebbe essere l’anno delle elezioni, visto che il mandato presidenziale di Zelensky scadrà il prossimo maggio. Ma proprio la data del voto rimane tuttora un’incognita a causa dell’imposizione della legge marziale che sospende la possibilità di andare alle urne.Il calo subito da Zelensky viene imputato proprio alla scelta di destituire il capo delle forze armate, che in sostanza ha fatto perdere agli ucraini la fiducia riguardo all’ipotesi di poter vincere la guerra contro la Russia. Se si dovesse davvero votare nei prossimi mesi, la netta sensazione è che Zelensky possa avere chance di conservare il posto solo in presenza di una vittoria militare, oggi sempre più utopia. Perché se nei sondaggi le cose non vanno bene, è proprio dal campo di battaglia che rotola un enorme macigno sulle spalle del presidente ucraino. Nelle ultime ore si sta combattendo ferocemente sul fronte di Avdiivka. La cittadina nel cuore del Donbass, a pochi chilometri da Donetsk, è sempre più stretta nella morsa dell’esercito russo e una sua eventuale caduta potrebbe rappresentare una vittoria chiave per Mosca. Da quanto emerge dalle cronache di guerra, l’Armata rossa starebbe approfittando del cambio ai vertici dell’esercito ucraino per guadagnare posizioni, tanto da respingere le truppe di Kiev di diversi chilometri portandole ad abbandonare la posizione. «Abbiamo mantenuto questa posizione finché ci ha permesso di scoraggiare e distruggere efficacemente il nemico». A confermarlo ieri è stato il generale di brigata Oleksandr Tarnavsky che poi smorza: «Tatticamente, l’occupazione di queste posizioni non dà al nemico un vantaggio strategico e non cambia la situazione all’interno dell’operazione di difesa di Avdiivka». Sempre ad Avdiivka, secondo quanto riportato da Rbc-Ukraine, la terza brigata d’assalto delle forze ucraine ha denunciato l’esercito russo di aver sganciato bombe al fosforo.Per far fronte alla ritirata da Avdiivka e non rischiare di perdere altro terreno, Zelensky ha ora bisogno più che mai del sostegno occidentale. E l’aiuto principale è andato a prenderlo ieri da Olaf Scholz. Il patto siglato tra il cancelliere tedesco e il presidente ucraino riguarderà gli impegni di sicurezza a lungo termine e il sostegno al Paese invaso. Una sorta di mutua assistenza militare che andrà studiata nel dettaglio per capire come si tradurrà in termini pratici, visto che l’accordo, unito a quello analogo che Zelensky stringerà proprio in questi giorni con Emmanuel Macron, è avvenuto nel bel mezzo di un conflitto.Anche in Germania, però, non sembra essere tutto rose e fiori. Perché se è vero che da una parte ha incassato la firma del patto di sicurezza bilaterale con Berlino, che di fatto può essere l’anticamera dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, dall’altra deve attendere ancora affinché la Commissione Ue sblocchi il pacchetto di 5 miliardi di euro di aiuti previsto per quest’anno. E secondo una fonte diplomatica citata dall’Ansa, sarebbe proprio la Berlino l’ultimo ostacolo: «Abbiamo risolto il problema dell’Ungheria, ma resta quello della Germania che si ostina a chiedere lo scomputo dei contributi nazionali al nuovo Fondo europeo per la pace dedicato all’Ucraina. Il Consiglio europeo ha chiesto che si arrivi a una decisione entro marzo», afferma la fonte. Insomma la Germania dà, la Germania toglie verrebbe da dire. Alla Conferenza di Monaco hanno partecipato anche Kamala Harris e Jens Stoltenberg. Il vicepresidente americano ha ribadito quanto è contenuto nell’articolo 5 del Trattato atlantico, ossia che attaccare un Paese Nato equivale ad attaccarli tutti. Il segretario generale dell’Alleanza atlantica ha detto che per impedire a Putin di ottenere quello che vuole sul campo e per avere una pace stabile, «servirà passare da un sistema industriale a passo lento, da tempi di pace, a uno dall’alto ritmo, tipico dei conflitti, per produrre di più». Ed è in questo contesto che si inserisce l’idea della Germania di proporre all’Europa la creazione di un «ombrello nucleare», acquistando un migliaio di testate atomiche strategiche non attive con lanciatori dagli Stati Uniti, prima delle prossime elezioni americane, nell’eventualità in cui dovesse tornare alla Casa Bianca Donald Trump, e dotarsi quindi di un sistema di deterrenza. Al momento la Nato rimane fredda su questa ipotesi, ritenendo sufficienti le testate presenti in Francia e nel Regno Unito.
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