2024-09-07
Zelensky ringrazia: «L’Italia vuole la pace. Ora ricostruiamo insieme l’Ucraina»
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il leader ucraino a Cernobbio annuncia la cooperazione con le nostre imprese. Focus su sicurezza e tecnologia. Oggi vertice con Giorgia Meloni.«Apprezziamo tutti i passi che l’Italia ha fatto per sostenere l’Ucraina e apprezziamo tutti coloro che ci aiutano per la pace. L’Italia sta facendo di tutto, è con noi per portare avanti la formula di pace». Volodymyr Zelensky è arrivato al forum Thea di Cernobbio intorno alle 17. Accompagnato dalla scorta e dallo staff è atterrato in elicottero a villa d’Este. Una mezz’ora in camera e poi è sceso per una serie di incontri con rappresentanti delle aziende italiane. Poi, verso le 19, l’intervento nel panel dedicato proprio all’invasione russa dell’Ucraina. Tra i cronisti nel primo pomeriggio di ieri si era sparsa la voce che Giorgia Meloni - il cui intervento, da programma, è previsto per questa mattina - potesse anticipare la trasferta sul lago di Como per poter incontrarlo. Magari in un vertice a tre con Viktor Orbán. Invece il leader ungherese è ripartito subito dopo pranzo e il premier è rimasto a Roma per gestire le dimissioni presentate dal ministro Sangiuliano e per salire al Quirinale per la cerimonia del giuramento del nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Zelensky e Meloni si incontreranno comunque qui a Cernobbio in mattinata dopo che il presidente ucraino aveva incontrato ieri mattina il cancelliere tedesco Olaf Scholz, a Francoforte. Sul tavolo, considerando il pubblico davanti al quale ieri sera Zelensky ha parlato e con cui si è confrontato, c’è anche il tema della ricostruzione. «Kiev - ha detto - non sta chiedendo niente di più che quello che il vostro o altri Paesi hanno fatto o che stanno facendo, non vogliamo di più, non vogliamo dover seppellire i nostri bambini uccisi dai missili russi e non vogliamo che l’eredità di generazioni di ucraini venga distrutta. L’Ucraina vuole essere sicura, vuole che venga garantita la sua indipendenza ed economia per tutto il nostro popolo, quindi mi incontrerò anche con Meloni, con i rappresentanti di imprese italiane, e sono fiducioso che insieme potremo raggiungere importanti obiettivi. Stiamo preparando una conferenza in Italia per l’anno prossimo che sarà incentrata sulla ricostruzione dell’Ucraina per aiutarsi a vicenda», ha sottolineato. Ed è proprio rispondendo a una domanda arrivata dalla platea su quando e da quali settori partirà che Zelensky ha approfondito la questione. «Non ci sarà una vera ricostruzione se non ci sarà sicurezza, la Ue e la Nato sono componenti importanti perché gli investitori devono credere e fidarsi dell’Ucraina prima di venire a investire nel nostro Paese. Quindi dobbiamo avere la sicurezza per proteggere i nostri capitali». Anche la tecnologia, ha aggiunto il presidente ucraino, «è molto importante perché ci ha permesso di sopravvivere fino ad oggi, abbiamo creato la nostra flotta e siamo riusciti a farlo grazie alla tecnologia che ha garantito il corridoio del grano, l’export nel settore metallurgico, è stata importante per sminare i nostri territori e per sventare attacchi cyber dei russi. Possiamo avere partner anche in questo». Ma come far partire la ricostruzione senza la pace? «Le regole della ricostruzione sono semplici, per creare una nazione abbiamo persone perché uno Stato è fatto del proprio popolo, invitiamo le aziende italiane a collaborare con le nostre aziende per creare posti di lavoro e vogliamo che gli ucraini che oggi sono a lavorare in altri Paesi ritornino». Quali settori potrebbero essere interessati? «Tra i settori più importanti c’è quello energetico», ha risposto Zelensky. «La guerra ci ha insegnato come dovrebbe essere la griglia energetica, dovrebbe essere decentralizzata, vorremmo collegarci alla griglia energetica europea, anche per l’energia nucleare, in modo anche da ridurre il prezzo dell’energia in Europa, poi penso al settore medico, purtroppo la guerra ha causato tanti morti ma ci ha portato anche tanta esperienza che può essere condivisa», ha aggiunto. Ma la tappa sulle sponde del lago di Como ha anche un altro fine: convincere l’Italia a sdoganare l’uso delle armi fornite a Kiev per colpire in Russia. Una linea rossa per Roma che Zelensky vuole affrontare con Meloni che intanto ha ribadito, in videocollegamento con il G7 dei Parlamenti a Verona, l’impegno «con forza» a sostegno della nazione aggredita fino alla «fine della guerra e ad una pace giusta e duratura». A proposito delle armi a lungo raggio, Zelensky ha ringraziato per il sostegno del ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «Abbiamo ottimi rapporti con lui e sono grato per i sistemi di difesa che sono stati messi a disposizione da voi perché ci hanno aiutato a salvare quei bambini che non sono stati deportati e che sono ancora in Ucraina». E in merito alle paure presenti fra gli alleati che Kiev possa attaccare direttamente il Cremlino, qualora gli fosse dato il via libera per utilizzare i missili a lungo raggio sul territorio russo, ha aggiunto ironicamente: «È un peccato che non si possa fare». Per poi precisare che stava scherzando. E infine ricordare che «le armi a lungo raggio coprono 200-300 chilometri, quindi sono incapaci di raggiungere le distanze che vorremmo».
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