2018-08-17
Vogliono mandarci altri 170 migranti. Ora l’intesa su Aquarius può saltare
La nostra Guardia costiera soccorre un barcone in acque maltesi. Matteo Salvini polemizza : «Noi non informati». L'Italia può rivedere l'accordo con La Valletta e non accogliere 20 delle persone salvate dal natante delle Ong.Sugli sbarchi continua il braccio di ferro: tra Italia e Ue, tra il nostro governo e quello maltese, e forse anche tra esponenti del nostro stesso esecutivo. Fatto sta che la vicenda dell'Aquarius, la nave gestita da Sos Méditerranée e Medici senza frontiere che nei giorni scorsi ha girato per il Mediterraneo con 141 immigrati a bordo, ha visto un ulteriore colpo di scena. Accade infatti che 20 di quei migranti siano destinati a raggiungere il nostro Paese. Pochi, pochissimi, rispetto alle cifre a cui eravamo abituati negli anni scorsi. La cifra è nettamente inferiore anche alla quota toccata agli altri Paesi che hanno deciso di farsene carico. Ma è comunque superiore allo zero promesso da Matteo Salvini, che il 14 agosto, con un post molto contestato per la concomitanza con i fatti genovesi, scriveva sui social: «In una giornata così triste, una notizia positiva. La nave Ong Aquarius andrà a Malta e gli immigrati a bordo verranno distribuiti fra Spagna, Francia, Lussemburgo, Portogallo e Germania. Come promesso, non in Italia, abbiamo già fatto abbastanza. Dalle parole ai fatti!». Concetto ribadito anche nel corso della conferenza stampa di Ferragosto a San Luca. È stato il premier maltese Joseph Muscat a dare per primo la notizia che l'Italia avrebbe invece partecipato alla redistribuzione degli immigrati. Alla fine la notizia è stata confermata, ieri mattina, dal Viminale stesso, con la precisazione che l'Italia ne prenderà in carico non più di 20, mentre Francia e Spagna ne accoglieranno 60 a testa. La discontinuità rispetto al passato, insomma, resta. Ma resta anche l'impressione che Salvini, per imporre la sua linea dura, debba impegnarsi ogni volta in una lotta impari destinata a concludersi con situazioni di compromesso. L'occasione per un nuovo braccio di ferro non si è però fatta attendere. È di nuovo il titolare del Viminale ad annunciarlo, sempre sui social. «In Europa non cambiano mai... È mio dovere informarvi», scrive Salvini, «che un barcone con 170 immigrati a bordo, ora in acque maltesi e in difficoltà, viene bellamente ignorato, anzi viene accompagnato verso le acque italiane, dalle autorità maltesi. Se questa è l'Europa, non è la mia Europa. L'Italia ha già accolto, e speso, abbastanza. Sia chiaro a tutti, a Bruxelles e dintorni. Punto». Ma mettere il punto sulla questione non è molto semplice. I fatti raccontano di un gommone intercettato da una motovedetta italiana che ha preso a bordo i migranti senza informare il Viminale. Che ha risposto con questo comunicato: «Cronache dall'Europa che non esiste. I maltesi ieri avevano assunto la responsabilità di un intervento in aiuto di un barcone con 170 immigrati a bordo, come giusto, all'interno delle loro acque, e una loro imbarcazione (la P52) era giunta in zona, ma senza prestare alcun soccorso. I maltesi hanno quindi “accompagnato" il barcone verso le acque italiane, e una nave della Capitaneria di porto italiana, senza che al Viminale ne fossimo informati, ha imbarcato gli immigrati mentre ancora si trovavano in acque maltesi, per dirigere verso l'Italia. Ho chiesto che la nave italiana contatti le autorità maltesi, nelle cui acque è avvenuto il soccorso, perché mettano a disposizione un porto per lo sbarco. Dopo aver accolto via mare 700.000 immigrati in pochi anni, penso che l'Italia abbia già fatto il dovere suo e anche di altri».Lo scontro, insomma, si fa infuocato, e c'è anche qualche complicazione in più, perché un conto è chiudere i porti a una nave di una Ong, un conto è farlo con una della Capitaneria di porto. Ma Salvini ha comunque delle frecce al suo arco. Fonti del Viminale fanno infatti sapere che se davvero i partner europei pensano di lasciare sola l'Italia rifilandole un barcone con 170 persone, Roma rimetterà in discussione la possibilità di partecipare alla redistribuzione delle persone che erano a bordo dell'Aquarius, così come annunciato da Malta nelle ultime ore. L'ultima vicenda è stata insomma interpretata dalle autorità italiane come la dimostrazione che in Europa non viene affatto premiata la volontà italiana di giungere, nonostante tutto, a un compromesso. I governi europei, a tale riguardo, sembrano pronti a prendersi tutto il braccio non appena Roma mostri di voler fornire un dito. Con il risultato che ora quel dito potrebbe essere ritirato. I 20 migranti dell'Aquarius che dovrebbero venire in Italia, infatti, in questo momento sono ancora a Malta. Nel caso in cui La Valletta dimostrasse di voler fare ancora la furba, come nel caso della nuova nave carica di immigrati «accompagnata» verso l'Italia, il nostro governo potrebbe anche ritornare sulla soluzione concordata per l'Aquarius. Il braccio di ferro, quindi, non è ancora finito.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)