2025-08-11
Washington guarda al Caucaso del Sud
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A sinistra il presidente azero Ilham Aliyev, a desra il premier armeno Nikol Pashinyan, al centro Donald Trump (Ansa)
Vittoria diplomatica per Donald Trump. Venerdì, il presidente azero, Ilham Aliyev, e il premier armeno, Nikol Pashinyan, hanno firmato un accordo di pace alla Casa Bianca: si tratta di un’intesa che è stata mediata dagli Stati Uniti.“Voglio congratularmi con queste due grandi persone, il primo ministro Pashinyan e il presidente Aliyev, per essere venuti a Washington per firmare questa importante dichiarazione congiunta”, ha dichiarato il presidente americano, per poi aggiungere: “I Paesi di Armenia e Azerbaigian si impegnano a porre fine per sempre a tutti i combattimenti, a rendere aperti il commercio, i viaggi e le relazioni diplomatiche e a rispettare reciprocamente la sovranità e l'integrità territoriale”. “Non dovrebbero esserci dubbi o sospetti che una delle due parti si tirerebbe indietro. Se uno di noi – il primo ministro Pashinyan o io – avesse avuto in mente di farlo, non saremmo venuti qui”, ha affermato, dal canto suo, Aliyev. “Le dichiarazioni odierne, che il presidente Trump firmerà personalmente in qualità di testimone, danno fiducia e garanzia che stiamo aprendo un capitolo di pace, prosperità, sicurezza e cooperazione economica nel Caucaso del Sud”, ha inoltre sottolineato Pashinyan. In particolare, l’accordo stipulato prevede la realizzazione di un corridoio di trasporto tra i due Paesi, che si chiamerà Trump Route for International Peace and Prosperity. “Prevediamo un significativo sviluppo infrastrutturale da parte delle aziende americane. Sono molto ansiose di entrare in questi due Paesi”, ha affermato l’inquilino della Casa Bianca, che ha anche specificato come gli Stati Uniti abbiano firmato intese bilaterali con Armenia e Azerbaigian in vari settori: energia, commercio, tecnologia e intelligenze artificiale. In altre parole, la mediazione diplomatica statunitense si fonda su un’iniziativa economica che coinvolgerà Washington, Erevan e Baku. Non solo. È stata anche firmata una dichiarazione in cui i leader, rivolgendosi all’Osce, chiedono lo scioglimento del Gruppo di Minsk: una struttura di mediazione sulla crisi del Nagorno-Karabakh che coinvolge Francia, Russia e Stati Uniti.L’accordo diplomatico ed economico di venerdì segna una duplice vittoria per Trump. Innanzitutto, almeno a livello teorico, si rafforza la sua posizione come possibile candidato al Nobel per la Pace: ricordiamo che l’attuale amministrazione statunitense ha già mediato un’intesa tra Repubblica democratica del Congo e Ruanda. In secondo luogo, la Casa Bianca ha consolidato la propria influenza sul Caucaso del Sud, infliggendo un duro colpo alla Russia. Non è tra l’altro escludibile che Trump abbia giocato sotterraneamente di sponda con la Turchia che, storico alleato di Baku, ha salutato con favore la svolta diplomatica di venerdì.
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