2021-06-26
Vogliono già richiuderci in casa
Lunedì tutta l'Italia in zona bianca, ma Franco Locatelli parla di ripristinare le zone rosse. Mario Draghi: «La soluzione è vaccinare». Ma tra tagli nella fornitura delle dosi, pasticcio Astrazeneca e guerra per bande tra Cts e ministero della Salute, la campagna batte in testa. Nemmeno il tempo di brindare all'Italia tutta in zona bianca da lunedì, che già qualcuno comincia a tinteggiare nuovamente di rosso l'orizzonte. Ovvero pensa di richiuderci in casa. Se, come e quando, poi nel caso si vedrà. Il perché viene però collegato all'allarme varianti, in particolare la rapida diffusione della Delta (ex Indiana) che sta spaventando il Regno Unito ma anche Israele, dove per la risalita dei casi è stato reintrodotto l'obbligo di mascherina al chiuso, e l'Australia, dove a causa di un focolaio è scattato il lockdown di una settimana per i residenti di quattro quartieri centrali di Sydney. In Italia, al momento, la situazione è sotto controllo: 753 i positivi (giovedì erano stati 927) con 56 vittime in un giorno (giovedì erano state 28, ma 21 sono relative a ricalcoli della regione Puglia) e 306 pazienti ricoverati in terapia intensiva, 22 in meno rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Questa settimana abbiamo avuto 3.961 contagi, la scorsa settimana 6.034. Rispetto alla media delle ultime 4 settimane sono diminuiti del 65% a fronte di un calo del 10% dei tamponi. Il monitoraggio non ha quindi riservato sorprese e anche la Val d'Aosta tornerà «bianca» da lunedì, quando sparirà l'obbligo della mascherina all'aperto, dopo il parere del Cts e la relativa ordinanza del ministero della Salute. Eppure, nel pomeriggio, il coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, a SkyTg24 sgancia la bomba: «Se necessario vanno create delle zone per fermare i cluster, come ad esempio è successo in Umbria quando si è verificata la diffusione della variante brasiliana». Insomma, gli stessi che decidono il ritorno in zona bianca di tutto il Paese nello stesso giorno tornano a parlare di zone rosse. Senza contare, tra l'altro, che in assenza di un cambio dei parametri per l'assegnazione dei colori alle Regioni, i territori rischiano di passare in zona rossa anche con bassi tassi di ospedalizzazione. Addirittura, una Regione rischierebbe di passare dal bianco direttamente al rosso (oltre 250 casi ogni 100.000 abitanti, a prescindere dai ricoveri). Dopo il pasticcio sul mix dei richiami di AstraZeneca, il ministro della Salute Roberto Speranza è stato invece più defilato, almeno nei toni. «Siamo messi molto meglio di prima, ma la sfida è ancora aperta», ha detto a SkyTg24. «Penso che la variante Delta sia giusto seguirla con la massima attenzione, dobbiamo essere preoccupati per fronteggiare questa insidia, siamo stati tra i primi Paesi ad adottare misure restrittive verso l'India. Ho disposto la quarantena anche per la Gran Bretagna - ha proseguito - abbiamo potenziato il sequenziamento e continueremo a farlo», ha aggiunto. Il ministero ha comunque diffuso una circolare in cui si sottolinea che aumentano le segnalazioni sul territorio nazionale di casi associati a varianti Kappa e Delta, in particolare di focolai dovuti alla variante Delta che è del 40-60 per cento più trasmissibile rispetto alla Alpha e può essere associata a un rischio più alto di ricoveri. Anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto sul tema in conferenza stampa raccomandando di continuare «con determinazione la campagna vaccinale, continuare e aumentare i tamponi, aumentare il sequenziamento» perché da un confronto con gli altri Paesi «è venuto fuori che alcuni sequenziano molto di più rispetto all'Italia». Quindi il premier, il ministero e il Cts chiedono di rafforzare tracciamento e sequenziamento e anche di completare il ciclo vaccinale. Altrimenti si rischiano una nuova emergenza e nuove misure restrittive. Il problema è che solo poche settimane fa, anche con il placet della struttura commissariale, sono stati allungati i tempi per i richiami ed è stata chiesta alle regioni una maggiore flessibilità per le prenotazioni della seconda dose in vista delle vacanze. Sul fronte del sequenziamento, inoltre, il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, giovedì ha detto di aver presentato ai primi di gennaio un progetto per le varianti che «non è mai stato finanziato e per mesi l'ho sollecitato. Solo pochi giorni fa ha trovato un finanziamento e sta partendo. La lentezza di questi mesi è di esclusiva responsabilità del gabinetto del ministero della Salute». Non solo. L'ennesimo caos su Az, che Draghi ha tentato di risolvere sconfessando la linea di Speranza, continua comunque a manifestare i suoi effetti sulla campagna. I vaccinandi cominciano a scarseggiare, e ne mancano ancora molti all'appello in tutte le fasce d'età, in media siamo passati da 468.000 prime dosi a 274.000. In mezzo a molte - troppe - voci che parlano, la sensazione è che manchi una strategia, forse rimasta ostaggio di una guerra tra «bande». C'è il Cts che è stato messo da parte da Draghi e che sta cercando di tornare sotto ai riflettori. C'è poi chi ha interesse a tenere vivo il discorso sull'emergenza, per esempio per i sindacati significa avere più chance per lasciare bloccati i licenziamenti. E mentre non abbiamo dati certi sull'effettiva capacità delle nuovi varianti di «bucare» i vaccini disponibili, il ritmo delle somministrazioni resta inchiodato sotto le 600.000 dosi giornaliere (mentre in Spagna giovedì hanno superato quota 750.000) con un gap tra prime e seconde dosi che si allarga pericolosamente. Ieri Draghi ha fatto più volte il riferimento all'Inghilterra per descrivere il rischio che corre l'Italia. «La diffusione di questa variante sta creando incertezza nella ripresa economica, su cui l'Inghilterra era avviata molto molto bene. Quindi non vogliamo trovarci nella situazione dello scorso anno, soprattutto in autunno quando ricominciano le scuole, quando i trasporti pubblici ritornano a essere pieni. È passato un anno, avremo anche imparato qualcosa», ha insistito. Già, al ministero e al Cts hanno davvero imparato qualcosa?
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