2020-02-02
Visti sospesi e controlli sulle navi. Domani tornano gli italiani da Wuhan
Estesa la profilassi: il personale medico potrà fare analisi anche a bordo. Resta stazionario il quadro della coppia ricoverata a Roma, mentre i connazionali rimpatriati staranno in quarantena in una base. «Ti assicuro che in reparto c'è una situazione allucinante. Per far fronte all'emergenza stiamo dimettendo tutti». L'affermazione - piuttosto allarmante - esce dalla bocca di un'infermiera dell'ospedale romano Lazzaro Spallanzani, struttura sanitaria dove si trova ricoverata la coppia di turisti cinesi contagiati dal coronavirus. È l'ora di pranzo e al bar la donna - di fronte al suo interlocutore - dipinge un quadro complesso. Le lamentele durano per lo spazio di un caffè, abbastanza per captare un certo livello d'ansia. Poco prima eravamo stati testimoni di un'altra conversazione, dai toni decisamente più distesi, in cui un infermiere - cellulare alla mano - stava registrando un messaggio vocale: «Quella del 2003 era molto più potente». Testimonianze destinate a restare isolate, dato che all'interno dell'ospedale Spallanzani vige la regola tassativa di tenere la bocca cucita. Nei padiglioni ci si muove in un religioso silenzio, reso più penetrante dalla piccola cappella che si trova al pian terreno. Nei corridoi non circola quasi nessuno e dalla vetrata a vista che circonda tutto l'edificio entra un flebile luce, dovuta alla pioggia a singhiozzo che colpisce Roma. Sono da poco passate le 13 quando la direzione sanitaria della struttura ospedaliera di via Ostiense dirama il bollettino medico: «In merito ai due cittadini di nazionalità cinese provenienti dalla città di Wuhan positivi al test del nuovo coronavirus, si comunica che le loro condizioni cliniche sono in continuo monitoraggio da parte del personale della struttura sanitaria». Nello specifico: «La donna di 65 anni, pur mantenendo condizioni cliniche discrete, ha presentato nella giornata odierna un episodio di nausea e vomito. L'uomo di 66 anni attualmente è in condizioni cliniche stazionarie, con un quadro di polmonite interstizio alveolare bilaterale. Presenta febbre associata a tosse e astenia. La coppia è sottoposta a continui controlli e monitoraggio da parte dei sanitari». Parole che trasmettono una certa dose di fiducia, se confrontate ai casi più preoccupanti che sono scoppiati all'estero, basti pensare alla Germania dove i contagiati sono sei, fra cui un bambino. È invece ufficialmente fuori pericolo l'operaio romeno entrato in contatto con la coppia cinese al Grand Hotel Palatino. «Riguardo al paziente di nazionalità romena», asseriscono i vertici dello Spallanzani, «è in buone condizioni di salute ed è risultato negativo al test per il nuovo coronavirus». Nel comunicato, inoltre, si legge: «Presso l'istituto sono ricoverati in questo momento 13 pazienti provenienti da zone della Cina interessate dall'epidemia e tutti loro sono stati sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus, tutt'ora in corso». Da sottolineare che «altri 13 pazienti sono stati isolati nel nostro istituto e dimessi dopo il risultato negativo dei test per la ricerca del nuovo coronavirus». Infine la notizia più lieta: «Per quanto riguarda le 20 persone che hanno avuto contatto con la coppia cinese positiva all'infezione da nuovo coronavirus, continuano ad essere osservate presso l'Istituto Spallanzani. Sono tutte in buone condizioni generali e la loro salute non desta preoccupazioni». Dunque, nonostante l'emergenza stia mettendo a dura prova l'ospedale, è innegabile che infermieri e medici stiano compiendo un ottimo lavoro. Il sistema sanitario nazionale sta dimostrando ancora una volta tutta la sua efficacia. Intanto, le misure precauzionali attuate negli aeroporti verranno estese anche ai porti. I medici potranno salire a bordo delle navi nell'eventualità di casi sospetti per fare le dovute analisiMa c'è un altro dossier aperto: il futuro dei nostri connazionali che devono rientrare dalla Cina, per la precisione da Wuhan. Sono ben 67 le persone che stanno per fare ritorno in patria. Il lungo viaggio si concluderà domani mattina nello scalo di Pratica di Mare (Roma), grazie all'aereo messo a disposizione dall'Aeronautica militare. Con molta probabilità i primi accertamenti sulle condizioni di queste persone verranno effettuati già all'interno del velivolo, a bordo del quale ci saranno anche dei medici. Si tratta di un mezzo speciale: il Kc-767a, che dispone di elevata autonomia di volo - 14 ore, con un'autonomia pari a 11.500 chilometri - in grado di essere rifornito in volo, eventualmente, in modo da estendere all'occorrenza il proprio raggio d'azione. Terminato il volo intercontinentale, i 67 connazionali saranno portati nel Centro olimpico militare della Cecchignola, a Roma, dove sarà avviato il protocollo sanitario. Non bisogna dimenticare che fra loro nessuno risulta contagiato. Circostanza che però non deve far abbassare il livello di guardia. La concessione dei visti d'ingresso in Italia dalla Cina è infatti stata sospesa, e anche il sistema scolastico italiano ha dovuto fare i conti con l'epidemia globale. Secondo quanto stabilito da una circolare emanata dal ministero della Salute, gli studenti che si sono recati nelle ultime due settimane in Cina potranno frequentare normalmente le scuole dell'infanzia, primarie, secondarie e le università. Alle quali resta il compito di monitorare l'insorgenza di eventuali sintomi «come tosse, febbre e difficoltà respiratorie».
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