2023-09-07
Vietato criticare la Egonu, sennò sei razzista
Il ct della nazionale di pallavolo Davide Mazzanti agli ultimi europei l’ha relegata in panchina, preferendo nel suo ruolo la Antropova Lei si è offesa e non vuole più giocare con l’Italia. Risultato: l’allenatore, accusato dai media di lesa maestà, ora rischia il posto.«Se devo giocare gioco, se devo tifare tifo». L’ultima schiacciata di Paola Egonu finisce direttamente in faccia al suo allenatore, e il circo del conformismo pallavolista riparte. Il ct della Nazionale di volley, Davide Mazzanti, ha deciso da tempo di non puntare più solo sulla fenomenale (e capricciosa) atleta di Cittadella, ma di rimodulare una squadra un po’ bollita, trovandosi davanti alla più spinosa delle scelte: mandare in panchina una delle icone pop del progressismo da salotto. «Riserva? Sarà difficile per lei, però credo che ogni situazione nuova porti chi è di spessore a trovare risorse nuove», ha spiegato l’allenatore, sperando di cavarsela con una scelta tecnica. Non si rendeva conto di entrare in una valle di lacrime.Ora in bilico è lui, crocifisso dal sistema mediatico mainstream per lesa maestà, per l’incapacità di cogliere l’indispensabilità di un personaggio pur bizzoso e divisivo, di «sacrificare l’iniziativa individuale alla legge del gruppo, cioè del capo, che non vuole essere messo in ombra da personalità forti». Così il Corriere della Sera, mentre la Repubblica fa sapere che Egonu è pronta a rinunciare alla Nazionale (un’altra volta), non perché «l’Italia è un Paese razzista» (quello show è già andato in onda l’anno scorso) ma perché il ct ha deciso di farla scendere dal piedistallo, di metterla in dubbio come le altre. E di non convocarla per il torneo preolimpico di Parigi. Un progetto condiviso dalla federazione, quindi dal presidente Giuseppe Manfredi, che intende rimandare le decisioni sul futuro dopo le partite di qualificazione (conclusione il 24 settembre), rischiando di veder bollire il pentolone e di radicalizzare uno scontro ormai totale fra star e impresario. Egonu l’ha fatto capire: se resta Mazzanti non vado a Parigi. O io o lui. Classica prova di forza da spogliatoio. Ci provò anche Arrigo Sacchi, quando andò da Silvio Berlusconi e pronunciò la stessa frase riferendosi a Marco Van Basten; allora fu il mister di Fusignano ad essere accompagnato alla porta. Di solito in questi casi vincono i giocatori. Mazzanti ha capito che per lui sta cominciando l’ultimo giro di giostra. Segnale importante: aveva lo stesso procuratore della campionessa, il quale nel dubbio ha abbandonato lui. Mettersi contro Egonu non significa solo imporre una sacrosanta valutazione sportiva (se il ct ritiene che Kate Antropova sia più in forma è giusto che la faccia giocare titolare) ma combattere una battaglia persa in partenza, affrontare una scalata himalaiana fra i pregiudizi del politicamente corretto, dove mettere in discussione Egonu vuol dire finire nel mirino del tribunale del karma che dal festival di Sanremo a Rula Jebreal, da Concita De Gregorio a Roberto Saviano, ha una sola sentenza: una panchina è machismo e due panchine sono razzismo. Egonu, che rimane una giocatrice sublime quando ha voglia, è intoccabile anche se non tocca palla. Ha appena 24 anni, potrebbe davvero essere la leader della Nazionale se solo avvertisse la necessità di guardare oltre il proprio profilo individuale. Il suo problema è la sindrome di Wanda Osiris, l’individualismo di certi fuoriclasse, l’effetto Neymar sui compagni. Anche Roberto Baggio seppe accettare la panchina, magari mugugnando ma senza porre aut-aut. Nell’ambiente del volley le stelle da copertina ribelli hanno fatto tradizione: Maurizia Cacciatori era da prendere con le pinze, Francesca Piccinini litigò con tre ct (Julio Velasco, Marco Bonitta e Massimo Barbolini) ma a nessuno venne in mente di silurare il tecnico per far contenta la rockstar di turno.La squadra osserva in silenzio, nessuno esce allo scoperto, ma l’individualismo di Egonu (la ragazza da un milione di euro) non aiuta a rasserenare un ambiente che arriva da due sconfitte deprimenti al Mondiale e agli Europei. I media tendono ad accreditare una rivolta interna contro Mazzanti adducendo alle gastriti di Monica De Gennaro, Cristina Chirichella, guardacaso le altre della vecchia guardia, alle quali il tecnico ha deciso di offrire «una pausa di riflessione». In realtà Egonu non sta giocando con continuità al suo livello da tempo; l’avventura in Turchia è finita subito non tanto per la sua nostalgia di casa ma perché il VakifBank Istanbul non aveva alcuna intenzione di continuare a pagare un milione l’ingombrante e lunatica fuoriclasse, tornata in Italia al Vero Volley Milano per mantenere quel sontuoso cachet.Neppure Mazzanti è esente da colpe, è pur sempre il ct che ha perso Mondiali ed Europei, e che in un momento di debolezza ha ammesso di non avere in mano la squadra. Oggi più che di una Egonu avrebbe bisogno di dieci guerriere d’acciaio in campo. Una squadra. Sul braccio della superstar c’è scritto «Pazienza» e lei spiega che «ce ne vuole tanta nella vita, quindi vivrò questa situazione con il sorriso». È nella situazione più comoda, ha capito che chi la critica passerà per razzista. E dorme serena sulla sponda dorata del fiume, aspettando di vederne passare il cadavere.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Friedrich Merz e Giorgia Meloni (Ansa)