2021-12-23
Voto sulla manovra la vigilia di Natale. Saltano i controlli sui bonus edilizi
Addio alle verifiche anti frode per gli interventi fino a 10.000 euro. Sindacato in rivolta: «Per i sanitari 10 euro lordi di aumento al mese». Il maxi emendamento arriva oggi alle 18: lavori in calendario pure il 24Il capogruppo di Fdi al Senato Luca Ciriani: «Impossibile discutere la finanziaria: in commissione ci si è limitati a distribuire regalini ai partiti. E con il Pnrr si ripete lo stesso copione»Lo speciale contiene due articoliSaltano i controlli anti frode per i piccoli lavori di ristrutturazione. Un emendamento alla manovra prevede infatti la riformulazione del decreto voluto dal governo per contrastare le frodi legate alla cessione del credito di bonus e Superbonus edilizi. Con la nuova versione chi deve fare lavori di ristrutturazione sotto i 10.000 euro (a eccezione di quelli che rientrano nel bonus facciate) non è più obbligato all’asseverazione sui prezzi e al visto di conformità delle spese. L’emendamento precisa inoltre anche che le spese extra richieste dal decreto anti frodi sono detraibili dai contribuenti. Sempre in tema di Superbonus 110% ieri il M5s è intervenuto per sottolineare che non sono da attribuire alla misura «le distorsioni e frodi di cui parla il presidente Mario Draghi per giustificare la stretta che, insieme al ministro Daniele Franco, aveva imposto alla proroga della nostra maxi agevolazione sulle unifamiliari, fortunatamente corretta in Senato con l’esame parlamentare della manovra». Sempre sul fronte manovra c’è poi tutta la questione legata alle imprese italiane in difficoltà economica. Ieri, durante il question time, Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, ha sottolineato come all’interno della legge di bilancio ci siano diversi interventi per aiutare le imprese e i lavoratori in difficoltà: «È stato istituito, nello stato di previsione del ministero dello Sviluppo economico, un fondo destinato a favorire l’uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, sono stati previsti specifici esoneri contributivi per i datori di lavoro privati che assumono con contratto di lavoro a tempo indeterminato lavoratori subordinati da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa». E da ultimo, sottolinea Giorgetti, c’è anche la norma contro le delocalizzazioni. Questa ha l’obiettivo di «garantire la salvaguardia il tessuto occupazionale e produttivo, che, nel quadro di un modello procedimentale prevede la predisposizione di un piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche derivanti dalla chiusura che diventa oggetto di confronto sindacale, al cui esito possono essere applicate specifiche misure a supporto delle imprese e dei lavoratori coinvolti». Altro tema affrontato nella giornata di ieri è stato il fondo da 8 miliardi di euro in manovra per il taglio delle tasse: «Non ci sono ulteriori risorse da destinare al fondo per la riduzione della pressione fiscale», ha detto, durante il question time alla Camera il ministro dell’Economia Daniele Franco, spiegando come nonostante nell’aggiornamento della Relazione sull’economia sommersa ci siano segnali in netto miglioramento, al momento «non è possibile quantificare le maggiori risorse che si renderanno disponibili per un’ulteriore riduzione della pressione fiscale (revisione Irpef)». Ieri Franco si è però anche soffermato sulla norma «attira pensionati esteri» attualmente prevista per il Sud Italia. Queste misure spiega «non sono esenti da aspetti problematici», perché potrebbero «generare reazione da parte di altri Paesi, con effetti negativi e il rischio di una corsa al ribasso». Ed è per questo che una sua estensione dovrebbe essere valutata attentamente anche osservando le dinamiche internazionali. Critiche al testo sono arrivate dalla Fials, sindacato dei lavoratori della sanità: «I 76 milioni previsti dalla legge di bilancio 2022 in discussione al Parlamento, per la nuova classificazione e ordinamento professionale, per riconoscere aumenti di stipendio e progressioni di carriera sono solo una vergogna: appena 35 centesimi lordi giornalieri da rispedire al mittente. Parliamo di 10 euro lordi al mese. Uno sputo in faccia a chi ha letteralmente fatto respirare il Paese».Per quanto riguarda infine le tempistiche per arrivare all’approvazione definitiva della manovra, ieri la riunione dei capogruppo ha disegnato nel dettagliato il calendario dei lavori fino all’11 gennaio, che prevede come oggi si esaminerà il decreto legge sul Pnrr, già approvato dalla Camera, e successivamente si continuerà con la discussione sulla manovra, che vedrà la presentazione del maxi emendamento non prima delle 18. I lavori sono in calendario anche per il 24 e non si esclude il voto di fiducia. «Abbiamo accolto l’invito del governo», ha detto il presidente dei senatori della Lega, Massimiliano Romeo, «Facciamo il possibile come governo, nonostante sia programmata la giornata del 24, perché i tempi si stringano e il Parlamento possa arrivare alla votazione della legge di bilancio nella notte tra il 23 e il 24». Il voto finale alla Camera è dunque previsto per il 28 dicembre.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/voto-sulla-manovra-la-vigilia-di-natale-saltano-i-controlli-sui-bonus-edilizi-2656093546.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="aula-esautorata-non-conta-niente" data-post-id="2656093546" data-published-at="1640206631" data-use-pagination="False"> «Aula esautorata: non conta niente» Se finora si è detto che il Parlamento, sui provvedimenti più importanti, non tocca più palla, ormai sembra che la palla non riescano nemmeno più a vederla, dalle parti di Palazzo Madama e Montecitorio. Una delegittimazione che sta toccando il culmine in Senato, dove a pochissimi giorni dalla scadenza prevista dalle legge non è stata ancora approvata in Aula la manovra ed è già è stato paracadutato un Pnrr blindatissimo, pur essendo il provvedimento più importante della recente storia d’Italia. A far presente l’anomalia della situazione è stato il presidente dei senatori di Fdi, Luca Ciriani. Presidente, ci fa capire come il governo vi sta facendo approvare la manovra? «Siamo arrivati in commissione alle 23 di lunedì sera e siamo stati costretti ad approvare la manovra con una maratona notturna che è durata fino alle 16 del giorno successivo. I parlamentari hanno potuto modificare poco o nulla, il grosso è stato impegnato in una serie di emendamenti “puntuali”, più volgarmente detti “marchette”, alcuni dei quali - non sto scherzando - hanno stanziato cifre tipo 7.000 euro. In questo caso si è superato ogni limite, con l’assalto alla diligenza, ed è per questo che ho protestato sia nella riunione dei capigruppo sia in Aula. Siamo al punto più basso della storia del Senato, che viene esautorato e compensato con quattro regalini, pochi spiccioli che umiliano parlamentari sempre più frustrati. Siamo ormai al ridicolo, con emendamenti che non sarebbero paragonabili nemmeno all’ordinanza di un piccolo Comune. C’è un parlamentare che ha fatto una norma per assumere due persone al suo Comune». E adesso vi è arrivato anche il Pnrr, giusto? «Esatto, a completare una deriva che sembra non interessare più a nessuno. Sembra che ormai sia scontato che il Parlamento non conti assolutamente nulla. Noi rivendichiamo il nostro ruolo di opposizione e il diritto-dovere di guardare le carte, di leggere e di migliorare quello che propone il governo. Ormai non siamo più nelle condizioni di poter proporre un emendamento. Dicevamo del decreto sul Pnrr, vitale per l’Italia: è arrivato stamattina (ieri, ndr), calendarizzato in commissione nel pomeriggio, con al massimo due ore di tempo per leggerlo. Della serie “non guardatelo neanche”, perché noi ormai siamo dei passacarte del governo. Non c’è nemmeno il tempo materiale per leggerlo, dopo una maratona di 48 ore sulla manovra. Significa abdicare al ruolo del Parlamento. Se questo sta bene alla maggioranza...». Fino a un po’ di tempo fa, dal Colle arrivavano dei segnali di insofferenza o quantomeno di censura per questo andazzo. Ora nemmeno più quello... «Questo perché il tema dell’emergenza Covid è stato usato politicamente, perché in realtà non esiste un’emergenza giuridica per giustificare questo modo di agire. L’emergenza Covid è il paravento dietro al quale si giustificano questi annullamenti del ruolo del Parlamento. Dobbiamo assolutamente uscire da questa fase di emergenza, con un nuovo presidente della Repubblica, con nuove elezioni, ridare la parola ai cittadini, far ripartire la politica, e farla ripartire anche dal Parlamento. Con l’utilizzo strumentale dell’emergenza Covid siamo arrivati a un governo che decide per tutti e impedisce al Parlamento di verificare. Spero che l’elezione del nuovo presidente sancisca la fine di questa stagione dell’emergenza che giustifica ogni cosa, che è partita dai dpcm di Giuseppe Conte ed è proseguita con un crescendo di delegittimazione del Parlamento».