2025-11-08
Montepaschi valuta cedole straordinarie: «Con Mediobanca puntiamo all’estero»
Utile oltre le stime a 1,37 miliardi nei primi nove mesi del 2025. Lovaglio: «Delisting per Piazzetta Cuccia? Presto per parlarne».Il Monte dei Paschi di Siena chiude i primi nove mesi del 2025 con risultati superiori alle attese e, grazie a Mediobanca, ora punta all’estero e alla remunerazione degli azionisti. La banca senese ieri ha riportato un utile netto di 1,366 miliardi di euro, in crescita del 17,5% rispetto allo stesso periodo del 2024 al netto di un provento fiscale straordinario che aveva gonfiato i risultati dell’anno scorso (nei primi nove mesi 2024 l’utile fu 1,566 miliardi, di cui 470 milioni da beneficio fiscale).Anche il terzo trimestre 2025 ha registrato utili oltre le stime: 474 milioni di euro, poco sotto i 479 milioni del trimestre precedente ma in aumento del 16,5% su base annua, a fronte dei circa 394 milioni attesi dagli analisti. Il mercato ha reagito con entusiasmo: il titolo Mps è balzato di 4,5%, segnando ieri la migliore performance sul Ftse Mib. In conference call, l’ad Luigi Lovaglio ha definito l’acquisizione di Mediobanca «un nuovo capitolo della storia di Mps, creando un nuovo leader sul mercato italiano con dimensioni per competere a livello europeo». E ha ribadito: «Abbiamo trasformato il gruppo in un nuovo leader in grado di competere a livello europeo: l’Italia merita un’istituzione finanziaria più forte, innovativa e diversificata, in grado di fornire supporto alle famiglie, alle pmi e alle grandi imprese del Paese».Il ceo ha annunciato che il nuovo piano industriale con Mediobanca sarà presentato entro il primo trimestre 2026. Sulle prospettive 2025, ha detto, «grazie alla solidità del gruppo saremo in grado di rispettare il payout del 100% per gli anni a venire». Quanto alla cedola, «prevediamo di distribuire un dividendo per quest’anno in linea con lo scorso anno, garantendo un rendimento degli azionisti tra i più elevati in Europa». E sull’ipotesi di acconto, ha detto: «È un’opzione che stiamo considerando e vedremo con il piano industriale, stiamo pensando a questa opzione. Siamo fiduciosi di raggiungere i nostri target e anzi di far crescere il dividendo per azione».Sulla leva patrimoniale in eccesso, Lovaglio ha precisato che il capitale in eccesso è «una grossa opportunità da sfruttare al meglio». Sul ventaglio degli strumenti di remunerazione: «Coglieremo tutte le opportunità per far crescere il nostro business e gratificare di più i nostri azionisti, con un buyback o un dividendo straordinario».Quanto ai numeri, nei primi nove mesi del 2025 i ricavi totali del gruppo ammontano a 3,054 miliardi di euro, pressoché invariati su base annua (+0,5%) ma leggermente superiori alle previsioni. La tenuta dei ricavi riflette un calo del margine di interesse a 1,638 miliardi (-7,4% annuo, complice il ribasso dei tassi) compensato dalla crescita delle commissioni nette a 1,185 miliardi (+8,5%) trainate dalla gestione del risparmio e dalla consulenza. Gli oneri operativi sono aumentati solo dell’1,4% (1,411 miliardi) nonostante il rinnovo contrattuale sul personale, e nel terzo trimestre sono risultati in lieve calo rispetto al precedente (-0,6%), segno di efficace controllo dei costi.Certo, l’acquisizione di Mediobanca (consolidata il 30 settembre) ha quasi raddoppiato le dimensioni di Mps: la raccolta complessiva è balzata a 357,6 miliardi di euro (da circa 204 mld pre-integrazione) e gli impieghi a 140,7 miliardi. Il patrimonio netto è schizzato a 29,1 miliardi (da 11,6 di fine 2024) grazie al mega aumento di capitale da 14,8 miliardi per l’Opa Mediobanca, oltre all’utile del trimestre e all’ingresso di 2,3 miliardi di interessenze di minoranza. I coefficienti di solidità patrimoniale restano elevati: il CeT1 ratio fully loaded è pari al 16,9% (in calo dal 19,6% di giugno).Sull’avanzamento operativo dell’aggregazione con Piazzetta Cuccia, Lovaglio ha spiegato che «i 22 cantieri di lavoro che abbiamo aperto stanno procedendo in maniera celere, con massima disciplina e come programmato. Nel primo trimestre del 2026, con il nuovo piano, delineeremo il percorso strategico finanziario e dei risultati che potremmo trarre dai due gruppi assieme che rappresentano un’unicità nel mercato bancario italiano. Siamo il terzo player con 8 miliardi proforma di ricavi e circa 3 miliardi di utile netto adjusted. Da come stiamo procedendo possiamo dire che le sinergie industriali di 700 milioni che avevamo previsto vengono riconfermate».Sulla governance di Mediobanca e l’eventuale delisting, Lovaglio ha detto che «il successo dell’Opas con l’86,33% delle adesioni del capitale di Mediobaca garantisce una governance efficace sin dall’inizio. Nel capital market day diremo cosa faremo nel dettaglio. Vogliamo mantenere due forti marchi, ciascuno focalizzato sul proprio core business. Avere due diverse legal entity non impatterà sulla generazione delle sinergie. Nelle nostre stime preliminari vediamo solo impatti positivi. Certo, con un flottante del 14%, il titolo Mediobanca è poco liquido, ma è troppo presto per prendere decisioni sul delisting».
Nel riquadro in alto l'immagine dei postumi dell’aggressione subìta da Stephanie A. Nel riquadro in basso un frame del video postato su X del gambiano di 26 anni che l'ha aggredita (iStock)