2025-01-25
Il video esclusivo del ritrovamento della bimba rapita a Cosenza
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Ecco le immagini del momento in cui gli agenti della squadra mobile di Cosenza hanno bussato alla porta di Rosa Vespa e Acqua Moses per recuperare la piccola Sofia e restituirla ai veri genitori.Ingabbiata dalle sue stesse bugie. Rosa Vespa davanti al giudice del Tribunale di Cosenza è crollata: racconti un po’ confusi interrotti, a tratti, dalle lacrime. La cinquantunenne cosentina da martedì notte si trova nel carcere di Castrovillari perché ha rapito una neonata nella clinica Sacro Cuore di Cosenza. Dalle 18.30 dello scorso 21 gennaio la piccola Sofia, dopo appena un giorno di vita, è diventata la bambina d’Italia, la figlia di molte mamme, di quelle che lo sono davvero e di quelle che tanto desiderano di diventarlo. La piccola è stata portata via da quella «donna bassa con le treccine» che si è finta operatrice sanitaria e l’ha sottratta al calore della sua vera mamma. Un rapimento lampo risolto dai poliziotti della squadra mobile di Cosenza, coordinati dal questore Giuseppe Cannizzaro. Gli agenti della Mobile hanno bussato alla porta di Rosa e hanno trovato una festa per la nascita di Ansel, un bimbo, mai nato, ma tanto voluto dalla coppia. In una stanza con le pareti blu c’era una culletta con dentro la piccola Sofia vestita da maschietto. La neonata torna tra le braccia della sua mamma; mentre Rosa Vespa e il marito Acqua Moses, quarantatreenne originario del Senegal, vengono arrestati e portati in carcere. Ma, ieri sera, Moses è stato scarcerato dal Tribunale di Cosenza perché ritenuto estraneo al rapimento. Ieri mattina, nel corso dell’udienza di convalida, Rosa era in una stanza del carcere di Cosenza e ha risposto a tutte le domande del giudice Claudia Pingitore e del pm Bruno Antonio Tridico. Ha ribadito più volte di aver fatto tutta da sola e che il marito è totalmente estraneo al rapimento. Moses, in un’altra stanza del carcere, ha raccontato la stessa versione: lui non sapeva nulla: «Pensavo che quella neonata fosse mio figlio». Il quarantatreenne mediatore culturale, da tempo sposato con l’architetto cosentino, per nove mesi ha creduto che quella pancia fosse la pancia di una donna incinta. Ha creduto che davvero l’8 gennaio scorso Rosa avesse dato alla luce il loro piccolo Ansel, il «loro miracolo».La donna lo aveva annunciato sul suo profilo Facebook con tanto di foto che riprendeva la manina di un neonato. Tutti avevano creduto alla gravidanza, finta, e alla nascita, mai avvenuta. Rosa Vespa agli inquirenti ha spiegato che da quella bugia della gravidanza inventata ne sono venute fuori tante altre perché sarebbe entrata in un vortice di finzione e menzogne da cui non sapeva più uscire. Ha provato più volte a dire la verità, ma non ci sarebbe riuscita. Da qui la necessità di mettere insieme tutti i tasselli del puzzle: il parto e l’arrivo a casa del piccolo. Aveva, quindi, comprato l’abbigliamento da neonato, i palloncini azzurri, i confetti, due fiocchi. Ma, a quel punto, mancava il bimbo. Al marito, ai familiari e agli amici, che dall’8 gennaio non lo avevano mai visto, ha detto che il piccolo aveva contratto il Covid e che quindi nessuno poteva andare a trovarlo. Poi, però, dopo circa due settimane era guarito e poteva tornare a casa. Rosa, allora, è entrata nella clinica poco prima delle 18: prima si è infilata in una stanza e chiesto come stesse un bimbo. Poi, si è spostata nella nursery dove la piccola Sofia era tra le braccia della nonna. Ha detto di essere un’operatrice sanitaria e di dover lavare la piccola. Rosa Vespa ha riferito al giudice che non era a conoscenza del fatto che «Sofia avesse un solo giorno di vita» e non ha saputo spiegare il perché di quello che ha fatto. La cinquantunenne ha mostrato di avere ricordi confusi su quanto fosse successo da quel momento in poi. Alle precise domande del giudice ha risposto di non ricordare. Non ha saputo nemmeno spiegare perché abbia rapito una bimba se aveva detto di aspettare un maschietto. Per la difesa della donna (rappresentata dagli avvocati Teresa Gallucci e Gianluca Garritano) questo e altri elementi sono la dimostrazione che non si è trattato di un rapimento pianificato.Gli avvocati hanno presentato un’istanza per chiedere che la donna venga visitata da un medico e da uno psichiatra prima di chiedere una perizia vera e propria. Rosa, però, tra le lacrime ha più volte ribadito di non aver mai voluto fare del male alla piccola e che il marito è estraneo a tutto. La versione di Moses è stata ritenuta credibile anche dalla Procura che non ha chiesto la conferma dell’arresto. Quando martedì sera il commissario Claudio Sole ha bussato alla porta di Rosa e Moses ha visto sul volto del senegalese «tanta incredulità». «Sembrava davvero che non sapesse nulla» ha spiegato l’investigatore. Da ieri sera, il papà per un giorno è tornato a essere un uomo libero. Ma i misteri da chiarire intorno a questa complessa vicenda sono ancora tanti.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.