2023-05-06
Visco alle sigle: «Guai agli aumenti»
Il governatore di Bankitalia avverte i sindacati: «Salari slegati dalla produttività alimentano l’inflazione». Sui rialzi dei tassi di interesse Bce: «Adelante con juicio».Nuovo altolà di Ignazio Visco ai sindacati sui salari. Per il governatore della Banca d’Italia è «necessario che le parti sociali continuino a mostrare responsabilità in tutte le economie dell’area dell’euro». Nell’introduzione del libro Inflazione e politica monetaria, edito da Laterza, Visco sottolinea come i «tentativi di innalzare i margini di profitto o richieste salariali slegate dai guadagni di produttività che mirassero al pieno recupero dell’inflazione o che incorporassero aspettative di una crescita futura dei prezzi eccessivamente elevata finirebbero infatti solo per prolungare la fase di alta inflazione, amplificandone gli effetti negativi». Per il governatore, la crescita dei salari reali va piuttosto perseguita affiancando all’incremento qualitativo e quantitativo degli investimenti pubblici e privati riforme che creino condizioni più favorevoli all’attività delle imprese e alla concorrenza e che migliorino la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici. «Come accaduto negli anni Settanta per la “tassa dello sceicco”», rileva il governatore, «lo shock energetico in corso costituisce un onere ineludibile per il Paese: non lo si può rinviare al mittente e l’obiettivo deve essere quello di assorbirlo il più in fretta possibile, anche ridistribuendone gli effetti con interventi a favore delle famiglie e delle imprese maggiormente colpite, riducendo al minimo gli oneri permanenti sui conti dello Stato». Non è la prima volta che dal vertice di Bankitalia arriva un pungolo ai sindacati. Lo aveva già fatto il 20 aprile chiedendo «un comportamento responsabile» da parte di tutti: «sindacati e aziende» e «politiche di bilancio degli Stati» per tenere sotto controllo l’inflazione visto che «la Bce non è l’unico attore in gioco». Idem lo scorso 1° marzo quando aveva avvertito che i rinnovi contrattuali «non devono» seguire la logica passata ma «considerare anche il raggiungimento di un aumento della produttività» per recuperare il potere di acquisto.È vero «che i salari in Italia devono aumentare perché sono bassi ma lo sono perché sono 20 anni che l’economia non cresce» e per questo «dobbiamo cambiare con le riforme strutturali», ha sottolineato ieri suggerendo interventi temporanei sul costo del lavoro e il parziale assorbimento, ove possibile, nei margini di profitto. «Chi è sotto il livello di povertà va aiutato» ma occorre evitare la spirale salari-prezzi che farebbe perdurare l’inflazione con effetti negativi. «A chi ci chiede perché tante discussioni se alzare i tassi di 25 o 50 punti base» va ricordato come «il punto di fondo è che viviamo in un momento molto incerto» fra guerra in Ucraina, instabilità geopolitiche e tensioni sui prezzi. Il governatore ha quindi ricordato la necessità di un’azione comune fra politica monetaria, di bilancio e responsabilità dei sindacati altrimenti «l’obiettivo sarà raggiunto ugualmente ma i costi saranno più elevati». Visco ha infine sottolineato come nel consiglio a Francoforte l’obiettivo di lotta all’inflazione è condiviso ma c’è differenza su «modi e tempi». Il governatore ha rimarcato che l’Europa ha molte differenze con gli Usa, che registrano negli ultimi dati di aprile 253.000 posti di lavoro e vedono una disoccupazione al 3,4%. In sostanza, la lezione di Visco di ieri è che l’Italia sconfisse l’inflazione fra gli anni Ottanta e Novanta con un’azione congiunta della Banca centrale e del governo e la responsabilità delle parti sociali. Quell’esperienza ora può essere utile per combattere l’aumento dei prezzi che si è riaffacciato in Europa e non con la sola leva dei tassi per i quali bisogna senz’altro procedere ma «adelante con juicio».
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)