2024-11-25
«Woke, gender, green. Un’élite vuol cambiare i nostri modelli di vita»
Alessandro Morelli (Ansa)
Il leghista Alessandro Morelli: «C’è un tentativo eversivo che influenza giudici e funzionari. Alle regionali abbiamo pagato l’astensionismo».Senatore Alessandro Morelli, mi sa che sto disturbando ora. La sento affaticato.«Sto camminando all’aria aperta in campagna».Ah...«Ho la passione della caccia con amici. Ma non mi capita di frequente di potermici dedicare. Oggi è una di quelle mattine».Si può scrivere?«No! Altrimenti mi ritrovo i talebani sotto casa».A piedi perché con il nuovo codice della strada le multe arrivano a 4.000 euro? E lei, già presidente della commissione Trasporti alla Camera nonché sottosegretario al governo mi confermerà.«Presidente e sottosegretario sì. Il resto no! Una fandonia creata ad arte. Un vero atto di distrazione di massa. L’obiettivo del governo è quello di dare maggiore sicurezza e la maggioranza degli elettori concorda. Nessun aumento spropositato delle multe nel concreto. Un giro di vite, questo sì, su monopattini, uso del cellulare e guida sotto l’effetto di sostanze».Più nel dettaglio?«Per i monopattini casco, targa e assicurazione obbligatori. Che sia chiaro, già prima della riforma questa regola valeva per chi guidava questi aggeggi prima della maggiore età. Ma ora l’equivoco è risolto alla radice. L’obbligo vale per tutti. E i vigili urbani avranno modo di far rispettare la norma. Consideri che quando questi monopattini sfrecciano a 20-30 km/h oggi è impossibile per i vigili far valere la legge. A meno di fermarli sul posto. Con conseguenze imprevedibili sulla circolazione. Oggi c’è la targa. E mai si considera, in questo parziale storytelling ideologico, che i protagonisti della mobilità cosiddetta “dolce” (biciclette e monopattini) non sono spesso le vittime della mancanza di sicurezza quanto piuttosto i responsabili. Pensi a un monopattino che marcia su un marciapiede e poi viene “abbandonato” in mezzo al passaggio. Pensi a un non vedente che magari cammina spesso lì. La vera vittima è lui. È a lui che cambia la vita. Ora i sindaci sulla sicurezza devono darsi da fare. Le norme ci sono. E di più facile applicazione». In Lega da quanto?«Da quando ho 16 anni. Ora ne ho 47, quindi 31».Nella tessera con scritto sopra Lega Lombarda..«Certo».Ed ora c’è il congresso in Lombardia.«Passaggio fondamentale per ogni partito che si rispetti. Il nostro ha uno statuto del Novecento che rivendico. Diversi livelli di iscrizione. Sostenitori e militanti. Questi ultimi decidono. Un partito con le sue sezioni. Da qui siamo partiti. E ora siamo al congresso. Delle anatre sopra di me nel cielo (spari in sottofondo, ndr)».Pronto Morelli, è vivo?«Sì, e anche loro». Veniamo ai candidati: Toccalini o Romeo?«Decidono i militanti. In libertà. A chi scrive sui giornali piace focalizzarsi sui nomi. Ma a me interessa il momento in sé. È questo ciò che conta».Esiste sempre in Lega la terminologia dove nazionale significa regionale e federale significa nazionale?«Essendo un partito con una vocazione fortemente territoriale, sì (spari, ndr)».Mannaggia se potessi scriverle queste cose. Ma dove si trova ora?«A Pizzighettone che cito sempre...»Un classico tipo Canicattì in Sicilia. Però le elezioni in Umbria ed Emilia-Romagna sono andate male...«Soffriamo la bassa affluenza. Quando la forza del voto di opinione viene meno contano le proporzioni. Laddove il Partito democratico ha spadroneggiato per anni c’è un sistema fatto di cooperative o banche. Se dentro queste realtà vota il 70% dei dipendenti mentre l’affluenza in generale è al 40% (dico per dire) vincono loro e perdiamo noi. Aggiungiamoci che se vado al mercato per fare campagna e dico “Mi raccomando, vota Dragoni”, chi fermo per strada mi risponde: “Chi? E per cosa?”. È chiaro che abbiamo un problema anche di informazione che non aiuta».Missili americani in Russia. La posizione della Lega è chiara, no?«La posizione atlantica non si discute. Sosteniamo l’Ucraina nella difesa. Ma contrari all’utilizzo di armi che possano portare all’escalation come in questo caso. Piuttosto curioso l’atteggiamento dell’amministrazione alla Casa Bianca che è in uscita dopo le elezioni. O no? Comunque, l’auspicio è che si torni a parlare di pace quanto prima».A complicare il quadro pure il mandato di arresto internazionale al premier israeliano Netanyahu...«Da una parte l’escalation bellica, dall’altra la reazione di queste strutture internazionali inefficaci in pratica - pensi all’inconsistenza dell’Onu e dei suoi caschi blu nei teatri di guerra - ma pronte a emettere verdetti di colpevolezza. Il popolo fatica a comprendere l’utilità di queste organizzazioni sovranazionali che sarebbero buone, secondo la narrazione dominante, solo perché tolgono poteri ai governi nazionali. Guardi a quello che succede in Libano».Domanda anticipata. Missili Hezbollah sulle forze Unifil. L’Italia col suo contingente se ne dovrebbe andare?«Questi atti certificano da che parte stanno i terroristi. E di quanto però sia inconsistente l’azione politica internazionale dell’Europa di cui tanti si riempiono la bocca ma che in realtà è un nano geopolitico. Dove sta la voce della Francia e della Germania? Vabbè, questa è tanto che non la sento. Sono sincero: faccio fatica a ricordare il nome dell’Alto rappresentante europeo alle questioni internazionali».Pure io, siamo in due.«Qualcuno ricorda successi della nostra Mogherini in quel ruolo? E chi ha mandato l’Europa in Medio Oriente? Vabbè, un signore che si chiama Luigi Di Maio».Milei e Trump è la destra sexy che vince. E fa cose. Ma quella italiana è noiosa!«Questa domanda, a me che sono etichettato come un populista, rompe assai! Lo sa vero?»Ricordo la sua testata Il populista che io trovavo fighissima, confesso!«Paghiamo uno scotto iniziale. Quando entriamo nel palazzo non conosciamo funzionari e dirigenti. Quella è una struttura forgiata da quasi 15 anni di governi tecnici e di centrosinistra».In terra ostile direbbe il nostro Boni Castellane.«Ora dobbiamo accelerare sui temi nostri e sfruttare questa finestra di opportunità. Ogni momento è buono. Penso alle leggi di bilancio dove abbiamo lavorato su cose concrete: aumento congedo parentale, mutui prima casa, tasse da diminuire. Penso a un altro tema: il partenariato pubblico-privato. Non c’è solo la corruzione quando questi due mondi si incontrano come invece lascerebbe intuire una certa narrazione ideologica della sinistra. Questo per rendere la gestione di molte strutture pubbliche più efficace. Ma penso anche alla gestione della tv pubblica. Ne risente la qualità del dibattito culturale. Oggi, per dire, le tesi di un Dragoni non vengono contraddette nel merito ma etichettate come quelle di un troglodita putiniano, novax e negazionista climatico».Sì, ma ho anche dei difetti. L’autonomia differenziata è stata bocciata dalla Corte costituzionale. Giusto?«No!»Risposta prevista.«Ma è così. Rilievi che sono stati effettuati e sui quali il ministro Calderoli con i suoi collaboratori sta lavorando. Corte costituzionale, governo e parlamento lavorano ciascuno nell’ambito delle proprie competenze. Del resto, non può essere anticostituzionale una roba che sta nella Carta ed è stata voluta dal centro sinistra, giusto?»I poliziotti italiani che lasciano l’Albania sono il segnale che l’esperimento per la gestione del problema immigrazione è fallito.«È una soluzione che fa da apripista a livello europeo. Presa ad esempio, per dire, dal premier britannico Starmer. Un esperimento alternativo rispetto alla guardia civile spagnola che spara sul confine o alla gendarmeria francese che respinge i profughi a Ventimiglia. È un vero esperimento».Risposta spiazzante. Mi sarei aspettato un’intemerata contro i magistrati che disapplicano la legge sabotandola. E con tanto di invocazione sulla riforma della magistratura.«Mi sono imposto una sorta di ideale ramadan della polemica. Anche perché a settimane potrebbe essere condannato a 6 anni di galera uno dei miei migliori amici che incidentalmente coincide con il vicepremier Salvini. Nessuno valuta mai anche il lato umano di questa vicenda. Lei ha citato l’Albania. Io Salvini. Ma ci sono i casi dei tanti Mario Rossi sconosciuti ai più. Vittime di malagiustizia. Io auspico una riforma equilibrata, tutt’altro che punitiva».A proposito di malagiustizia ricordo il suo collega assessore ligure...«Il mio collega Piana. Ingiustamente accusato di partecipare a festini a base di cocaina e con le prostitute, demolito pubblicamente ma poi scagionato appena passate le elezioni regionali. Uno scandalo sul quale spero che programmi di inchiesta facciano luce. Guardi, allargo l’orizzonte. Io intravedo un tentativo eversivo. Mi spiego bene. Non esiste nessuna regia esplicita che intima: “Mettete in galera Salvini”. E generalizzo. Neppure nessun ordine dall’alto che dice all’insegnante di togliere il crocifisso dall’aula. O al magistrato di impedire che la soluzione albanese vada in porto. Dico che c’è un comune sentire dentro una ristretta ma potente élite che di fatto finisce per essere l’aria che tutti respirano. L’aria che tira. Giornalisti, dossieraggi illegali, avvocati, magistrati, insegnanti e funzionari sanno, ciascuno nel proprio ambito di competenza, ciò che è “politicamente corretto” o comunque giusto fare. La cultura woke o gender devono essere portate avanti senza bisogno che ci sia un’imposizione dall’alto. Un tentativo di eversione del nostro modello di vita. E badi bene che non c’è la crescita col sorriso, ad esempio, nel cosiddetto Green deal, altro caposaldo di questo comune sentire eversivo. Ma solo la deindustrializzazione. Per questo non ha senso più di tanto prendersela con l’insegnante che rimuove il crocifisso dall’aula. È come guardare il dito e non la luna. L’insegnante è il dito, non la luna».