2022-09-13
Nuova giuria e intrattenimento al centro dello show: X Factor torna su Sky
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Il talent musicale, da giovedì 15 settembre in onda su Sky e in streaming su Now Tv, ha scelto di non cambiare il proprio meccanismo interno. Di non stravolgere l’incedere dello show, quella narrazione tanto nota da essere stata eletta a romanzo popolare. Uno show che sembra aver deciso di abbracciare il proprio genere di appartenenza.La «liturgia» è rimasta intonsa, quasi che appresso si portasse davvero una sua sacralità, un’aura capace di indurre nel prossima una sorta di timore reverenziale. Quattro giudici, un conduttore, ragazzi e ragazze disposti a legare il proprio sogno all’opinione altrui. Le Audition, come fase preliminare, e dopo di queste i Bootcamp, un ultimo passaggio (stavolta denominato «Last Call») e, infine, i Live.X Factor, di ritorno su Sky e in streaming su Now Tv dalla prima serata di giovedì 15 settembre, ha scelto di non cambiare il proprio meccanismo interno. Di non stravolgere l’incedere dello show, quella narrazione tanto nota da essere stata eletta a romanzo popolare. Scorrerà tutto come ha sempre fatto, nei modi e nei tempi che sono sempre stati, che saranno ancora, seppur non piegati, non più, a quel fine pseudopolitico delle passate edizioni. X Factor, quello del «Come as you are», «Venite come siete» ché noi accogliamo senza mai giudicare, sembra aver rinunciato al proposito di una volta: a raccontare un segmento preciso di realtà, la sua parte fluida, arcobaleno, i migranti, la diversità. «Abbiamo sentito un bisogno collettivo di apertura», ha spiegato Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia, spiegando come dietro «l’apertura» non si celasse (stavolta) la retorica, ma una forma intelligente, ironica, di leggerezza. Di «Normalità», le ha fatto eco Eliana Guerra, showrunner di XF 2022, «La normalità dei ragazzi che sono tornati a vivere», quella di un mondo in rinascita, libero - o quasi - dalle restrizioni della pandemia. E, dall’episodio che ci è stato fatto vedere in anteprima, per un momento è parso quasi di respirarla questa normalità. Di poterla ravvisare nelle urla del pubblico, tornato sugli spalti, di poterla trovare nel cazzeggio gentile della giuria, rinnovata in toto. Rinnovata bene, pure, con una furbizia che non è cerchiobottismo ma capacità di interpretare le esigenze del pubblico digitale, di anteporre la talkability allo share. Perciò, Fedez ha fatto ritorno laddove già era stato. Perciò, a lui si è unito Rkomi, astro nascente del pop. Perciò, li ha seguiti Dargen D’Amico, poi Ambra Angiolini. «Non penso alle quote rosa, mi interessa sì portare avanti le diverse lotte femminili, ma mi interessa farlo in un altro momento, in un altro modo», ha esordito l’ex ragazza di Non è la Rai, rifiutando (e subito sia lodata) di portare alta la bandiera del politicamente corretto. «Quando mi è stato offerto di fare il questore in una fiction, non ho pensato: “Ah, devo farlo da donna”, cosa che grazie a Dio sono. Ho pensato di doverlo fare e basta. Dovremmo cambiare il nostro modo di pensare, arrivare ad una vera normalità. Spero, quindi, ci siano quote femminili maggiori in Dargen, Fedez e Rkomi che in me», ha chiuso la Angiolini, parte di una giuria diversa, più leggera, di una giuria che non ricerca il sapere accademico, il contrasto, la battaglia, che non cerca la polemica, ma l’armonia cameratesca che si è già vista in MasterChef.È una giuria pensata (soprattutto) per essere social, per divertire in quel modo che è preludio dei tormentoni Twitter, dei trending topic. Di leggerezza, sì, e pure di consapevolezza. La stessa consapevolezza di cui ha detto Fedez. «Credo che nessuno sia fondamentale o necessario, in questo business», ha cominciato, «X Factor può essere una vetrina, l’occasione per far vedere chi si è e cosa si ha. Non è più un trampolino per lanciarsi sul mercato, ma un riflettore. È l’inizio di un percorso. Poi noi cerchiamo di essere il miglior acceleratore dei risultati possibile», ha promesso, senza giurare che uno show televisivo possa (ancora) compiere una rivoluzione, ma attribuendo al singolo doveri e responsabilità. Responsabilità musicali, nel racconto di Fedez, professionali, responsabilità etiche, morali, nella visione extratelevisiva di X Factor, uno show che (finalmente) sembra aver deciso di abbracciare il proprio genere di appartenenza - l’intrattenimento - con intelligenza, onestà, senza vergogna.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)