2021-02-13
Zaia vuole i vaccini ma l’Aifa lo ignora. Anche De Luca e Cirio a caccia di dosi
Il leghista ha chiesto di poter acquistare 4 milioni di fiale oltre una settimana fa, ma l'Agenzia non risponde. Dopo l'ok si saprà chi rifornirà Veneto, Emilia e Friuli. Pure Piemonte e Campania stanchi di aspettare RomaCresce il numero delle Regioni che vogliono acquistare vaccini in autonomia, senza aspettare le forniture contagoccia negoziate da Bruxelles. Dopo Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e l'interesse mostrato dalla Lombardia, anche Piemonte e Campania fanno sapere che non restano a guardare. «Abbiamo dato mandato a Scr, la Società di committenza regionale, di cercare tre milioni di dosi» ha dichiarato il governatore Alberto Cirio «perché il vaccino è l'unica vera arma per uscire da questa crisi. Il collega campano, Vincenzo De Luca, annunciava: «Stiamo cercando di muoverci per acquistare, al di là della distribuzione che dovrebbe fare il commissario nazionale, altri vaccini in altre parti del mondo». Le case farmaceutiche si sono già mosse, mandando le loro offerte anche attraverso intermediari. L'India, che produce circa il 60% dei vaccini a livello globale, ha chiarito che non esiste alcun divieto di esportarli, mettendo fine ai timori sorti in molti Stati dopo una dichiarazione dell'amministratore delegato del Serum Institute of India, che sosteneva la necessità di soddisfare solo la domanda locale. La prospettiva di un mercato molto più redditizio, fuori dai contratti stipulati da Ursula von der Leyen, ha scatenato le promesse di ampie forniture di vaccini a quanti ne fanno richiesta. D'altra parte è la stessa Ue ad aver sancito il via libera, chiarendo che «i negoziati paralleli con le aziende con cui la Commissione europea ha contratti di pre acquisto non sono in linea con la nostra strategia», ma che «per vaccini prodotti da altre aziende, Regioni o Stati membri possono concludere i contratti». Un'ammissione, tra l'altro, dell'esistenza di quantità di vaccini sul mercato. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, procede dunque nelle sue valutazioni, dopo aver scartato tra gli altri il farmaco cinese Coronavac e il russo Sputnik V perché non ancora iniettabili in Europa. Il tutto, infatti, deve avvenire «nel rispetto formale di qualsiasi legge». Il presidente leghista l'ha detto chiaramente: «Non andremmo a caricare i vaccini in giro per i porti, andremmo a caricarli in azienda», rifiutando «che si dia una patina di losco a qualcosa che non lo è». In realtà il Veneto la sua scelta l'ha già fatta, attende solo l'autorizzazione dell'Aifa. Il 4 febbraio scorso, l'Azienda Zero che coordina l'emergenza Covid anche in tema di acquisti sanitari regionali, ha inviato una lettera all'Agenzia italiana del farmaco chiedendo «previa autorizzazione a poter negoziare l'acquisto e l'importazione con fornitori esteri per conto della Regione Veneto di vaccini il cui numero complessivo di dosi risulta quantificato in quattro milioni». La lettera, a firma del commissario di Azienda Zero, Patrizia Simionato, è stata inviata per posta elettronica certificata, con tanto di conferma di ricezione, quindi è impossibile che all'Aifa non sia «ancora arrivata», come scrive il Corriere della Sera. Nemmeno è vero che la richiesta è stata fatta «in aggiunta e in parallelo alle forniture nazionali», perché il tono è più duro. Si scrive in considerazione della «carenza circa l'approvvigionamento di vaccini anti Covid-19 rispetto alla popolazione da vaccinare». Il Veneto, come altre Regioni, non vuole procedere a rilento, punta a raggiungere l'immunità per la popolazione anche con forniture acquistate nel mercato parallelo, con procedure trasparenti e nel pieno rispetto della legalità. «Resta chiaro che la negoziazione riguarderà esclusivamente tipologie di vaccini già autorizzati da Ema», precisa Azienda Zero ad Aifa, concludendo che fornirà «tempestiva comunicazione del nominativo degli operatori economici, della/e tipologia/e di vaccino, dei relativi lotti e quantità». Quando l'Agenzia guidata da Giorgio Palù darà l'autorizzazione e una volta arrivata l'offerta formale dei vaccini aggiuntivi (in Regione sperano i primi giorni della prossima settimana), saranno svelati, dunque, i nomi delle aziende dalle quali Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, in primis, potranno «far spesa» in autonomia di farmaci anti Covid. A un prezzo «vicino a quello contrattato da Ema», fa sapere il direttore generale della Sanità del Veneto, Luciano Flor, che ancora una volta segnala la carenza di vaccini sul territorio: «Abbiamo 720.000 dosi per gli ultraottantenni, al ritmo attuale arriviamo a fine aprile». Nessun timore che i sieri acquistati in trattative separate vadano «scalati» dalla fornitura nazionale, come ipotizzava sempre il Corriere. «I quantitativi contrattati per l'Italia rimangono uguali, quelli che le Regioni si comprano sono in più, ci vorrebbe altro», esclama un responsabile sanitario che preferisce restare anonimo. Donazioni, offerte per aiutare i governatori a fare acquisti in proprio non mancano di certo. «Il problema non è pagare i vaccini, è averli», assicura Zaia che al pari di altri presidenti ha ricevuto una lettera anche dalla Pfizer, con l'invito «a sottomettere alla Commissione Ue» eventuali richieste «di dosi aggiuntive». Ieri era la data ultima per mostrare interesse all'acquisto e in ogni caso è singolare che il colosso farmaceutico offra vaccini alle Regioni. Intanto in Emilia Romagna sono state sospese le vaccinazioni Astrazeneca dedicate al personale scolastico, docente e non, tra i 18 e i 55 anni. Dopo la comunicazione che si potevano effettuare le prenotazioni ieri, oggi e domani, l'ufficio scolastico ha annunciato il rinvio, senza fornire spiegazioni. Lunedì inizieranno in Lombardia le vaccinazioni delle Forze dell'ordine e dei volontari della Protezione civile per rendere giustizia a chi «è stato da subito in prima fila in questa guerra al virus», ha precisato Guido Bertolaso, consulente del governatore Attilio Fontana, «tanto più adesso che il ruolo della Protezione civile diventa assolutamente indispensabile nel portare a termine con successo la grande campagna vaccinale lombarda».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)