
Da PayPal a Tesla passando per i razzi di SpaceX fino a Twitter: tutte le scommesse di Elon Musk sono il frutto di una filosofia a metà tra il cosmismo russo e la concezione libertaria americana. I suoi sogni? Conquistare Marte e fondere uomo e robot.Konstantin Eduardovic Ciolkovkskij (1857-1935) è considerato il grande padre della cosmonautica russa. Già nel 1885 scriveva trattati sperimentali sugli aerostati, e addirittura nel 1894 pubblicava articoli scientifici su «l’aeroplano, ossia il velivolo aeronautico». Soprattutto, però, la sua mente era inebriata da una fascinazione per i razzi. Come racconta Silvano Tagliagambe, «nel 1903 fu pubblicata la sua opera, divenuta ormai un classico della letteratura scientifica, intitolata Studio degli spazi cosmici con apparecchi a reazione, in cui veniva enunciata per la prima volta da un punto di vista scientifico la possibilità di realizzare voli interplanetari con l’ausilio di missili». Ciolkovkskij non era soltanto un ingegnere. I suoi studi tecnici erano il frutto naturale del suo pensiero filosofico, il cui orizzonte era, appunto, il cosmo. Il pensatore russo era convinto che nell’universo non potessero non esistere forme di vita superiori, più evolute degli esseri umani, e riteneva che il compito dell’umanità fosse quello di progredire, di svilupparsi attraverso la scienza e la tecnica. «La tecnica del futuro», diceva, «darà la possibilità di vincere la gravitazione terrestre e di viaggiare per tutto il sistema solare. Di visitare e di esplorare tutti i suoi pianeti. Di liquidare i mondi imperfetti e di sostituirli con popolazioni proprie. Di contornare il sole con dimore artificiali, prendendo il materiale dagli asteroidi, dai pianeti e dai loro satelliti». Questa visione metafisica, che oggi può apparirci a tratti delirante, ha contribuito a dare enorme impulso alla ricerca sovietica finalizzata alla conquista dello spazio, che sarebbe avvenuta parecchi anni dopo la morte di Ciolkovkskij. Se vi state chiedendo per quale motivo dovremmo ricordare, oggi, il nome di questo singolare intellettuale russo, provate a rileggere le sue parole, e forse vi sembrerà di aver sentito discorsi non troppo diversi uscire dalla bocca di un uomo che – da tempo e soprattutto in queste ore – sorride dalle prime pagine di tutti i giornali. Un uomo di nome Elon Musk, nato nel 1971 a Pretoria, in Sudafrica, cittadino canadese poi naturalizzato statunitense, fondatore di compagnie come Tesla e SpaceX, ragazzino prodigio dietro PayPal e, soprattutto, futuro dominatore di Twitter.La filosofia di ElonL’idea che Musk possa mettere le mani sul social network più amato dai progressisti sta spargendo da giorni terrore e raccapriccio fra i maggiori rappresentanti della sinistra globale, i quali tendono a considerare il guru digitale come un pazzoide anarco capitalista con tendenze destrorse, amante degli scritti di Ayn Rand e dell’ultraliberismo. O, peggio, come un pericoloso feudatario tecnologico cripto-trumpiano sulla scia di Peter Thiel, altro dissidente della Silicon Valley che ha dimestichezza con dottrine estreme quali l’accelerazionismo e l’illuminismo oscuro del filosofo Nick Land. In effetti, è facile liquidare Musk come uno svalvolato di successo. Dopo tutto, ha chiamato un figlio X Æ A-12, poi divenuto X Æ A-XII (per gli amici X), mentre la donna con cui si è frequentato fino all’anno scorso, la cantante e artista canadese Grimes, durante la relazione ha cambiato nome in c (il simbolo della velocità della luce). Contemporaneamente, però, Elon è anche l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio stimato da Forbes di 264,6 miliardi di dollari (44 dei quali servono per mettere le mani su Twitter). Che gli piaccia creare il caos è indubbio: i suoi tweet sull’uso dei pronomi maschili, femminili e neutri da parte della comunità Lgbt ha fatto infuriare gli attivisti trans, cita Ernst Junger, si oppone alla cancel culture, al politicamente corretto e alla ideologia Woke, preferisce il Texas conservatore e libertario alla California fricchettona e progressista, finanzia contemporaneamente democratici e repubblicani… Insomma, genera scompiglio, e si diverte un mondo.il modo per decifrarloChe cosa si agiti nella sua mente è difficile da comprendere, ma una chiave di lettura della sua figura ci è fornita proprio dal nostro russo Ciolkovkskij. Quest’ultimo è stato uno dei maggiori rappresentanti di una corrente filosofica chiamata cosmismo (di cui il già citato Silvano Tagliagambe ha offerto un indispensabile analisi in Dal caos al cosmo, Sandro Teti editore), le cui radici affondano nell’esoterismo russo. A partire dal fondatore riconosciuto del movimento, il bibliotecario Nikolaj Fëdorov (1829-1903), il cosmismo ha proposto una singolare fusione fra sapienza esoterica e progresso scientifico scatenato.Sotto il comunismo, le sorti dei cosmisti furono altalenanti: in auge negli anni della esaltazione cosmonautica, messi da parte o perseguitati in altri periodi. Dopo il crollo dell’Urss, nell’era di El’cin, gli ultimi rappresentanti della corrente arrivarono negli Stati Uniti, grazie alle relazioni stabilite dall’Esalen Institute, ovvero la culla californiana della New Age. Come ha ricostruito Douglas Rushkoff, in quegli anni i cosmisti giunti in California lavorarono su «come perfezionare gli umani attraverso l’evoluzione intenzionale, spostare la coscienza nei robot, sconfiggere la morte, colonizzare lo spazio o trasferirne la coscienza sui computer. Queste furono le origini del movimento transumanista di oggi». Non per nulla le conferenze dell’Esalen «sono state esperienze formative per i dirigenti, gli investitori, i professori, gli scienziati e i tecnologi più influenti della Silicon Valley».Elon Musk ha evidentemente assorbito le esalazioni del cosmismo, in particolare la fissazione per la conquista di Marte. Il cosmista Aleksandr Bogdanov, ricercatore e scrittore di fantascienza, bolscevico della prima ora, teorizzò la costruzione di una società comunista sul Pianeta Rosso. Bogdanov era solito glorificare Satana in quanto «dio del proletariato», e forse – come ha notato Aleksandr Dugin – scelse Marte per il legame del pianeta con l’angelo Samael, spesso associato proprio a Satana. Non risulta che Musk sia appassionato di satanismo, ma di sicuro è deciso a conquistare Marte. Come i cosmisti, sogna un’umanità capace di abbracciare l’immensità dello spazio grazie ai satelliti di Starlink, che dovrebbero permettere collegamenti digitali su tutto il pianeta Terra. Come i transumanisti occidentali (che dei cosmisti sono in parte eredi), Elon immagina una ibridazione fra uomo e macchina. Non deve trarre in inganno la sua nota diffidenza nei riguardi dell’intelligenza artificiale. Nel 2017, al World Government Summit di Dubai, Musk ha profetizzato che «nel corso del tempo, vedremo una fusione più completa tra intelligenza biologica e intelligenza digitale». A suo dire, o riusciremo a stabilire «una simbiosi tra l’intelligenza umana e quella delle macchine», oppure perderemo ogni ragione d’esistere.L’Eredità di famigliaA ben vedere, nella famiglia Musk pensieri di questo genere sono una sorta di tradizione. Il nonno di Elon, infatti, era un signore di nome Joshua Haldeman, e tra il 1936 e il 1941 è stato uno dei leader di un singolare movimento nordamericano e canadese chiamato Technocracy Incorporated. Di nuovo, una variante del transumanesimo con una fortissima carica utopistica. «L’ideologia della tecnocrazia sfugge a una facile caratterizzazione», ha scritto Ira Basen. «Era anticapitalista e antidemocratico, ma non fascista. Era anti-governativo, ma non libertario. Credeva in una forma radicale di uguaglianza sociale ed economica, ma non era marxista». Il nonno di Musk, dopo qualche tempo, prese le distanze dal movimento, ma è difficile pensare che la sua visione del mondo non abbia sfiorato i suoi discendenti, e non soltanto in senso anticomunista. La tecnocrazia riteneva che «la scienza e la tecnologia stessero trasformando la vita del Nord America e che solo ingegneri ed esperti altamente qualificati fossero in grado di costruire un “nuovo” Nord America». I posti di lavoro cancellati dalle macchine non torneranno, agli umani non resta che adattarsi e «progredire» o soccombere. Più o meno, sono gli stessi concetti espressi da Elon Musk, mago e scienziato che immagina un futuro luminoso stando seduto su un passato leggermente più oscuro.
Diego Fusaro (Imagoeconomica)
Il filosofo Diego Fusaro: «Il cibo nutre la pancia ma anche la testa. È in atto una vera e propria guerra contro la nostra identità culinaria».
La filosofia si nutre di pasta e fagioli, meglio se con le cotiche. La filosofia apprezza molto l’ossobuco alla milanese con il ris giald, il riso allo zafferano giallo come l’oro. E i bucatini all’amatriciana? I saltinbocca alla romana? La finocchiona toscana? La filosofia è ghiotta di questa e di quelli. È ghiotta di ogni piatto che ha un passato, una tradizione, un’identità territoriale, una cultura. Lo spiega bene Diego Fusaro, filosofo, docente di storia della filosofia all’Istituto alti studi strategici e politici di Milano, autore del libro La dittatura del sapore: «La filosofia va a nozze con i piatti che si nutrono di cultura e ci aiutano a combattere il dilagante globalismo guidato dalle multinazionali che ci vorrebbero tutti omologati nei gusti, con le stesse abitudini alimentari, con uno stesso piatto unico. Sedersi a tavola in buona compagnia e mangiare i piatti tradizionali del proprio territorio è un atto filosofico, culturale. La filosofia è pensiero e i migliori pensieri nascono a tavola dove si difende ciò che siamo, la nostra identità dalla dittatura del sapore che dopo averci imposto il politicamente corretto vorrebbe imporci il gastronomicamente corretto: larve, insetti, grilli».
Leonardo
Il fondo è pronto a entrare nella divisione aerostrutture della società della difesa. Possibile accordo già dopo l’incontro di settimana prossima tra Meloni e Bin Salman.
La data da segnare con il circoletto rosso nell’agenda finanziaria è quella del 3 dicembre. Quando il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, parteciperà al quarantaseiesimo vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), su espressa richiesta del re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa. Una presenza assolutamente non scontata, perché nella Penisola araba sono solitamente parchi con gli inviti. Negli anni hanno fatto qualche eccezione per l’ex premier britannica Theresa May, l’ex presidente francese François Hollande e l’attuale leader cinese Xi Jinping e poco altro.
Emmanuel Macron (Ansa)
Bruxelles apre una procedura sull’Italia per le banche e tace sull’acciaio transalpino.
L’Europa continua a strizzare l’occhio alla Francia, o meglio, a chiuderlo. Questa volta si tratta della nazionalizzazione di ArcelorMittal France, la controllata transalpina del colosso dell’acciaio indiano. La Camera dei deputati francese ha votato la proposta del partito di estrema sinistra La France Insoumise guidato da Jean-Luc Mélenchon. Il provvedimento è stato approvato con il supporto degli altri partiti di sinistra, mentre Rassemblement National ha ritenuto di astenersi. Manca il voto in Senato dove l’approvazione si preannuncia più difficile, visto che destra e centro sono contrari alla nazionalizzazione e possono contare su un numero maggiore di senatori. All’Assemblée Nationale hanno votato a favore 127 deputati contro 41. Il governo è contrario alla proposta di legge, mentre il leader di La France Insoumise, Mélenchon, su X ha commentato: «Una pagina di storia all’Assemblea nazionale».
Maria Rita Parsi (Imagoeconomica)
La celebre psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi: «È mancata la gradualità nell’allontanamento, invece è necessaria Il loro stile di vita non era così contestabile da determinare quanto accaduto. E c’era tanto amore per i figli».
Maria Rita Parsi, celebre psicologa e psicoterapeuta, è stata tra le prime esperte a prendere la parola sulla vicenda della famiglia del bosco.






