2023-07-21
Zaki arrivato in Italia. Tajani: non è un baratto con Regeni
La liberazione decisa da Abdel Fattah al-Sisi come gesto di amicizia verso il governo Meloni.«Voglio tornare in Italia il prima possibile». Sono queste le prime parole pronunciate da Patrick Zaki, il ricercatore dell’università di Bologna con passaporto egiziano, arrestato al Cairo nel 2020 con l’accusa di rappresentare una minaccia alla sicurezza del Paese africano. Il 18 luglio era stato condannato ad una pena detentiva di tre anni perché ritenuto colpevole di aver diffuso notizie false. Nel 2019, il giovane ricercatore aveva scritto un articolo su una testata online Daraj, nel quale parlava delle persecuzioni subite dalla minoranza cristiana copta egiziana, della quale fa parte lo stesso Zaki.Poco dopo la sentenza però, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha concesso la grazia al ricercatore. Dopo la decisione del capo dello Stato del Cairo l’ambasciatore egiziano a Roma, Bassam Rady, ha inviato una nota all’Ansa. «L’uso da parte del presidente (egiziano Abdel Fattah) al-Sisi della sua autorità costituzionale per concedere la grazia presidenziale» ha scritto il diplomatico «è un apprezzamento personale per la profondità e la forza delle relazioni italo-egiziane, e la rapidità della grazia ne è la migliore prova, in particolare poiché è avvenuto meno di 24 ore dopo l’emissione della sentenza definitiva». L’ambasciatore del Cairo ha anche scritto che «lo Stato egiziano rispetta la legge e la costituzione e apprezza le sentenze emesse dalla sua istituzione giudiziaria perché è uno Stato di diritto» dato che «la costituzione ha concesso al presidente della Repubblica il potere di grazia presidenziale dopo l’emissione di sentenze». Secondo Rady l’iniziativa di al-Sisi è stata «senza dubbio diretta a sostenere le relazioni italo-egiziane», le quali «si sono estese attraverso la storia che ha unito le sue due grandi civiltà».La notizia della concessione della grazia a Patrick Zaki ha fatto reagire anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, il 19 luglio, ha registrato un videomessaggio. «Voglio ringraziare il presidente Al-Sisi per questo gesto molto importante» ha dichiarato la leader del governo italiano che ha ricordato come «fin dal nostro primo incontro a novembre» aveva «posto la questione» riscontrando sempre «da parte sua ascolto e disponibilità». Meloni ha anche colto l’occasione per ringraziare «l’intelligence, i diplomatici, sia italiani che egiziani» e ha detto che il giovane ricercatore arriverà oggi in Italia. Il presidente del Consiglio ha anche inviato a Zaki un augurio «dal profondo del cuore» per «una vita di serenità e successi».Dopo il capo del governo è intervenuto anche il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, per precisare alcuni elementi in merito alla grazia concessa a Zaki. Il capo della diplomazia italiana ha affermato che non c’è stato «nessun baratto» e «nessuna trattativa sottobanco». Per Tajani, «il governo è stato in grado di far tornare in Italia un giovane ricercatore che rischiava di stare ancora un po’ di tempo in carcere». Il ministro degli esteri ha anche respinto ogni eventuale polemica. «Noi siamo riusciti a ottenere questo risultato. Poi si può dire ciò che si vuole. Siamo persone serie, non facciamo baratti di questo tipo» ha ribadito Tajani escludendo un collegamento tra la vicenda di Patrick Zaki a quella di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto nel 2016. In merito a questo caso, Tajani ha affermato che il governo italiano continuerà «a chiedere che si faccia luce sulla vicenda».Oltre ad aver concesso la grazia al giovane ricercatore dell’università di Bologna, il presidente al-Sisi ha predisposto un provvedimento analogo anche per Mohamed al-Baqer, come hanno confermato Reuters e Ansa. Al-Baqer è l’avvocato di Alaa Abdel Fattah, il più famoso detenuto politico egiziano che - secondo il quotidiano di Stato del Cairo al-Ahram - si trova ancora in carcere. La liberazione di Alaa Abdel Fattah era stata evocata anche da Emmanuel Macron durante un incontro con al-Sisi nel novembre 2022.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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